Liberalizzazioni dei farmaci a un punto fermo

“Il futuro delle parafarmacie potrebbe essere più roseo se il governo ci supportasse maggiormente, invece di fare ostruzionismo nei nostri confronti”: così si è espresso Davide Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, circa lo sviluppo del proprio settore.

 

Davide Gullotta

In particolare, secondo Gullotta, sebbene quella della parafarmacia sia una realtà complessa e certamente perfettibile, le istituzioni dovrebbero averla in maggiore considerazione visto che, fra le altre cose, ha creato molti nuovi posti di lavoro. “Tanti farmacisti come me – conferma il presidente di Fnpi – lavorando in parafarmacia, hanno avuto l’opportunità di mettere in campo le proprie competenze. Perché aprire una nuova parafarmacia, dal mio punto di vista, vuol dire appunto portare un professionista in più sul territorio, per offrire al cittadino un’interfaccia utile per la salute”.

Questo, in estrema sintesi, il fulcro dell’intervento di Gullotta, in occasione dell’incontro “Liberalizzazioni, leva di sviluppo per l’Italia. Il punto nel settore farmaci” tenutosi a Milano venerdì scorso e promosso dall’associazione di consumatori Altroconsumo.

Confronto a senso unico

Un evento che è stato, soprattutto, un’occasione di confronto sul tema della liberalizzazione dei farmaci di fascia C da parte di istituzioni, parafarmacie, Gdo (mentre mancava un esponente del canale farmacia).

Quali le principali evidenze emerse? È stato sostanzialmente uno il leit motiv della conferenza: la liberalizzazione dei farmaci di fascia C porterebbe dei vantaggi, per il cliente, in termini di risparmio economico. Lo ha sostenuto, per esempio, la parlamentare Adriana Galgano, componente Commissione Permanente X Attività Produttive: “Il nostro obiettivo è che il cittadino possa avere accesso ai farmaci di fascia C alle migliori condizioni di acquisto, cosa che si può realizzare aumentando il grado di concorrenza nel segmento della distribuzione farmaceutica”. Tesi, quest’ultima, rafforzata anche dalla presentazione del monitoraggio di Altroconsumo sull’andamento del prezzo di 70 medicinali senza ricetta: secondo tale ricerca, dal 2006 a oggi si sarebbe assistito a un freno all’aumento del prezzo di questa tipologia di farmaci proprio grazie alla presenza di altri canali (parafarmacia e Gdo). Concorda su questo punto, naturalmente, anche Alberto Moretti, direttore canali distributivi Conad, che ha puntato l’accento, in particolare, sulla scontistica che la Gdo riesce ad applicare su Sop e Otc: “Il risparmio medio rispetto alla farmacia tradizionale è di circa 22 punti percentuale”.

Ddl concorrenza, dopo referendum e senza uscita della fascia C

A mettere però un punto fermo a questo tema ci ha pensato Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico. In un’intervista a Repubblica Tv del 14 ottobre, ha sottolineato che la legge sulla concorrenza “sarà molto difficile portarla a casa” prima del referendum del 4 dicembre. A proposito della liberalizzazione dei farmaci di fascia C, Calenda dice che per lui “ci voleva una spinta più in là”, ma che “non c’è una maggioranza politica che la sostenga” e aggiunge che “c’è un pezzo di Parlamento che non la vuole fare”.

Il ministro ha preso questo caso come emblema di una legge annuale sulla concorrenza che presenta dei punti deboli nel meccanismo di presentazione della stessa.

Un legge ritenuta molto importante, ma che andrebbe presentata in maniera differente. Riflettendo sui meccanismi che hanno portato ad allungare i tempi di approvazione, Calenda prende in considerazione due aspetti: da una parte l’utilizzo di un decreto legge e dall’altra evitare di far coagulare “tutti coloro che sono contrari”, lavorando quindi su segmenti settoriali.