In Liguria e Puglia nuovi accordi per la distribuzione dei farmaci

Novità importanti per la distribuzione dei farmaci arrivano da due regioni: Liguria e Puglia.

Liguria

Nel primo caso si tratta di un accordo sperimentale – che sarà a regime dal prossimo 1° ottobre è potrebbe protrarsi fino al 2020 – tra l’Azienda Ligure Sanitaria della Regione (Alisa) e l’Unione ligure delle Associazioni dei titolari di farmacia e Assofarm per la distribuzione dei farmaci del PHT per un quantitativo annuo che potrebbe raggiungere la soglia di 1,4 milioni di pezzi l’anno. La collaborazione prevede l’utilizzo di un nuovo applicativo informatico in grado di assicurare la tracciabilità dei farmaci nell’erogazione del servizio nonché rinnova la possibilità per gli assistiti di prenotare presso la farmacia, grazie al sistema Cup-web, prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, ritirando, ove previsto, i relativi referti. Dalle dichiarazioni degli enti interessati sappiamo, inoltre, che il compenso riconosciuto alle farmacie per la DpC è pari a 3,99 euro a confezione più Iva, che diventano 4,49 per le farmacie rurali e disagiate, compresa la quota del distributore (pari a 1,10 euro). Per le casse regionali l’efficientamento del sistema della distribuzione del farmaco potrebbe valere circa 1,5 milioni di euro l’anno considerato che il precedente accordo fissava in 5,5 euro a confezione la remunerazione dell’attività di DpC.

Puglia

Anche il nuovo accordo siglato in Puglia ha tra i suoi effetti la riduzione della spesa. In questo caso la DGR 20 giugno 2017 n 978 riporta il nuovo costo complessivo per confezione erogata in Dpc, pari a 6,35 euro (IVA esclusa), contro quello precedente di 8,35, nonché il risparmio annuo che dovrebbe ottenere l’ente presieduto da Michele Emiliano: 5,7 milioni di euro in virtù della differenza tra il nuovo ed il vecchio accordo con le farmacie (2 euro), moltiplicato per il numero dei farmaci dispensati in Dpc nel 2016 (2,332 milioni di confezioni). Insomma,  a parità di servizio erogato, e in considerazione della durata dell’accordo (36 mesi), le minori uscite per la Regione potrebbero superare i 15 milioni di euro. Certo, si fosse applicato lo stesso compenso strappato dai liguri – che il detto vuole come noti parsimoniosi – i risparmi avrebbero potuto essere anche maggiori, ma è comunque un passo avanti molto importante.

In definitiva, a detta di tutti gli interessati, sembrano entrambi due ottimi accordi. In proposito sarebbe interessante sapere cosa ne pensavo gli interlocutori che siedono al tavolo della distribuzione dei farmaci istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico considerando che proprio uno di questi, Loredano Giorni, dalle pagine della rivista Farmacia news di giugno, si augurava “l’individuazione di alcune linee di convergenza in merito agli accordi di distribuzione nelle varie regioni…nel rispetto dell’autonomia di ciascuna – in quanto – a oggi per ogni ente è presente una diversa intesa”.

Insomma, queste ultime sembrano essere settimane calde per il mondo delle farmacie e non solo per i due DDL, vaccini e concorrenza, che stanno per essere licenziati dal Senato.

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