Per accrescerne le conoscenze sul Long Covid e uniformare l’approccio e la gestione clinica a livello nazionale, il Ministero della Salute ha promosso un progetto che vede capofila l’Istituto Superiore di Sanità. Tra gli obiettivi, anche una mappatura dei centri a livello italiano

Nel corso dei mesi è emerso come l’infezione da SARS-COV-2 possa lasciare, in alcuni soggetti, il permanere di una serie di sintomi che possono protrarsi dalle 4 settimane a diversi mesi, noto come Long Covid.

Gli studi condotti hanno messo in luce che il Long Covid può colpire l’intero spettro di quanti risultati positivi al SARS-CoV-2, da quelli con malattia acuta molto lieve fino a coloro che hanno sviluppato forme più gravi. Qualsiasi paziente Covid-19 può dunque sviluppare questa forma di Covid-lungo, indipendentemente dalla gravità dell’infezione e dall’intensità del trattamento ricevuto.

L’iniziativa del Ministero della Salute

Alla luce di questo scenario, il Ministero della Salute ha promosso un progetto dal titolo “Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione Covid-19 (Long-Covid)”, di cui l’Istituto Superiore di Sanità è capofila. L’iniziativa si propone, tra i diversi obiettivi, quello di monitorare gli effetti a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV-2, per accrescerne le conoscenze e uniformare l’approccio e la gestione clinica a livello nazionale.

«Ormai sappiamo che se a distanza di quattro settimane dall’infezione e nonostante la negatività del test, i sintomi persistono, ci troviamo di fronte ad una condizione che oggi viene inquadrata come Long Covid – ha sostenuto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, in occasione della presentazione del progetto – Le conoscenze sul Long Covid sono tuttora oggetto di numerose indagini e in questa prospettiva di approfondimento va inquadrato questo progetto. L’iniziativa, lanciata dal Ministero, mira a dimensionare, riconoscere e affrontare questa condizione, attraverso l’istituzione di una rete nazionale di sorveglianza, una mappa di centri clinici collegati tra loro e capaci di condividere “buone pratiche”».

Long Covid, i sintomi

Tra le manifestazioni più comuni del Long Covid compaiono stanchezza (anche mentale, correlata a problemi di memoria e difficoltà di concentrazione), il protrarsi della perdita di olfatto e gusto, stress, cefalea, difficoltà cardio-respiratorie e molto altro. Non è ancora chiaro se questi sintomi siano effetti del danno causato dal virus contro organi o tessuti o dalla risposta immunitaria innescata dal virus e poi deviata su organi e tessuti. Il progetto si propone dunque di accrescere le conoscenze sul fenomeno per poter fornire risposte più circostanziate anche in termini di trattamenti.

Il progetto e i suoi obiettivi

Il progetto, della durata di due anni, coinvolge una serie di enti presenti in 3 Regioni italiane: il Friuli Venezia Giulia, la Toscana e la Puglia. I soggetti coinvolti sono: ARS Toscana, Aress Puglia, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Rete delle Neuroscienze e Neuroriabilitazione (rete degli IRCCS), Rete Aging (rete degli IRCCS), Associazione Rete Cardiologica (rete degli IRCCS), Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’iniziativa si propone il raggiungimento di 5 obiettivi chiave: una definizione più puntuale del fenomeno, attraverso l’analisi dei flussi di dati regionali e di quelli dei medici di medicina generale; dei centri Long-Covid presenti sul territorio italiano; delle buone pratiche in tema di Long Covid, al fine di assicurare protocolli diagnostici e di trattamento standardizzati in tutto lo Stivale; un sistema di sorveglianza sul Long Covid da costruire attraverso data set di informazioni, centri clinici, sviluppo di una piattaforma informatica, produzione di report periodici; la disponibilità dei centri Long Covid a partecipare a un network nazionale, con workshop o webinar periodici di informazione e aggiornamento.