Eventi imprevedibili nel corso degli ultimi 4 anni hanno scosso la farmacia condizionando lo scenario di mercato: il break-out e le diverse ondate di Covid dal 2020 con flussi ancora persistenti, l’assenza della stagione influenzale del 2021 cui sono seguite un’estate calda e anticipata nel 2022 e un autunno-inverno 2023 freddo, piovoso e ritardato. Non ultimo, nell’ultima stagione 2024, la stabilizzazione dell’inflazione e un decorso para-influenzale senza anomalie, caratterizzato solo da alcuni picchi di incidenza.
Eventi che hanno mutato anche le abitudini dei consumi di acquisto e della scelta di specifiche terapie degli italiani in farmacia con, ad esempio, una maggiore richiesta di integratori comprati online, in incremento su quelli fisici.
Le scelte di acquisto dei consumatori
Confezioni, talvolta, più grandi e convenienti, in molti si affidano anche al canale online, che registra ad esempio un incremento di acquisto di +4,4% sul 2022. Cresce, sotto l’impulso pandemico e mantenutosi anche allo stato attuale, l’uso di integratori con specifiche funzionalità. Il supporto del sistema immunitario fra le principali, e che sembrano rispondere, almeno nei formati, ad alcune caratteristiche: inizialmente una preferenza verso confezioni grandi rispetto a quelle medie, con un’inversione di tendenza al 2022- 2023 in cui guadagnano nuovamente quota i formati di più piccole dimensioni.
Secondo un’indagine condotta da New Line Ricerca (NLR) di Mercato e commissionata da Gruppo Miaf (Gruppo Materie prime per Integratori Alimentari e Alimenti Funzionali) di Federchimica Aispec, a partire dal 2012, nel mercato SOP/OTC le confezioni medie rimangono la prima scelta di acquisto, nonostante nelle ultime due stagioni le confezioni piccole e grandi stiano crescendo. Questo è frutto dell’effetto sia delle scelte del consumatore che di quelle produttive delle aziende.
Dall’altro paradossalmente, si osserva che i farmaci destinati alle patologie croniche, soprattutto quelle asintomatiche agli esordi, non sono cresciuti negli ultimi anni, incoerentemente anche alle azioni che sensibilizzano alla prevenzione, all’aderenza alla terapia e all’invecchiamento della popolazione.
Emerge, inoltre, che per la gestione della sintomatologia lieve e acuta si ricorre sempre di più all’autocura, soprattutto legata al paniere dell’influenza, demarcando un “allontanamento” dai Medici di Medicina Generale e un’affermazione della farmacia come presidio. Sempre più accessibile, “aperto” a counselling più puntuali e mirati, soprattutto dall’epoca e nel post Covid, e a portata di mano o di click, laddove esistano farmacie accreditate e autorizzate all’erogazione di farmaci anche in questa modalità e dove si fondono expertise, professionalità, attenzione al paziente con un consiglio mirato al giusto bisogno.
Ulteriore caratterizzazione che si rileva dall’indagine riguarda la tipologia di prodotti, condizionata dal canale di acquisto. Sono previlegiati nell’online: antietà, probiotici, controllo della lipidemia, anticaduta e sali minerali. Probiotici, prodotti per la tosse, antietà, antitraumatici e colliri sono, invece, preferiti in farmacia fisica.
Le previsioni del settore
Si stima che il mercato degli integratori, e comunque delle vendite in farmacia, possa mantenersi su valori stabili nonostante i possibili influssi di almeno tre variabili, prima fra tutte: la stagione influenzale. La previsione di chiusura al 2023, secondo l’indagine di New Line, stima che il picco influenzale si possa avvicinare alla serie storica pre-Covid, con un impatto medio-basso se confrontato alla stagione 2022-2023 e che potrebbe confermare le aspettative anche di chiusura al 2024 con un Covid endemico, un recupero delle difese immunitarie, sostenute anche dalle campagne di vaccinazione.
Secondo fattore interagente: il clima. Le previsioni all’autunno 2023 prospettano un tempo altamente instabile con temperature di 1°-2° C superiori alla norma, brevi incursioni di aria fredda e alto rischio di eventi estremi anomali. Pertanto, per il 2024, il 2023 potrebbe essere considerato un buon benchmark a fronte delle difficoltà di prevedere condizioni climatiche instabili ed estreme che rendono difficili le stime sugli andamenti dei mercati stagionali.
In ultimo, terzo elemento incidente, l’inflazione. I prezzi non si allontanano significativamente da quelli medi del 2023 a chiusura dell’anno, nonostante si osservi un rallentamento dell’inflazione con bassi incrementi a livello macro e lenta tendenza al ribasso, ovvero con rigidità dei prezzi. Aspetti che si potranno riflettere a chiusura del 2024 con un possibile rallentamento dell’inflazione su valori tra 2,4% e 6% e del 3,2%-5,8% nell’Eurozona, secondo dati diffusi dalla Banca d’Italia, OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Ciò significa che i prezzi saranno meno alti, rispetto al 2023, ma dove il mantenimento di una politica monetaria restrittiva in sinergia con salari non allineati di un simile potere di acquisto, così come l’instabilità del conflitto Israelo-Palestinese, potranno impattare sensibilmente anche sullo scenario di mercato.