La medicina di genere è lo studio di come le differenze di genere e socioeconomiche e culturali influenzano lo stato di salute di ciascun individuo, ed è diventato un tema sempre più importante per i farmacisti che, come operatori sanitari e interlocutori diretti del cittadino, si interfacciano ogni giorno con uomini e donne di età, cultura e provenienza diversa.

Sapere come le patologie possano variare a seconda del genere biologico e culturale e quali differenze terapeutiche devono essere messe in atto, è ormai tema di grande rilevanza. 

Durante il seminario formativo organizzato dalla Fondazione Francesca Rava nell’ambito di Cosmofarma Exhibition 2024 (Bologna 19 aprile), si parte dalla definizione della medicina di genere, passando per la legge che la definisce e la regola, per poi analizzare le declinazioni in varie pratiche cliniche, patologie e terapie. 

Aumentare consapevolezza

Sono anche raccontate le attività svolte dalle Istituzioni di categoria per favorirne la diffusione e la conoscenza tra i farmacisti stessi. Obiettivo del corso è aumentare la consapevolezza e la sensibilità del farmacista per dispensare consigli su misura e adatti al cliente/paziente.

Emanuela Ambreck responsabile dei progetti sanitari Francesca Rava, sottolinea l’importanza di assicurare il diritto alla salute, personalizzata sulle differenze di genere e genetiche.

Ariela Benigni, dell’Istituto Mario Negri, spiega la nascita della medicina di genere da Healy, cardiologa americana, con un lavoro sul New England Medical Journal vide che le donne con problemi cardiaci avevano minore accesso alla sanità, lo stesso per i clinical trials in cui le donne erano coinvolte marginalmente. Nella ricerca non si distingue il genere delle cellule culturali che potrebbe dare risposte differenti.

Uomo e donna, le differenze

Approfondire le differenze biologiche e genetiche dei geni nel cromosoma X (doppio nella donna, singolo nell’uomo) è fondamentale in quanto codifica per molte proteine coinvolte nel sistema immune, piccole variazioni scatenano alcune patologie e forme autoimmuni.

Le donne hanno una differente aspettativa di vita, maggiore rispetto l’uomo (85 versus 81) ma non va di pari passo con la salute, essendo più soggette a malattie autoimmuni e problemi di salute mentale.

Gli studi clinici dei farmaci dimostrano una differenza di genere anche nella cinetica, metabolismo ed eliminazione molto differente che influisce su efficacia e tossicità.

Le donne, infatti, sono più suscettibili agli eventi avversi perché necessitano di dosi inferiori, anche se è profondamente sbagliato considerarle “uomini in miniatura”. Inoltre, ciò consente una ottimizzazione delle risorse del SSN. 

Prevenzione e terapie personalizzate 

Rosa Vona, ricercatrice presso ISS per la medicina di genere, definisce la medicina di genere come studio sull’impatto dello stato di salute ma anche fisiologia e patologia delle caratteristiche delle malattie, un concetto trasversale per tutte le specialità mediche e obiettivo strategico anche in ottica di prevenzione e individuazione dei fattori di rischio.

È così possibile garantire la centralità del paziente e l’attuazione di terapie personalizzate, che tenga conto anche dell’ambiente e dello stile di vita e come influisca sulla sintomatologia di una patologia. Spesso per alcune patologie la mortalità è molto più elevata nelle donne perché non viene diagnosticata in tempo.

Roberto Tobia, segretario Federfarma, ha presentato l’iniziativa “Cuore di donna in Farmacia” con il lodevole compito di trasmettere consapevolezza sulla prevenzione cardiovascolare. 

Gaya Spolverato, chirurga oncologa fondatrice di Women in Surgery, ha concluso rimarcando l’importanza di creare consapevolezza per la pratica clinica e comprendere le differenze in vari ambiti dall’alimentazione, lifestyle, genere nell’età, ormoni, sistema digerente e l’utilizzo di integratori e/o vitamine. Il dismorfismo del cancro è dovuto all’asset ormonale che influenza anche le stesse terapie biologiche e immunoterapiche.