Nel 2021 i farmaci generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del mercato a volumi, ma solo il 14,8% del mercato a valori. Stagnazione sia nel mercato in farmacia – che nell’anno ha registrato una flessione dello 0,6% sul totale delle confezioni rimborsate e dello 0,7% sulla spesa rimborsata rispetto al 2020 – sia in quello ospedaliero. I consumi più elevati sono rimasti al Nord. È questa la fotografia scattata dall’ultimo report Egualia

Quello dei farmaci generici ed equivalenti è un mercato che stenta ancora a decollare nel nostro Paese. I consumi maggiori rimangono concentrati nelle regioni del Nord Italia, in cui i cittadini sono meno disposti a pagare di tasca propria il prodotto branded al posto del generico interamente rimborsato dal sistema sanitario nazionale. Il differenziale per l’off patent di marca, a carico dei cittadini, resta comunque ancora superiore al miliardo di euro. È quanto emerge dall’annuale Report diffuso da Egualia relativo ai trend 2021.

L’analisi regionale

A fronte di una media Italia del 30,5% a confezioni e del 25,3% a valori, il ricorso ai generici-equivalenti risulta prioritario nel Nord Italia, con un’incidenza del 38,2% a volumi e il 37,7% a valori. La situazione del Centro segue con un distacco di quasi 10 punti percentuali, con 27,2% a volumi e 23,5% a valori. Il Sud è fanalino di coda con rispettivamente 22,5% a volumi e 19,2% a valori.

L’incidenza maggiore dei generici-equivalenti nel rimborsato farmaceutico pubblico si registra nella Provincia Autonoma di Trento (43,4%), in Lombardia (40,5%), in Friuli-Venezia Giulia (38,2%). In coda invece per consumi di generici-equivalenti: Basilicata (21%), Calabria (21,2%), Campania (21,5%).

La differenza versata dai cittadini per avere il prodotto branded è stata nel 2021 pari a 1.051 milioni di euro. L’incidenza maggiore a livello regionale si è registrata in Molise (16% della spesa regionale Ssn nel canale retail) e nel Lazio (16,1%). Quella più bassa invece è stata in Lombardia, dove il differenziale versato dai cittadini è stato del 10,8% della spesa regionale a carico del sistema sanitario in farmacia.

Le quote di mercato

Lo scorso anno, stando ai dati dell’ultimo rapporto Egualia relativi al canale farmacia, i generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato a volumi, con un valore quasi sovrapponibile a quello dei farmaci a brevetto scaduto (23,6%). I farmaci esclusivi, protetti da brevetto o comunque privi di un generico corrispondente, hanno assorbito il restante 53,8%.

A un’analisi del mercato a valori tuttavia, i generici-equivalenti sono risultati pari a solo il 14,8% totale del mercato, per complessivi 1,5 miliardi di euro, a fronte di un 36,8% dei farmaci a brevetto scaduto e del 48,4% dei farmaci esclusivi.

Nel solo segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto, i generici-equivalenti hanno assorbito il 30% mercato a volumi (23% a valori) contro il 70% detenuto dai brand a brevetto scaduto (77% a valori).

La situazione in farmacia: è stallo

Non esaltante la situazione fotografata da Egualia circa il mercato in farmacia, che nel 2021 ha registrato una flessione dello 0,6% sul totale delle confezioni rimborsate e dello 0,7% sulla spesa rimborsata rispetto al 2020. Sul totale di confezioni vendute in farmacia, pari a 1,7 miliardi di confezioni nel 2021, i generici-equivalenti hanno rappresentato circa un quinto dei farmaci di classe A, ovvero il 20,1% (12,1% a valori), appena il 2,2% dei farmaci di classe C (2,5% a valori) e solo lo 0,3% dell’area automedicazione (0,2% a valori), segnando una crescita dello 0,1% in termini di volumi e dello 0,3% considerando il mercato a valori.

In calo la vendita di confezioni di prodotti esclusivi, quelli protetti da brevetto o privi di un generico corrispondente, dello 0,1% rispetto al medesimo periodo 2020. In crescita invece i farmaci a brevetto scaduto, in particolare quello dei generici-equivalenti che ha registrato un incremento una del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

I consumi ospedalieri

In una situazione di stagnazione anche i consumi a livello ospedaliero: i generici-equivalenti hanno assorbito il 30,1% del mercato a volumi, segnando appena un +0,1% rispetto al 2020 e appena il 2,4% del mercato a valori. Il consumo prioritario in ospedale è rimasto quello dei farmaci a brevetto scaduto, con il 35,9% dei consumi in corsia (5,9% a valori). A dominare la spesa ospedaliera sono tuttavia i farmaci esclusivi che hanno rappresentato il 34% del mercato in corsia ma il 91,7% del giro d’affari farmaceutico in ospedale.

I prodotti al top

Ci sono tuttavia alcune categorie di farmaci in cui i generici equivalenti primeggiano in modo indiscusso. I prodotti per la disfunzione erettile fanno parte di questo comparto, tanto da assorbire il 74,8% del mercato a volumi e il 63,7% di quello a valori. Tra i farmaci di classe A, al primo posto gli inibitori di pompa protonica con il 51,4% dei consumi, seguiti da ipoglicemizzanti orali (48,5%), ACE inibitori (45,9%), statine (44,7%) e beta-bloccanti (42,9%). Tra i farmaci di classe C, la categoria dei tranquillanti vede assorbire una fetta consistente del mercato dai generici-equivalenti (37,1%).

Le molecole

Tra le molecole, capolista il pantoprazolo, che assorbe il 7% a volumi sui consumi in classe A. Seguono due molecole per il trattamento delle patologie cardiovascolari – il beta bloccante bisoprololo (6%) e l’ACE inibitore ramipril (5%) – e la metformina, farmaco di prima linea per il diabete di tipo 2 (5%).