Letizia Moratti torna sul tema della distribuzione diretta ospedaliera e di quella per conto sottolineando l’urgenza di aggiornare la modalità di remunerazione delle farmacie e di territorializzare quanto più possibile la distribuzione

Dopo la relazione Sunifar in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che aveva evidenziato alcune criticità della distribuzione diretta e per conto, anche Letizia Moratti, Vicecoordinatrice della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Vicepresidente della Lombardia, è tornata sul tema nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia in corso presso la Commissione Affari Sociali della Camera, sottolineando anche l’importanza di una nuova remunerazione per le farmacie.

«Dobbiamo chiederci – ha sottolineato Moratti – se l’attuale modello distributivo dei farmaci, così complesso, ha ancora senso. E se l’intervento sulla stabilizzazione della spesa non si può fare in altro modo, con una nuova remunerazione per le farmacie».

La necessaria nuova remunerazione

Con la legge finanziaria del 2021 sono stati introdotti, per quell’anno, 50 milioni di euro di rimborso aggiuntivo alle farmacie e stanziati 150 milioni di euro per l’anno successivo, il 2022. «Il punto non è quello di una distribuzione diretta o per conto, ma di un nuovo sistema di remunerazione per le farmacie – ha proseguito Moratti – Difatti, per il 2023, appare necessario aggiornare le modalità di remunerazione, riportando in farmacia il farmaco che oggi è in ospedale, pur essendo rivolto a pazienti con patologie croniche».

La proposta di Letizia Moratti è frutto della consapevolezza di costi e disagi a carico degli assistiti, i quali devono ancora oggi recarsi necessariamente in ospedale per ritirare i farmaci di cui necessitano. Elemento questo non esente da problemi, soprattutto per quei pazienti che vivono a distanza dalla struttura pubblica di riferimento e che non sono in grado di raggiungerla autonomamente, soggetti al rispetto di specifiche fasce orarie. Una consegna che potrebbe essere semplificata soprattutto in considerazione del fatto che il paziente non incontra lo specialista in occasione di ciascun ritiro.

«Bisogna chiedersi se sia ancora vero il messaggio per cui la distribuzione diretta è vitale per il sistema» ha insistito Moratti. Probabilmente la sanità di oggi, che sta andando sempre di più verso una territorializzazione dei servizi e che cerca di guardare con maggiore attenzione alle esigenze dei pazienti, richiede anche un modello distributivo che sia il più territoriale possibile.