Omeopatia, +25% nell’anno della pandemia

Nell’ultimo anno il consumo di medicinali omeopatici ha evidenziato una crescita del 25%. Ad utilizzare questi prodotti sono oggi 10,2 milioni di italiani. I maggiori utilizzatori sono donne tra i 35 e i 54 anni residenti nelle regioni del Centro

L’omeopatia è stata interessata da un autentico boom durante la stagione pandemica, durante la quale è stato segnato un +25% nel consumo di prodotti omeopatici. È quanto emerge dal sondaggio “Gli italiani e l’omeopatia nell’anno della pandemia” condotto da EMG Different per conto di Boiron, che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille italiani over 18.

omeopatia

L’incremento più alto ha interessato i prodotti utilizzati per controllare i disturbi emersi con il repentino cambio di abitudini imposto dal lockdown. Il 51% degli utilizzatori ha fatto ricorso all’omeopatia per aumentare le proprie difese immunitarie; il 37% per combattere stress e stanchezza; il 26% l’ha utilizzata contro l’insonnia, il 25% per problemi di carattere gastrointestinale, il 24% per problemi da raffreddamento

Il perché della scelta

Tra i maggiori utilizzatori di omeopatici ci sono le donne di età compresa tra 35 e 54 anni residenti in Centro Italia. Tra le motivazioni principali che orientano la scelta verso prodotti omeopatici il fatto che siano naturali (40%).

La loro efficacia è un vantaggio evidenziato dal 28% del campione, mentre il 24% degli intervistati ha scelto questi prodotti in quanto non tossici e non dannosi. Oltre il 20% li utilizza per disturbi di lieve entità, consapevole che si tratti di terapie facili da seguire.
L’importanza dei prodotti naturali viene riconosciuta dal 54% del campione intervistato che li assume per migliorare il proprio stato di salute rafforzando le difese immunitarie o per combattere ansia e stress.

Dal sondaggio emerge inoltre che sono circa 10,2 milioni (il 20% della popolazione italiana) le persone che oggi utilizzano i medicinali omeopatici almeno una volta l’anno. Il sondaggio precedente di EMG Different, condotto nel 2018, indicava un uso presso il 17% della popolazione (circa 8,5 milioni di persone).

Infine, per quanto attiene al loro utilizzo in futuro, il 21% del campione ha dichiarato che ricorrerà a questi prodotti in misura ancora maggiore, mentre il 64% crede che non andrà a modificare le proprie abitudini.