Falsificazione dei farmaci, un fenomeno in preoccupante crescita

Falsificazione farmaci

Il numero di medicinali e integratori contraffatti rappresenta tra l’1% e il 10% del venduto ogni anno. Quello della falsificazione è un fenomeno in costante crescita, allarmante per gli effetti che può determinare sulla salute dei cittadini

La falsificazione di medicinali e integratori è interessata da una crescita costante in tutto il mondo, tanto che la percentuale di prodotti contraffatti venduti ogni anno oscilla tra l’1 e il 10%. Oltre al danno economico, estremamente rilevante, a preoccupare maggiormente sono gli impatti che l’assunzione di prodotti falsificati può avere sulla salute dei cittadini.

«I farmaci falsificati possono essere di varia natura: da quelli che non contengono alcun principio attivo a quelli che contengono sostanze diverse rispetto a quelle dichiarate in etichetta fino alle confezioni contraffatte vere e proprie. Tuttavia, anche quando il quantitativo di principio attivo è corretto, la produzione non avviene a norma come per i prodotti farmaceutici. Questo determina che questi prodotti non sono mai equivalenti quanto a qualità, sicurezza ed efficacia». È quanto affermato da Monica Bartolomei dell’Istituto Superiore di Sanità nel corso del webinar “Falsificazione dei farmaci: impatto clinico, economico e sociale” dello scorso 23 giugno organizzato da Educom con il supporto incondizionato di Ibsa.

Falsificazione farmaci

Falsificazione, area endocrinologica quella più esposta

Tra i prodotti più spesso falsificati si distinguono medicinali che mirano a migliorare lo stile di vita: dai medicinali contro la disfunzione erettile agli psicofarmaci, venduti ormai di frequente su siti web illegali. Tra le novità del settore poi, la commercializzazione di integratori addizionati con principi attivi farmaceutici.

Andrea Lenzi, professore di Endocrinologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha sottolineato quanto sia rischioso utilizzare questi prodotti e quanto sia preoccupante la velocità con la quale il settore sia in espansione, nonostante le barriere poste dagli enti di regolazione preposti.

«Un aspetto chiave del problema riguarda la tipologia di farmaci che vengono falsificati e l’area dell’endocrinologia è quella sicuramente più esposta – ha ribadito Lenzi – In Italia addirittura l’82% è di pertinenza endocrino-andrologica, suddivisa principalmente tra steroidi anabolizzanti (64%), modulatori ormonali (11%), sostanze stimolanti e farmaci per aumentare le prestazioni sessuali (6% ciascuno)».

Lenzi ha quindi posto l’attenzione sull’aspetto psicologico che spinge molti soggetti a rivolgersi al mercato online, ad esempio gli uomini per problemi di disfunzione erettile, eludendo il medico e ricorrendo a meccanismi di ‘auto-cura’ che rischiano di essere molto pericolosi.

Tra i prodotti più contraffatti ci sono proprio quelli relativi alla sfera sessuale, come ha sottolineato Emmanuele Jannini, ordinario di Andrologia e sessuologia medica presso l’Università di Roma Tor Vergata. «Il considerare erroneamente i farmaci per il trattamento della disfunzione erettile come rimedi utili per il life-style, ha abbassato la soglia di controllo da parte dell’opinione pubblica e talvolta anche delle agenzie regolatorie».

Il ruolo chiave del medico e del farmacista per una corretta informazione

Fondamentale è il ruolo dell’informazione per il contrasto di questi fenomeni: in questa sfida un tassello essenziale è rappresentato dal medico di medicina generale e dal farmacista. In tal senso Andrea Mandelli, presidente Fofi, ha sottolineato il cambiamento di abitudini del consumatore, il quale spesso si reca in farmacia chiedendo informazioni su uno specifico prodotto senza poi procedere all’acquisto, procurandosi quindi il medicinale attraverso canali illegali. «È un po’ quello che succede con l’acquisto di altri prodotti, ma, se parliamo di farmaci, i rischi sono di tutt’altra natura.

Mandelli ha dunque evidenziato l’importanza fondamentale delle campagne d’informazione sui rischi dell’acquisto di farmaci falsificati e del “fai da te” terapeutico, e quanto sia importante per la tutela del cittadino trarre insegnamento dall’emergenza pandemica, per avviare sul territorio un’alleanza sempre più stretta tra due figure chiave della sanità: il medico di medicina generale e il farmacista.