Obesità in Italia: i dati del rapporto dell’Irccs Istituto Auxologico Italiano

Il rapporto, di oltre 400 pagine dal titolo “Ricerca Clinica e terapia: lo stato dell’arte” analizza le ricadute sociali, sanitarie ed economiche connesse a obesità e sovrappeso nel nostro Paese, affrontando in dettaglio anche gli effetti del Covid-19 sui pazienti obesi

È stato presentato lo scorso 5 luglio il 9° rapporto sull’obesità in Italia curato dall’IRCCS Istituto Auxologico Italiano. Si tratta di un volume di oltre 400 pagine curato da 45 relatori dal titolo “Ricerca, clinica e terapia: lo stato dell’arte”, che analizza la situazione e le conoscenze sull’obesità nel nostro Paese.

Nell’ultimo anno e mezzo si è sentito molto spesso parlare dell’obesità come uno dei fattori di maggiore rischio per l’infezione da SARS-CoV-2. Durante la pandemia tuttavia l’obesità, così come altre patologie, è stata dimenticata, determinando ritardi nelle diagnosi e negli interventi di chirurgia bariatrica. «Si rischia di uscire da una pandemia virale, sprofondando nell’epidemia di obesità» ha sostenuto Gianfranco Parati, direttore del Dipartimento Cardio-Neuro-Metabolico dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano.

«Dai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha proseguito – emerge che nel 2020 il 10,4% della popolazione italiana è risultata obesa e 1/3 dei bambini sotto gli 8 anni di età in sovrappeso. A livello mondiale ci sono oggi 650 milioni di obesi, un numero che rischia di raddoppiare entro il 2030, con un numero di patologie correlate e decessi incredibile».

obesità

Obesità, la situazione italiana

Rispetto ad altri Paesi, l’Italia presenta un quadro meno grave, ma certamente non trascurabile: sono in sovrappeso 22 milioni di italiani con oltre 6 milioni di obesi. Il sovrappeso interessa il 46% della popolazione adulta (e aumenta con l’età) e 1 bambino su 4.

Enormi anche i costi della malattia che costituisce il 9,7% della spesa sanitaria complessiva. Persi, a causa dell’obesità 2,7 anni di aspettativa di vita e 2,8 punti di prodotto interno lordo. Le differenze territoriali sono forti. Al Nord e al Centro l’incidenza dell’obesità è pari al 10%, mentre nelle aree del Nord-Est e delle Isole raggiunge l’11,4%, con picchi del 12,4% al Sud.

Maggiore incidenza tra gli uomini

Il rapporto evidenzia la differenza di genere per quanto attiene all’eccesso di peso, con uno svantaggio forte per il sesso maschile. Emerge infatti che 6 uomini su 10 sono in eccesso di peso, a fronte di 4 donne su 10. In entrambi i generi il picco di prevalenza si osserva tra i 65 e i 74 anni, dove raggiunge il 53% per le donne e circa il 68% per gli uomini.

Lo svantaggio maschile si registra però già in età giovanile, tra 18 e 34 anni (+40% in media), mentre per le donne questo si verifica solo dopo i 65 anni. Emerge dunque che la popolazione più sfavorita sia quella maschile: 11,7% a fronte del 10,3% tra le donne. Questo trend si inverte tuttavia con l’avanzare dell’età tanto che tra i 75enni sono le donne a presentare un’incidenza più significativa.

Situazione grave tra i minori

Eccesso ponderale e obesità tra i minori rappresentano un grave problema grave di salute pubblica, anche per le conseguenze che questi fattori determinano sulla salute in età adulta. Il fenomeno appare decisamente preoccupante anche perché diffuso e in aumento in numerosi contesti, tanto che diversi Paesi Europei hanno implementato politiche per ridurre l’obesità mirando specificamente al target dei bambini.

La prevalenza dell’obesità e del sovrappeso in età pediatrica in Italia è del 18%, al 19% in età adolescenziale. Queste percentuali appaiono fortemente influenzate dal territorio di provenienza: 34,1% al Sud, 20% nel Nord-Ovest, 22,4% nel Nord-Est, 23,9% al Centro e 28,4% nelle Isole. Le regioni maglia nera sono Campania (37,8%), Molise (33,5%), Basilicata (32,4%), Abruzzo e Puglia (31,2%).
Si stima che più di un terzo dei bambini e circa la metà degli adolescenti che sono in sovrappeso permangano in questa condizione da adulti.

Obesità e Covid-19

Nel contesto della pandemia da Covid-19, l’obesità ha mostrato essere un fattore che aumenta il rischio di ospedalizzazione, terapia intensiva, e finanche morte.
Diversi studi hanno infatti dimostrato come l’obesità sia la causa, con le sue numerose comorbilità, di un’espressione più severa dell’infezione da SARS-CoV-2. Altri studi hanno mostrato invece che pazienti obesi con Covid richiedevano la ventilazione meccanica con maggiore frequenza rispetto ai normopeso e che questa percentuale aumentava all’aumentare del valore del Body Mass Index.

Obesità e sessualità

Un tema spesso poco evidenziato nel trattare il tema dell’obesità è quello relativo alla sfera sessuale. Anche se non c’è ancora piena concordanza nel riconoscere una diretta influenza dell’obesità sui problemi della sessualità, diversi sono gli studi che collegano l’obesità a problemi di disfunzione erettile, così come impatti positivi sulla sessualità per entrambi i sessi a seguito di una perdita di peso.