Omeopatia: il ruolo centrale del farmacista

Il consiglio di una cura personalizzata arriva solo dopo avere sviluppato una relazione professionale con il paziente basata sulla fiducia

“Sono solo acqua e zucchero, pagati a caro prezzo”. Questo è quanto può capitare di sentirsi dire quando si parla con qualcuno di prodotti omeopatici. Se non bastasse, anche tra gli operatori sanitari è ancora in atto un grande dibattito sull’efficacia dell’uso di farmaci omeopatici nel trattamento di una serie di disturbi e patologie.

Tuttavia, l’omeopatia è riconosciuta ufficialmente come una medicina che, mettendo al centro l’uomo, si avvicina al malato e alla malattia in modo olistico, cioè considerando l’individuo nella sua interezza. Questo obbliga il farmacista a essere sempre terapeuta e, di conseguenza, a vedere i clienti come pazienti. Quindi, l’omeopatia rappresenta un valido strumento per costruire un legame nuovo e più solido con il paziente. Inoltre, il segmento dell’omeopatia è considerato una strada efficace per avviare un’attività professionale di consulenza/consiglio, in pratica, di relazione professionale con il paziente. Infatti, quale terapia personalizzata, l’omeopatia pone il farmacista nella condizione di dover porre domande al paziente, generando relazione e sviluppando fidelizzazione. I farmacisti riscoprono, così, un ruolo fondamentale nell’educazione al corretto utilizzo del farmaco omeopatico proprio perché, essendo una terapia personalizzata, sono al centro del proprio ruolo.

Costruire la relazione

Un aspetto essenziale per il successo dell’omeopatia è, appunto, la relazione che si deve creare tra farmacista e paziente. Come fare per costruire questa relazione?
La base da cui partire è sicuramente l’acquisizione di un’adeguata competenza sui medicinali omeopatici. Il secondo aspetto da considerare è la capacità di raccogliere le informazioni utili per fornire consigli. Non va dimenticato che, infatti, caratteristica essenziale dell’omeopatia è la necessità di personalizzazione, cui si può giungere solo dopo aver posto al paziente una serie di domande. L’obiettivo deve essere poter fornire un consiglio in tempi brevi.

Per Silvia Nencioni, presidente e amministratore delegato di Boiron Italia, l’omeopatia consente un approccio personalizzato perché, già di per sé, dà centralità alla relazione con il paziente. «Il paziente viene messo al centro ed è necessario sviluppare una capacità di ascolto che permetta di intercettare anche i bisogni inespressi e di soddisfarli prima ancora che emergano. Però, permette anche di porre le domande giuste per dispensare il medicinale omeopatico più adatto». L’omeopatia rappresenta un’ottima opportunità per costruire un rapporto più solido e di fiducia. «Lo vediamo da tempo», prosegue Silvia Nencioni, «acquisire competenza in questo ambito è una base per lo sviluppo della farmacia di relazione. L’omeopatia offre anche l’occasione per dar vita a una relazione continuativa e omnichannel per comunicare con il paziente anche al di fuori della farmacia, con strumenti digitali. In un contesto sanitario come quello che stiamo vivendo, la capacità di sviluppare una relazione continuativa di fiducia con i pazienti è una strada imprescindibile per la farmacia oggi».

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