Che cosa chiedono i consumatori al farmacista quando sentono di aver bisogno di fermenti lattici? Sanno che cosa sono i probiotici? Quali sono le esigenze segnalate dai cittadini che suggeriscono al farmacista di consigliare un probiotico? Su cosa basa la scelta il professionista?

A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere l’indagine svolta da EMG Different per conto di Yovis che ha coinvolto 69 farmacisti, intervistati con l’obiettivo di investigare il comportamento che i consumatori assumono quando cercano un probiotico in farmacia.

In dettaglio si trattava di 50 farmacisti, 2 farmacisti Digital Opinion Leader attivi su più canali di comunicazione, soprattutto online, e 17 farmacisti membri di Fenagifar (Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti). I principali risultati emersi dall’indagine sono stati presentati in occasione dell’evento “Yovis Rigenera”, tenutosi nei giorni scorsi a Milano, e commentati da Carolina Carosio, presidente di Fenagifar.

Dalla ricerca si evince quali sono le principali esigenze, la consapevolezza e la preparazione delle persone rispetto al tema dell’equilibrio intestinale. Per prima cosa è emersa una certa disinformazione riguardo alla differenza tra probiotici e fermenti lattici. Secondo gli intervistati, l’80% del target di riferimento non percepisce alcuna differenza.

Gli acquisti di prodotti per il benessere intestinale avvengono soprattutto a seguito del consiglio del medico, sia Mmg sia specialista e solo in seconda battuta del farmacista.

I principali motivi che inducono ad assumere un probiotico sono: malessere/infiammazione intestinale/meteorismo/intestino irritabile (62%), assunzione di antibiotici o di un’altra terapia farmacologica (57%) e dissenteria (55%).

Il ruolo del farmacista è fondamentale nel ricordare al cliente di associare un ciclo di probiotico a qualsiasi terapia antibiotica, raccomandazione che viene fatta nell’81% dei casi.

L’assunzione di probiotici risente di fluttuazioni stagionali ed è maggiore in estate (54%) che in inverno (46%). La ragione è da ricercarsi nella circolazione di virus intestinali, variazioni della dieta e nell’alta frequenza di viaggi.

«Dai dati raccolti si evince che le persone ancora non pongono la giusta attenzione al concetto di prevenzione, a qualunque età» spiega la dottoressa Carosio. Solo il 38% degli intervistati afferma di ricevere richieste di probiotici e di fermenti lattici per cicli periodici di trattamento in un’ottica di prevenzione«La maggior parte dei pazienti (il 48%), li assume solo al bisogno, quindi è ancor più importante il lavoro che noi facciamo sul territorio, per informare e sensibilizzare sull’importanza della prevenzione perché da un microbiota intestinale in equilibrio dipende anche la salute dell’individuo» aggiunge. Dato che l’importanza di un’assunzione periodica di probiotici proprio per prevenire i disturbi intestinali è provata, c’è ampio margine di miglioramento per un’azione educativa della popolazione e per il consiglio in questo ambito.

Per l’86% dei farmacisti interpellati, inoltre, il fattore età del paziente pesa molto o abbastanza nella scelta del probiotico da consigliare. «È interessante notare, però, che le esigenze delle persone che hanno necessità di un probiotico, cambiano in funzione dell’età – prosegue Carosio – Quando i genitori cercano un rimedio per i loro bambini, ad esempio, puntano su una referenza che possa al contempo aiutare i piccoli a rafforzare il loro sistema immunitario; quando tocca ai giovani adulti chiedere un probiotico, invece, si pone l’attenzione su modalità di assunzione e posologia». Dalla nascita alla vecchiaia, passando per infanzia, adolescenza, età adulta e condizioni patologiche, le caratteristiche del microbioma variano molto così come le esigenze di integrazione a fini terapeutici o preventivi.

Per i bambini e i ragazzi è molto importante individuare una forma farmaceutica che consenta un’assunzione facile e sicura (71%). I motivi principali di utilizzo a questa età sono la dissenteria nel 61% dei casi e il desiderio di rinforzare il sistema immunitario (35%). Anche gli adulti mostrano di avere le proprie preferenze personali circa la modalità di assunzione, quindi l’incidenza di questo tipo di richiesta rimane alta (47%). Cambiano però le motivazioni per l’acquisto: “da grandi” si ricorre ai probiotici in caso di malessere (47%) e gonfiore addominale (54%).

Dopo i 50 anni la scelta avviene tenendo in considerazione non solo la modalità di assunzione (54%), ma anche la presenza di altri componenti interessanti nella formulazione come, per esempio, calcio e vitamine, il cui assorbimento tende a calare negli anni, ma la cui importanza viene percepita. In questa fascia di età più avanzata, come spiega infine Carosio, la motivazione principale dell’acquisto di un probiotico è legata soprattutto a difficoltà digestive (51%).