Nel 2021 sono state riportate 1.770 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 3,0 nuovi casi per 100 mila residenti. Il Registro Nazionale Aids nel 2021 ha ricevuto 382 segnalazioni di nuovi casi, pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi per 100 mila residenti. L’83% dei casi di Aids segnalati nel 2021 è costituito da persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids. Sono i principali dati emersi dall’aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2021, a cura dell’Istituto superiore di sanità.

Non abbassare la guardia

«Sebbene le diagnosi siano in calo rispetto agli anni precedenti, ancora troppe persone, ben il 63%, scoprono l’infezione quando questa è già in fase avanzata – ha commentato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, che ricorre il 1 dicembre – L’infezione da Hiv rappresenta uno dei campi in cui i progressi scientifici in ambito diagnostico e farmacologico hanno raggiunto traguardi ragguardevoli. Ciononostante, le statistiche ci dicono che persistono i contagi e le diagnosi tardive. Per questo, non bisogna abbassare la guardia, ma occorre intensificare gli sforzi per aumentare la consapevolezza dell’Hiv e contrastare la paura e lo stigma che sono pericolosi alleati della diffusione dell’infezione».

Il supporto del farmacista

La corretta informazione mirata alla prevenzione e agli screening è un elemento fondamentale della strategia di contrasto all’Hiv/Aids. In tal senso, un ruolo fondamentale può essere svolto anche dai farmacisti di comunità, i quali «sono pienamente coinvolti nell’attività di sensibilizzazione e di contrasto allo stigma sociale che ancora accompagna la malattia e sono a disposizione della collettività per offrire consiglio e indicazioni sia sugli aspetti che riguardano la terapia sia sull’accesso ai test diagnostici, che rappresentano uno strumento importantissimo per tutelare la propria salute e quella altrui» aggiunge Mandelli.

La presa in carico del paziente

I pazienti con Hiv rappresentano una “nuova” categoria di pazienti cronici. La loro presa in carico «deve diventare una priorità dell’assistenza di prossimità, di cui i farmacisti rappresentano un pilastro fondamentale, operando in sinergia con gli altri professionisti e con il mondo dell’associazionismo, in una logica multidisciplinare – conclude il presidente Fofi – Oltre all’impegno nell’azione di informazione-prevenzione, il territorio gioca un ruolo cruciale, con particolare attenzione al monitoraggio dell’aderenza alla terapia antiretrovirale, al tema dell’interazione tra farmaci, soprattutto con l’avanzare dell’età e l’insorgenza di comorbilità, senza dimenticare l’importanza, per questi pazienti, di aderire alle campagne vaccinali, a partire da Covid e influenza»