La relazione al Parlamento sull’attuazione della legge n.40 del 2004 in materia di Procreazione medicalmente assistita riporta i dati relativi all’attività delle strutture autorizzate nell’anno 2020. Dal 2019 al 2020, complice la pandemia, diminuite l’applicazione di tutte le tecniche di Pma, dall’inseminazione alla fecondazione in vitro. Le coppie trattate sono passate da 78.618 a 65.705

Per effetto della pandemia da Sars-Cov-2 tra il 2019 e il 2020 è stato registrato un calo generalizzato di tutte le tecniche di procreazione medicalmente assistita, dall’inseminazione alla fecondazione in vitro: le famiglie trattate sono passate da 78.618 a 65.705. I cicli effettuati sono passati da 99.062 a 80.099, con un calo di quasi il 20% (-19,1%) che ha interessato anche i bambini nati vivi, diminuiti da 14.162 a 11.305 (-20,2%).

A tracciare questo scenario sull’attuazione della legge n.40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita (Pma) è la relazione al Parlamento 2022.

Centri Pma pubblici e privati

Emerge dalla relazione che le tecniche di Pma di II e III livello appaiono più diffuse nei centri di carattere privato rispetto a quelli pubblici e ai privati convenzionati: i primi difatti sono 99 a fronte di 69 strutture pubbliche e 17 del privato convenzionato.

In ogni caso, le strutture di carattere privato svolgono meno cicli di trattamento con tecniche di II-III livello che utilizzano gameti della coppia, anche se hanno mostrato una capacità di recupero di attività superiore ai centri pubblici, nel secondo semestre dell’anno della pandemia. Difatti, il 37,3% dei centri è pubblico ed effettua il 30,8% dei cicli; il 9,2% è privato convenzionato ed effettua il 26,2% dei cicli; il 53,5% è privato ed effettua il 43,1% dei cicli.

In generale, quindi, il 67,6% dei cicli di trattamenti di II e III livello con gameti della coppia viene effettuato nell’ambito del Ssn, intendendo con ciò i centri pubblici e del privato convenzionato. Il 74,8% dei cicli di II-III livello con gameti donati, viene effettuato in centri privati.

Distribuzione territoriale dei centri Pma

Ancora una volta si assiste a una situazione che evidenzia disomogeneità a livello di distribuzione dei centri, più diffusi nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Meridione. L’indicatore del numero di cicli effettuati ogni milione di donne in età fertile è più alto nelle Regioni del Nord e del Centro, mentre in tutte quelle del Sud l’offerta di cicli è al di sotto della media nazionale.

Diversi centri Pma di II e III livello svolge un numero ridotto di procedure durante l’anno, basti pensare che solo il 20,6% dei centri ha eseguito un numero superiore a 500 cicli. Un numero ben distante dalla media europea che si attesta al 45,3%.

Donne e Pma

Rispetto alla media europea di 35 anni, in Italia è più alta l’età delle donne che si sottopongono a tecniche a fresco con gameti della coppia, 36,9 anni. Per quanto concerne poi la fecondazione in vitro con ovociti, l’età sale ancora di quasi 5 anni, attestandosi a 41,8 anni. Diversamente, coloro che si sottopongono a fecondazione in vitro con seme donato risultano avere un’età media pari a 34,7 anni.

Efficacia dell’applicazione

In generale, l’efficacia di tecniche di II e III livello appare migliorata nonostante l’età media in costante aumento delle donne. Ad aumentare è anche l’utilizzo della tecnica ‘freeze all’ che interrompe il ciclo a fresco per il congelamento di tutti gli ovociti prelevati e/o embrioni prodotti. Le percentuali di gravidanza conseguenti a tecniche con crioconservazione, aumentano sia se il calcolo viene effettuato su scongelamento sia su trasferimento.

A fronte di ciò a diminuire sono i parti gemellari e i trigemini, che si attestano in linea alla media europea anche se con marcate differenze di carattere regionale.