Aiutare i farmacisti a vivere al meglio la loro professione. Per fare questo, utilizzo diversi metodi e strumenti che, come farmacista, cosmetologa e trainer, ho affinato in molti anni di studio e pratica in aula. Lavorare nel mondo della formazione dei farmacisti significa incontrare situazioni difficili, di chiusura o di rifiuto a uscire dalla propria zona di comfort, ma anche confrontarsi con realtà molto evolute e stimolanti.

Oggi, sempre più, i farmacisti si affacciano al mondo della formazione per trovare spunti di crescita professionale, per affrontare nodi del passato mai completamente superati, per aumentare la propria autostima e lavorare sulla fiducia in se stessi. Aggiornarsi, non solo dal punto di vista tecnico-scientifico, ma anche delle soft skill (capacità relazionali e comportamentali) è molto importante. Infatti, alzare il livello di consiglio e le competenze permette di gestire l’assortimento commerciale in modo quali-quantitativamente più efficace.

Per fare ciò, i farmacisti hanno molti strumenti innovativi a disposizione. Quindi, occorre investire in efficaci percorsi formativi di crescita personale, relazionale, professionale, commerciale e manageriale.

l microlearning on the job

È un modello di apprendimento in pillole, che propone al farmacista di assimilare competenze comportamentali e tecnico-scientifiche disponibili in unità sintetiche di breve durata, da sperimentare rapidamente al banco.

Nella stesura del libro “Pillole per il farmacista. Suggerimenti pratici per rinnovare la professione”, ho utilizzato questo metodo, i contenuti sono presentati con un linguaggio chiaro, coinvolgente, molteplice e visivo.

Le pillole formative sono state suddivise in aree tematiche (motivazione, responsabilità, proattività, consiglio del nutri-cosmetico, self shopping, comunicazione, servizi, sostenibilità e responsabilità sociale) e formulate al fine di raggiungere obiettivi realistici, dare valore alle capacità, individuare i punti di forza e quelli migliorabili.

Il modello formativo “microlearning on the job” è confezionato in pillole, da assumersi sul campo, ovvero in farmacia, in condivisione con il team. Questo metodo facilita l’assimilazione veloce da parte dei farmacisti di contenuti sintetici e mirati e favorisce l’immediata applicazione al banco, generando risultati concreti e duraturi in termini sia qualitativi (reputation della farmacia) sia quantitativi (redditività).

È un allenamento concreto e pratico che permette di individuare le potenzialità individuali, attraverso un lavoro guidato, ma essenzialmente auto-formativo. Il training on the job è considerato uno dei migliori metodi di insegnamento per gli adulti, perché il lavoratore apprende sul campo e non si limita a imparare una serie di nozioni teoriche. La maggior parte dell’acquisizione delle conoscenze e del consolidamento di nuovi e più efficaci comportamenti può e deve avvenire in farmacia.

Si mantengono meglio le conoscenze apprese e il coinvolgimento è superiore se si adotta il modello formativo 70:20:10. Ciò significa che il team impara di più quando sperimenta il 70% dei contenuti formativi direttamente on-the-job, il 20% attraverso la collaborazione con esperti consulenti e colleghi e il restante 10% attraverso i tradizionali metodi di formazione in presenza in aula o da remoto.

L’assunzione di una breve pillola formativa, durante il normale orario di lavoro, permette ai farmacisti di non perdere tempo e di poter mettere subito in pratica le informazioni acquisite, rendendo concreto e performante il percorso formativo. Siamo sempre (anche se non ne siamo consapevoli) in un laboratorio o in una palestra.

Si combatte così il burn out del farmacista, integrando l’aggiornamento continuo, indispensabile per supportare la sua crescita personale e professionale, e permettendo un abbattimento dei costi e dei tempi della formazione. Il farmacista deve allenarsi al banco con costanza, condividendo le nozioni e le nuove idee con il suo team, al fine di elaborare un piano d’azione orientato ai risultati.