Quali sono gli alimenti più allergizzanti per i bambini? Il parere dell’allergologa

Latte e uova sono gli alimenti più allergizzanti nei bambini nei primi anni di vita. Ne parla Carmen Montera, allergologa pediatrica segretario del consiglio direttivo dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri

Una paura diffusa è che i bambini possano sviluppare allergie alimentari: da una parte è vero che queste rappresentano un problema comune in età pediatrica, dall’altra in termini di reale prevalenza e impatto del problema c’è una sostanziale tendenza a sovradimensionare il fenomeno.

alimenti allergizzanti

Gli alimenti più allergizzanti

Bisognerebbe partire dal presupposto che sono otto gli alimenti che causano il 90% delle allergie nei bambini.
Nei primi anni di vita: latte e uova.
Nelle fasi della crescita: grano, arachidi, soia, frutta a guscio, crostacei, pesce.

Latte

Secondo le più recenti evidenze scientifiche disponibili, non ha senso ritardare l’introduzione degli alimenti allergizzanti durante lo svezzamento con lo scopo di aumentarne la probabiblità di tolleranza, per cui si consiglia l’introduzione degli alimenti solidi non oltre il 6° mese di vita. Sempre più evidenze suggeriscono il ruolo fondamentale, anche in termini di prevenzione dell’allergia, dell’allattamento al seno, la cui durata ottimale dovrebbe essere prolungata, laddove possibile, almeno per i primi 6 mesi di vita e, in ogni caso, non sospeso durante tutto il periodo dello svezzamento, da iniziare tra il 4° e il 6° mese di vita. latte bambino

“Fino a qualche anno fa, in caso di impossibilità a somministrare il latte materno, si raccomandava, in caso di presunto maggiore rischio di sviluppare allergia per familiarità, ad esempio, l’utilizzo di formule lattee particolari, cosiddette a ridotta allergenicità”, chiarisce Carmen Montera, allergologa pediatrica segretario del consiglio direttivo AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri).  “Tuttavia, recentemente, queste raccomandazioni sono state messe in discussione, non riconoscendo a tali preparati un ruolo di prevenzione per cui gli esperti consigliano di ricorrere alle normali formule derivate dal latte vaccinoutilizzati per tutti i lattanti”.

La gran parte degli allergici alle proteine del latte vaccino non tollera il latte di altri mammiferi, come, ad esempio, capra o pecora: si deve diffidare quindi dei messaggi pubblicitari che sostengono la tolleranza a latte di altra specie senza comprovata sperimentazione clinica. Nettamente superiore è invece la tolleranza alle proteine del latte sottoposte a digestione enzimatica: su questo principio sono state ideate le formule a base di proteine idrolizzate.

Altro punto importante da considerare è che circa la metà dei bambini con allergia alle proteine del latte vaccino è in grado di tollerarle se contenute in alimenti a base di grano, cotti al forno ad elevate temperature (oltre 150 C°) e per lungo tempo (oltre 30 minuti), come ad esempio i biscotti; tale eventuale tolleranza deve essere valutata caso per caso, sempre con un test di provocazione orale da effettuare in ambiente protetto.

Uova

Per quanto riguarda l’uovo, invece, fino a pochi anni fa veniva introdotto non prima dei 6-7 mesi il tuorlo, e non prima dell’anno l’albume. Numerosi trials hanno mostrato come sia più vantaggiosa, ai fini della riduzione del rischio di comparsa di allergia all’uovo nei mesi successivi, un’introduzione precoce, cioè tra il 4° e il 6° mese di vita. L’unica situazione che richiede una certa prudenza riguarda il bambino affetto da dermatite atopica medio-grave: in questi casi l’introduzione dell’uovo deve essere preceduta da una valutazione allergologica che escluda l’esistenza di una sensibilizzazione verso le proteine dell’uovo, potenzialmente pericolosa al momento dell’assunzione dell’alimento.

uova allergia

Le uova sono frequentemente coinvolte nelle forme allergiche infantili e, come per il latte, si osserva una tendenza all’acquisizione della tolleranza nei primi anni di vita. Circa la metà dei bambini allergici all’uovo sono in grado di tollerare l’uovo cotto al forno con il grano (ad es.  biscotti). Anche in questi casi, tuttavia, valgono le stesse regole cautelative ricordate per il latte. “Le manifestazioni cliniche che possono insorgere in caso di effettiva  allergia al latte o uova sono varie: orticaria, gonfiore delle labbra, voce rauca, tosse, difficoltà a respirare fino ad arrivare allo shock anafilattico, la più temibile delle manifestazioni. Segni e sintomi compaiono da pochi minuti a poche ore dall’assunzione dell’alimento e sono tanto più gravi quanto più precoci. La diagnosi di tali allergie prevede un percorso complesso che richiede la figura dell’Allergologo o Pediatra allergologo, mentre un ruolo di primaria importanza è quello del Pediatra di Libera Scelta o del Medico di Medicina Generale”, conclude Montera.