Quel bruciore alla gola: riconoscere la tonsillite

I più colpiti dalla tonsillite? I bambini sotto i 10 anni, sia per via dell’alta trasmissibilità di virus e batteri nei luoghi chiusi e affollati di scuole/palestre, sia per il sistema immunitario, meno pronto a reagire. Ma anche anziani, immunodepressi e pazienti con patologie pregresse al sistema immunitario

In Italia, negli ultimi anni, circa il 2% delle visite ambulatoriali è stato causato dalla tonsillite. Questa patologia tende ad avere un andamento stagionale, con maggior prevalenza in inverno tra novembre e marzo, quando colpisce per lo più bambini e adolescenti, ma è diffusa anche d’estate soprattutto a causa del colpo d’aria condizionata.

tonsillite e mal di gola

La patologia tonsillare solitamente colpisce in acuto portando un forte dolore alla zona dell’orofaringe con conseguenti problemi di deglutizione, dolori alla fonazione e, a volte, febbre alta. La maggior parte delle tonsilliti è causata da infezioni virali, dagli stessi virus che d’inverno causano raffreddore, influenza e sindromi parainfluenzali. Sebbene la maggior parte dei casi si risolva entro una settimana, il dolore associato a bruciore e alla sintomatologia di raucedine, secchezza delle fauci, malessere generale e senso di stanchezza, può protrarsi nel tempo trasformandosi in tonsillite cronica, spesso associata a febbre bassa ma persistente. La principale differenza tra le due forme è l’intensità del disturbo, più impattante ma passeggero nel primo caso, più persistente e duraturo nel secondo. Il decorso della patologia in acuto generalmente è benigno entro 4 o 6 giorni, mentre in quella cronica può portare a sviluppare ipertrofia del tessuto tonsillare e può essere associata a un deficit del sistema immunitario di difesa. La tonsillite cronica può manifestarsi per più settimane consecutive, con sintomi che sembrano affievolirsi e poi riaccendersi, ma con una continua flogosi tonsillare di fondo, con presenza di edema o eritema peritonsillare persistente.

Il passaggio dallo stadio acuto a quello cronico solitamente si manifesta nell’età adulta e dipende dalla virulenza dell’agente patogeno, dallo stato di salute del soggetto e da eventuali terapie pregresse non adeguate ovvero da una non corretta diagnosi iniziale. Però, le forme croniche non devono essere confuse con le forme recidivanti, o ricorrenti, che invece tendono a presentarsi con frequenza elevata in età pediatrica, soprattutto in soggetti tra i 6 e i 12 anni. In questo caso, infatti, la tonsillite tende a manifestarsi con una sintomatologia simile a quella in acuto, con sintomi impattanti che si ripresentano da 4 a 6 volte l’anno. Come tutte le patologie a trasmissione aerea, anche la tonsillite vanta un’alta trasmissibilità. Infatti, durante la manifestazione dei sintomi in acuto, stadio della patologia associato al più alto rischio di contagio, è raccomandabile evitare di frequentare luoghi affollati, vicinanza con persone immunodepresse, bambini e anziani. La prevenzione è un’ottima risorsa per limitarne la diffusione: lavarsi le mani dopo aver tossito o starnutito, così come coprire la bocca con la mano o un fazzoletto durante gli attacchi di tosse sono regole di igiene basilari per limitarne diffusione e contagio.

Tonsille: cosa sono  e a cosa servono

Le tonsille sono organi di tessuto linfatico che solitamente hanno forma ovoidale e una grandezza pari a quella di una mandorla. Le tonsille palatine, coinvolte nell’infiammazione che causa il generico “mal di gola”, si trovano nell’orofaringe ai lati dell’ugola e sono particolarmente visibili nello stato acuto dell’infiammazione, cioè quando risultano ingrossate, rosse e doloranti. La presenza delle tonsille, sebbene nell’adulto questi organi vadano incontro a progressiva atrofia, ha un ruolo importante soprattutto nella prima infanzia: nei neonati il tessuto linfatico tonsillare svolge un ruolo protettivo completando l’azione difensiva del sistema immunitario sulle prime vie respiratorie.