Racca: nessuno sviluppo a breve sulla remunerazione

Annarosa Racca

Il voto politico degli scorsi 24 e 25 febbraio avrebbe dovuto ridare stabilità e certezze a un sistema Paese del quale naturalmente le croci verdi sono, per valore economico e per la vicinanza al cittadino, parte essenziale. L’esito ha lasciato invece aperti temi cruciali come la remunerazione.

«Alla farmacia come al Paese servono stabilità e certezze per investire e programmare. Sicuramente non c’è bisogno d’interventi dirompenti ed estranei a una logica di sistema, volta a migliorare e ad avvicinare ai cittadini il Sistema sanitario nazionale». Così esordisce a Farmacia news la presidente di Federfarma Annarosa Racca a breve distanza da quelle elezioni politiche di fine febbraio che hanno lasciato il Paese con poche stabilità e certezze. E che, per quel che concerne le croci verdi, portano con sé l’aggravante di lasciare inevasi temi scottanti come quello della remunerazione sul quale si attendevano invece sviluppi decisivi. «È difficile prevedere i tempi per la sua entrata in vigore», ha detto Racca, «visto che la Conferenza Stato-Regioni non ha posto il tema all’ordine del giorno e che, in attesa che si insedino il nuovo Parlamento e il nuovo Governo, è veramente improbabile che il ministro Balduzzi arrivi a una definitiva soluzione del problema nel breve lasso di tempo in cui rimarrà ancora alla guida del dicastero. L’entrata in vigore della nuova remunerazione», ha proseguito la presidente di Federfarma, «è stata rinviata insieme ad altre scadenze al 30 giugno. Sarà il nuovo Governo a doversi occupare di questo argomento. In ogni caso non abbiamo dubbi: l’accordo firmato il 16 ottobre, per noi, è il punto fermo da non abbandonare». Al di là di questo, il quadro è di ardua lettura per altri motivi: «È impossibile prevedere l’approccio nei confronti della farmacia di un assetto politico tutto da definire. Spero che un Governo si formi e possa essere operativo quanto prima», ha detto Racca, «e gli assicuro piena disponibilità al confronto da parte delle farmacie. Lo invito a pensare ai bisogni dei cittadini, specie alla tutela della salute e alla salvaguardia del servizio farmaceutico, un valore da conservare e potenziare».

C’è un forte bisogno «di regole» che diano la certezza «di poter accedere al servizio sempre e ovunque con standard omogenei. Lo stesso Balduzzi», ha proseguito Racca, «ha detto che l’aumento numerico delle farmacie sostituisce l’ipotesi di liberalizzazione della fascia C con ricetta. Per i cittadini la farmacia è più che mai in tempi di crisi un punto di riferimento forte sul territorio».

Anche per questo se ne teme il depauperamento: «Se valorizzata e più integrata nel Ssn può dare un contributo importante per favorire deospedalizzazione e rafforzamento delle cure domiciliari, a vantaggio dei cittadini e di una più razionale gestione delle risorse disponibili presso il Ssn stesso. Ma certamente è ora di invertire la rotta rispetto agli interventi del recente passato che hanno preso la farmacia di mira mettendone a rischio le funzioni di presidio sanitario territoriale».

Roberto Carminati