AIFA: nel 2017 meno antibiotici ma si deve fare meglio per contrastare l’antibioticoresistenza

Nei giorni scorsi, l’Agenzia italiana del farmaco, AIFA, ha pubblicato Il ‘rapporto nazionale sull’uso degli antibiotici’ contenente i dati relativi all’utilizzo di questi medicamenti in Italia nel 2017. l consumo nazionale di questo tipo di farmaci è alto, superiore alla media degli altri paesi europei, ma risulta in calo rispetto al passato.

Bambini e anziani i principali consumatori di antibiotici

I bambini fino al quarto anno di vita e gli ultrasettantacinquenni risultano essere i principali utilizzatori di questa categoria di prodotti farmaceutici. Secondo AIFA, “una parte rilevante di prescrizioni potrebbe essere evitata” cercando di porre un freno alla resistenza batterica agli antibiotici che rappresenta ormai un pericolo a livello mondiale. Si tratta di un fenomeno, spiega AIFA,  “favorito dal consumo inappropriato e dall’abuso degli antibiotici; esso rappresenta un problema di salute pubblica molto rilevante a livello mondiale, causando un incremento della mortalità, degenze ospedaliere prolungate e costi sanitari e sociali molto elevati. L’Italia è tra i Paesi europei con i maggiori consumi (sebbene da alcuni anni il trend sia decrescente) e con i tassi più elevati di resistenza e multi-resistenza (resistenza di un batterio ad almeno quattro antibiotici di classi diverse)”.

A questo proposito, a dimostrazione dell’estrema rilevanza di questo fenomeno, AIFA cita nel suo rapporto i dati pubblicati dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC): nel 2015 sono stati registrati in Europa 671.689 casi di infezioni dovute a batteri resistenti agli antibiotici e vi sono stati 33.110 decessi. Un terzo di queste morti si è verificato in Italia.

I consumi italiani di antibiotici

Nel 2017 sono state consumate nel nostro Paese 25,5 dosi al giorno ogni mille abitanti, DDD/1000 abitanti ab die, quantità inferiore al 2016 ma comunque sempre superiore alla media europea. Il Servizio Sanitario Nazionale, SSN, ha distribuito l’85% del quantitativo totale (meno 1,6% rispetto al 2016) e la spesa per ogni italiano è risultata di 14,33 euro, (meno 1,7% rispetto al 2016). Il Sud Italia e le Isole sono in testa alla classifica dell’utilizzo di antibiotici (24,9 dosi al giorno ogni mille abitanti,) rispetto al Centro (20,7 DDD/1000 ab die) e al Nord (15,6 DDD/1000 ab die). Campania e Puglia hanno però registrato la maggiore riduzione del consumo (meno 5,5% e meno 6,8%, rispettivamente). I bambini (nei primi quattro anni di vita) e gli anziani sopra i 75 anni risultano essere i principali consumatori. Sono state valutate sei regioni italiane, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Puglia: nel 2017, spiega il rapporto AIFA, “il 41,4% della popolazione pediatrica (0-13 anni) appartenente alle sei regioni analizzate ha ricevuto  almeno una prescrizione di antibiotici sistemici, e sono state prescritte in media 2,6 confezioni di questi farmaci. Si osserva un picco di prevalenza d’uso del 50%, senza differenze tra maschi e femmine, nel primo anno di vita del bambino. Questo valore si mantiene pressoché costante fino ai sei anni di età. La prevalenza diminuisce poi progressivamente fino ai 13 anni di età, dove si attesta al 30%”.

antibiotici

Puntualizzando questi dati, AIFA sottolinea la necessità di “porre una particolare attenzione all’uso degli antibiotici in questa fascia di popolazione”. ll rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco costituisce un contributo alla sorveglianza sul consumo di questa categoria di farmaci. Si tratta di un’attività prevista dal primo Piano nazionale di Contrasto nei confronti dell’antimicrobico-resistenza (Pncar) 2017-2020, elaborato a livello nazionale, regionale e locale sulla base delle indicazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità.