Da Sunifar un progetto per le Aree Interne

Aree interne Italia Appennino

Sunifar, in collaborazione con Cittadinanzattiva e Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani), presenta un progetto volto a migliorare la qualità della vita delle persone nelle Aree Interne del Paese

“Le Aree Interne sono quelle lontane dai centri principali per cui i residenti hanno difficoltà ad accedere a servizi essenziali e, in particolare, a scuola, trasporti, sanità; coprono circa il 60% del territorio nazionale e in esse risiede quasi il 22% della popolazione italiana”, spiega Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar.

Silvia Pagliacci Sunifar
Silvia Pagliacci, presidente di Sunifar

“Nel 2012 il Ministero della coesione territoriale ha messo a punto la Strategia Nazionale per le Aree Interne volta a  contrastare, nel medio periodo, il declino demografico di questi territori. Ma dal primo Rapporto Annuale sulla Farmacia, predisposto da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma, risulta che solo in 12 delle 72 strategie locali elaborate dal Consiglio dei Ministri sia previsto un ruolo specifico per le farmacie, spesso con un riferimento generico alla Farmacia dei servizi, malgrado esse siano l’unico presidio sanitario facilmente accessibile. E non parlo solo di farmacie rurali, ma anche di farmacie urbane, perché nelle Aree Interne sono presenti anche centri con più di 5.000 abitanti”. Insieme a Cittadinanzattiva e con la collaborazione dell’Uncem, Sunifar ha elaborato un progetto per consentire ai farmacisti delle Aree Interne di poter partecipare ai lavori delle associazioni dei sindaci e facilitare così il coinvolgimento delle farmacie nelle attività previste. Obiettivo del progetto è la definizione di linee guida per l’erogazione di una serie di servizi, ritenuti particolarmente utili nelle Aree Interne.

Aree interne Italia Appennino

Le aree di intervento

Le principali difficoltà della popolazione delle Aree Interne sono di ordine logistico, poiché tali zone, per definizione, sono quelle più lontane dai centri abitati principali, nei quali sono erogati i servizi pubblici essenziali e, in particolare, quelli sanitari. “In quest’ottica abbiamo individuato cinque macro-aree principali di intervento, e per ciascuna dei servizi di particolare utilità, nell’ambito delle quali le farmacie possono dare un contributo rilevante nel semplificare la vita delle persone e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria ricevuta”.

  • Prevenzione (test diagnostici di prima istanza, screening di prevenzione di patologie di forte impatto sociale)
  • Servizi di front-office (prenotazioni, pagamento ticket, ritiro referti)
  • Diagnostica e tele-assistenza (prestazioni di telemedicina, come  ecg, holter cardiaco e pressorio, telespirometria)
  • Assistenza domiciliare (consegna di farmaci, dispositivi, materiale per medicazioni e consulenza sanitaria su interazioni, alimentazione ecc.)
  • Emergenza-Urgenza (defibrillatori ed effettuazione di piccole medicazioni).

La farmacia come struttura polifunzionale

“Se coinvolte in queste attività le farmacie rurali – e più di tutte quelle delle Aree Interne – disponibili per vocazione a farsi carico dei problemi dei cittadini nelle zone disagiate, possono svolgere pienamente il ruolo di centro di aggregazione socio-sanitaria e costituire un punto di riferimento pressoché esclusivo per l’intera comunità, diventando un problem solver, cioè una struttura polifunzionale che dà risposte a tutti i tipi di problematiche, uno sportello che indirizza il cittadino sul percorso più adatto per i suoi problemi”, conclude Silvia Pagliacci.