Dopo un primo report pilota pubblicato nel 2022, il Ministero della Salute ha pubblicato recentemente il secondo rapporto 2019-2023 relativo agli interventi di impianto o rimozione di protesi mammaria effettuati nell’ambito della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e trasmessi su base volontaria dai chirurghi che operano sul territorio nazionale. I risultati sono frutto delle analisi condotte sui dati raccolti nel Registro Nazionale degli impianti protesici mammari istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità – ISS, dal 25 marzo 2019 al 31 agosto 2023. 

Piace qui ricordare che dal 1° agosto 2023, la nuova piattaforma informatica del Registro nazionale, istituita presso il Ministero della Salute, raccoglie in tempo reale i dati provenienti dalle regioni e provincie autonome. A decorrere da tale data, gli operatori sanitari che impiantano o rimuovono protesi mammarie hanno l’obbligo di registrare gli interventi nel registro della Regione o PA in cui è stato eseguito l’intervento.

Il Rapporto

Il Rapporto mette in luce gli interventi effettuati, la mobilità regionale dei pazienti, le procedure eseguite, le ragioni principali che hanno portato ad un intervento di revisione, le tipologie di dispositivi impiantati.

Il report descrive altresì le attività di monitoraggio e vigilanza messe in atto dal Ministero della Salute in relazione alle condizioni cliniche potenzialmente associate ad un intervento di protesi del seno.

I dati principali

Dall’analisi condotta è emerso che gli interventi sono suddivisi in modo quasi equo tra chirurgia ricostruttiva e chirurgia estetica, anche se i primi sono di poco superiori ai secondi (53,4% vs 46,6%). 

Circa ¾ degli interventi effettuati sono stati primi impianti di protesi mammaria (74,4%); il 25,6% degli interventi ha interessato invece procedure di revisione dell’impianto per sostituzione o rimozione.

L’età media delle pazienti che si sono sottoposte ad intervento di impianto o rimozione di una protesi mammaria, è risultato pari a 48 anni; l’età media delle pazienti all’impianto per finalità ricostruttiva è risultato pari a 51 anni mentre l’età media delle pazienti che hanno scelto di ricorrere all’intervento di protesi mammaria per finalità estetica è risultato pari a 36,7 anni.

L’analisi dei dati clinici dei pazienti registrati evidenzia come l’88,2% dei pazienti che si sono sottoposti a impianto o rimozione di una protesi mammaria per finalità ricostruttive ha dati anamnestici di rilievo per questo tipo di chirurgia, contro solo il 19,3% di coloro che lo hanno fatto per ragioni estetiche. Tra le variabili rilevate si ritrovano: il fumo, l’ipertensione, il diabete, disturbi della coagulazione, allergie, malattie autoimmuni, eventuali mutazioni genetiche indagate e pregresse terapie oncologichesi legge nel documento ministeriale. 

Più in generale è emerso che nel 59,7% delle procedure si è trattato di intervento bilaterale mentre gli interventi monolaterali hanno interessato il 55,7% delle procedure eseguite con finalità ricostruttiva e appena il 4,5% di quelle effettuate per ragioni estetiche.

Le ragioni principali dell’intervento

Nell’ambito degli interventi ricostruttivi, in quasi 8 casi su 10 (77,9%) le protesi sono state impiantate a seguito di una diagnosi di tumore della mammella: nel 63,5% dei casi a seguito di mastectomia radicale con risparmio di cute e capezzolo. La protesi è stata posizionata immediatamente nel 61,4% dei casi; nel 38,6% a seguito della rimozione di un espansore.

Per quanto riguarda l’ambito estetico, le ragioni per l’impianto sono state dettate nella maggioranza dei casi da ipoplasia o ipotrofia mammaria (72,6%).

Le cause di re-intervento

La causa principale di re-intervento in pazienti che avevano impiantato protesi per finalità ricostruttiva è emersa essere la contrattura capsulare (31,7%), nel 15,1% dei casi, la procedura è stata effettua a seguito della rottura della protesi; nel 20,4 % dei casi, senza che ci fosse stato un problema correlato al dispositivo, per la correzione di eventuali asimmetrie o variazioni volumetriche. 

Per quanto riguarda la revisione negli interventi effettuati con finalità estetica, l’intervento di revisione è stato effettuato per il verificarsi di contrattura capsulare nel 32% dei casi o per la rottura della protesi, nel 24,2%.

Le tipologie di protesi

Le protesi cui si è fatto maggiormente ricorso sono state quelle di forma anatomica per gli interventi di tipo ricostruttivo (92%) e tonda in ambito estetico (63%).

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here