La ricetta esclusivamente dematerializzata, cioè solo in formato digitale, entrerà potenzialmente in vigore dal 2025, secondo quanto prevede l’art. 54 del disegno di legge per la Manovra 2025. Farmacisti e medici esprimono perplessità al riguardo, sollevando criticità e difficoltà specie per alcune tipologie di pazienti o per problematiche tecniche.

Poche le eccezioni

Le ricette cartacee, rosse e bianche, potranno presto sparire ed essere utilizzate solo per alcuni specifici farmaci, lasciando il posto alla ricetta dematerializzata. La decisone si fonda su almeno due motivazioni: rendere la ricetta elettronica strutturale senza bisogno di rinnovare proroghe (la prossima scadrà a fine 2024) e migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, favorendo anche l’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, ancora sottodimensionato rispetto alle effettive potenzialità.

Motivazioni più che valide con tuttavia alcuni ma, espressi coralmente dagli operatori sanitari, farmacisti e medici in primo luogo. La ricetta dem potrebbe costituire un problema per l’anziano, per persone con difficile accesso a strumenti digitali, così come in caso di questioni tecniche legate all’utilizzo o al blocco della stessa piattaforma e, non ultimo, in caso di questioni terapeutiche. Non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili, tra questi sonniferi e tranquillanti, che sono di largo uso nella popolazione. Resterà comunque possibile per medici e cittadini continuare a stampare le ricette, ma dovranno sempre essere generate in formato digitale.

Cosa dicono i farmacisti

Se da un lato per le farmacie la dematerializzazione delle ricette semplifica la parte burocratico-amministrativa, i problemi di stabilità del sistema generano incertezze. Per esempio, dato che senza una ricetta elettronica a sistema non è possibile erogare alcun farmaco, ciò costituisce un problema se la ricetta dematerializzata caricata dal medico a sistema funzionante non può poi essere consultabile dal farmacista a causa di un blocco della piattaforma, evento che potrebbe causare la perdita della ricetta senza possibilità di recupero.

Alcune potenziali soluzioni si profilano all’orizzonte, tra queste la proposta di Federfarma Veneto, che suggerisce ai medici di medicina generale (MMG) di tornare/continuare a stampare materialmente le prescrizioni o, in caso di blocco del sistema, di usare il ricettario rosso, garantendo sempre ai pazienti la dispensazione dei farmaci urgenti.

Se da un lato tale proposta rappresenta uno “scacco” per la digitalizzazione, implicando di nuovo l’accesso fisico in ambulatorio fra paziente e medico, in frangenti tecnici, critici, costituisce l’unica possibilità per garantire al paziente la “sua” terapia, con continuità, efficienza e efficacia del servizio.

L’opinione dei Mmg

Sebbene l’obiettivo sia quello di migliorare l’efficienza e monitorare meglio le prescrizioni, dicono infine i medici, il rischio è che la misura non tenga conto dell’attuale capacità del sistema informatico di sostenere un carico esclusivamente digitale.