La dematerializzazione della ricetta ha raggiunto un livello di copertura molto elevato per quanto attiene l’ambito farmaceutico, tanto che di recente il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, ha richiesto che la misura, rinnovata fino a fine 2023 dal decreto Milleproroghe, diventi strutturale
La ricetta elettronica, disciplinata dal Decreto interministeriale del 2 novembre 2011 per l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale da parte dei cittadini, ha preso largamente piede nel pieno dell’emergenza pandemica Covid-19 come ricetta dematerializzata nel marzo 2020, quindi in assenza del promemoria cartaceo, per assicurare la disponibilità di farmaci ai soggetti più fragili e, in generale, ridurre l’afflusso di pazienti negli studi medici.
L’estensione della dematerializzazione
Il decreto interministeriale del 25 marzo 2020 ha previsto l’estensione della ricetta dematerializzata ai farmaci con piano terapeutico Aifa e ai medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Alla fine dello stesso anno, il 30 dicembre 2020, un ulteriore decreto è andato nella direzione di un potenziamento della dematerializzazione delle ricette, estendendola anche a farmaci non a carico del SSN.
Ricette dematerializzate, dati 2022
La misura è stata accolta con particolare favore ben oltre il periodo emergenziale più duro, tanto che le ricette dematerializzate nel 2022 hanno raggiunto – stando ai dati della Ragioneria dello Stato – il 95% per la spesa farmaceutica e l’83% per prestazioni specialistiche. Quindi l’estensione al 2023 dell’impiego di strumenti alternativi al promemoria cartaceo, previsto dal Milleproroghe, sembra andare nella giusta direzione.
Dematerializzazione come misura strutturale
In audizione alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato sul decreto Milleproroghe, il Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, ha richiesto di rendere la ricetta dematerializzata una misura strutturale. Anche alla luce dei dati riportati in precedenza, il presidente di Farmindustria ha sostenuto quanto sia importante «arrivare a una misura strutturale e definitiva dell’adozione della ricetta dematerializzata e quindi dell’implementazione della digitalizzazione».
Il decreto Milleproroghe ha difatti spostato di un anno la possibilità di utilizzare il numero di ricetta elettronica (NRE) che potrà essere comunicato al farmacista per l’ottenimento del medicinale, con sms, email o mostrandolo dal telefono, fino al prossimo 31 dicembre.