Un accorato appello ad appoggiarsi alla rete della farmacia dei servizi per utilizzare in modo efficace i fondi stanziati per lo screening dell’epatite C nella popolazione italiana è giunto dal senatore Antonio Tomassini, presidente dell’Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute e la Prevenzione, nel corso di un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma.

L’evento è stato realizzato coinvolgendo le figure chiave in tema di Epatite C (clinici, istituzioni e associazioni di pazienti) per promuovere un impiego rapido ed efficace dei 71,5 milioni di euro stanziati dal governo nel febbraio del 2020 con il Decreto Mille Proroghe per questo fine.

L’obiettivo di eradicare l’infezione da Hcv nel nostro Paese è fissato per il 2030 e rientra nel quadro più generale della lotta alla diffusione delle epatiti virali indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Nel corso dell’incontro sono stati messi a fuoco e condivisi elementi fondamentali e ruoli nell’organizzazione dello screening di popolazione al fine di contribuire a uno sviluppo efficace ed efficiente dei piani regionali. Tocca ora alle Regioni, infatti, approfondire strumenti e piani di diagnosi, prevenzione e cura per combattere l’Hcv.

Un’occasione importante potrebbe essere quella di attuare lo screening in un momento di vaccinazione di massa come quello della vaccinazione antinfluenzale e/o anti-Covid nella prossima stagione invernale, che viene attuata anche attraverso le farmacie, che affiancano i medici di medicina generale e i centri vaccinali. Altri luoghi privilegiati per realizzare lo screening potrebbero essere i pronto soccorso, le carceri e i SERD (Servizi per le dipendenze patologiche), dove è più alto il rischio di riscontrare il virus.

Il virus e le terapie

L’infezione cronica causata dal virus dell’Epatite C (Hcv) è una delle principali cause di morbosità e mortalità correlate a malattie del fegato, incluso il tumore, sia in Italia sia nel mondo. L’incidenza stimata è dell’1%, pari a circa 500 mila italiani, maggiore sopra i 65 anni, con un enorme numero di casi sommersi. La natura infettiva della patologia fa sì che la diffusione continui se non si interviene individuando e curando i pazienti silenti (senza sintomi manifesti).

Loretta Kondili, Medico Ricercatore presso il Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto superiore di sanità e Responsabile della Piattaforma italiana per lo studio delle terapie delle epatiti virali (Piter), ha ricordato che le terapie esistenti consentono l’eradicazione completa del virus, e quindi la guarigione, nel 98% dei pazienti trattati. Una percentuale enorme, inusuale per qualsiasi farmaco e unica nel campo delle infezioni virali trasmissibili già in atto.

Purtroppo, gli stanziamenti sono arrivati a ridosso della comparsa della pandemia, che ha comportato una inevitabile battuta d’arresto per il programma, previsto per l’anno 2020 e 2021. Sarà opportuno prorogare il periodo di utilizzo dei fondi dedicati perché il tempo residuo non sarà probabilmente sufficiente a utilizzarli pienamente al meglio e a portare a termine il progetto. Nel frattempo, sarà possibile studiare un modo per coinvolgere efficacemente le farmacie.