Sifo, contro la crisi un risparmio ragionato

Laura Fabrizio

L’apertura del 34° Congresso Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) è stata l’occasione per la presidente, Laura Fabrizio, sia di presentare il ruolo dei professionisti che si raccolgono sotto il nome della società scientifica da lei rappresentata sia di puntare l’attenzione sulle attese della sanità e della professione del farmacista in ospedale e nelle aziende sanitarie. Il titolo del congresso fa ben intuire i temi approfonditi durante la tre giorni: “Progettare il futuro tra continuità e cambiamento: sanità, professioni e cittadini”.
“Le parole chiave”, esordisce Fabrizio durante la conferenza stampa di presentazione dei lavori congressuali, “sono come affrontare la crisi che porta a continui tagli in sanità e come il farmacista ospedaliero possa mettersi dalla parte del cittadino”. “In ogni momento del percorso di vita di un medicinale c’è la possibilità”, pone l’accento la presidente Sifo, “di apportare un risparmio per volgerlo verso cure innovative e costose. E i farmacisti attraverso il loro lavoro quotidiano e le competenze messe in campo, dalla stesura degli appalti di gara per gli acquisti, alla partecipazione ai comitati etici, dalla galenica al controllo della logistica, fino allo smaltimento dei farmaci, assicurano la prescrizione di prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo”.
A proposito dei costi per le terapie, Laura Fabrizio non accetta il semplice accostamento tra la spesa farmaceutica ospedaliera che sale, mentre quella territoriale scende. “Questo dato deriva dalla presenza di farmaci innovativi e costosi nel capitolo della spesa ospedaliera”, precisa. E neppure ci dovrebbe essere concorrenza tra le attività delle due categorie di farmacisti all’interno del Ssn: chi lavora in ospedale e presso i servizi farmaceutici delle Asl da una parte e chi presta servizio nelle farmacie private dall’altra. “Si tratta di professionisti che lavorano all’interno dello stesso Sistema sanitario con la prerogativa comune di portare avanti un progetto di continuità di cura tra ospedale e territorio”, sottolinea la presidente Sifo, “anzi una collaborazione tra le due figure che andrà coltivata ponendo al centro il cittadino”. Prosegue Fabrizio: “Alcuni farmaci, come gli oncologici orali, richiedono un monitoraggio costante e la distribuzione diretta consente di controllare il paziente anche una volta dimesso, mentre altri farmaci, anche per terapie croniche importanti, possono essere distribuiti dai farmacisti del territorio, che, peraltro, hanno una grande opportunità di aumentare la propria professionalità con la piena realizzazione della farmacia dei servizi”.
Il farmacista di dipartimento, invece, si rivela, una possibilità interessante proprio per i farmacisti ospedalieri che potrebbero affiancare il medico in reparto. Francesco Cattel, presidente del congresso Sifo, ha seguito da vicino il progetto pilota, conclusosi un anno fa,  in cinque centri e che ha apportato benefici sia in termini di razionalizzazione della spesa, sia di sicurezza dei pazienti. Cattel ha sottolineato che “si è trattato di un risparmio medio del 40 %, stimabile nel complesso in poco meno di 1 milione di euro”.
Sifo ha quindi promosso un nuovo ciclo di sperimentazioni che riguarderanno, stavolta, 10 centri ospedalieri per dimostrare l’importanza del farmacista di dipartimento nell’ambito dell’antibiotico terapia. Un successivo sviluppo di queste figure, già diffuse in altre nazioni anche con organizzazioni sanitarie simili a quella italiana, potrebbe portare anche a un aumento, rispetto agli attuali, del numero di neo specializzati in Farmacia ospedaliera che troverebbero una collocazione idonea alla propria preparazione.