Gli Italiani preferiscono i social per ottenere informazioni sul diabete, malattia molto diffusa tra la popolazione che affligge più di 4 milioni di italiani. Facebook e Twitter hanno una percentuale di post pubblicati pari al 33,3 e al 29,8%, ma è YouTube a dominare la scena con il suo 87,5%. Peccato che nell’oltre metà dei casi i dati pubblicati siano privi di fondamento medico-scientifico. Questi dati sono emersi da una ricerca promossa dalla casa farmaceutica Sanofi e realizzata da Brand Reporter Lab con la partnership scientifica di AMD (Associazione Medici Diabetologi).
Lo studio su social, diabete e fake news
Lo studio, realizzato attraverso l’impiego della piattaforma BlogMeter, riguarda il periodo compreso tra il primo gennaio e il 30 settembre 2018. Lo scopo era quello di valutare la situazione in riferimento alla pubblicazione di fake news, tema di grande attualità che non riguarda certamente solo il diabete. Complessivamente sono stati esaminati 133.000 post contenenti informazioni specifiche sulla malattia per un totale di 11,4 milioni di consultazioni. I dati dello studio sono stati presentati il 14 novembre 2018 in occasione del World Diabetes Day, giornata dedicata quest’anno al tema “la famiglia e il diabete”. Si tratta di un argomento di notevole importanza, così rilevante che verrà riproposto tout court anche in occasione della prossima edizione che si terrà nel 2019.
I social contengono notizie spesso prive di fondamento scientifico
I risultati della ricerca sono stati molto deludenti in relazione alla qualità delle informazioni pubblicate sui social. Il 60% dei post maggiormente letti è risultato infatti completamente privo di fondamenti medico-scientifici, l’8% conteneva informazioni vere solo in parte, mentre solo il 32% dei contenuti poteva essere definito attendibile. Su una scala di valutazione del pericolo da 0 a 5, considerato l’insieme del 60% di notizie completamente false, 33 presentavano un grado di pericolo tra 2 e 3, 19 di grado 1 e solo 6 potevano essere considerate innocue.
I contenuti dei post sul diabete pubblicati nei social riguardavano: suggerimenti dietetici (38%), istruzioni su come affrontare la patologia (18%), informazioni su apparecchiature medicali (17%), sintomatologia (12%), cause (9%) e abitudini di vita (8%).
Quali sono le fonti?
Tra le fonti sulle quali si basano le informazioni contenute nei post sul diabete non brillano per piazzamento in classifica nè operatori sanitari esperti del settore e neppure testate giornalistiche specializzate: la prima si trova al 39esimo posto della graduatoria. Le sorgenti di notizie più utilizzate risultano essere quelle non accreditate: canali tematici di incerta qualità relativi alla salute e al benessere (30%), influencer (18%), utenti singoli (8%) e canali specializzati sul diabete di dubbia autorevolezza nel settore (6%).
I commenti alla ricerca
Commentando i risultati di questa ricerca, Diomira Cennamo, direttrice scientifica di Brand Reporter Lab, ha affermato: “Questa ricerca conferma come l’informazione abbia impatti potenziali diretti sulla salute delle persone. Dai risultati emerge infatti che i messaggi che viaggiano nel web 2.0, oltre a essere sempre più disintermediati rispetto alle fonti accreditate da un punto di vista informativo e medico-scientifico, non sono quasi mai innocui. Questa consapevolezza dovrebbe investire tutti gli operatori del settore medico, sia pubblici sia privati, e stimolarli all’ascolto delle vulnerabilità e delle esigenze informative del paziente-utente, oltre all’attivazione di una presenza giocata sui canali in cui hanno luogo l’interazione e la condivisione dei contenuti. Una presenza che dovrà essere in grado di sfruttare le logiche di viralità di questi stessi canali, ad oggi appannaggio di soggetti dall’identità poco chiara e di dubbia autorevolezza e qualità editoriale”.