Preoccupazione da parte delle Regioni alla luce delle previsioni per la spesa sanitaria contenute nel DEF 2022: dal 2022 al 2025 emerge un rapporto spesa sanitaria/PIL in riduzione di 0,8 punti percentuali, pari a circa 15 miliardi

Il documento approvato lunedì 24 ottobre dalla Conferenza Stato-Regioni e inviato al Neo-Presidente del Consiglio Giorgia Meloni indica, tra i principali ambiti di intervento sanitario, investimenti e riforma della medicina territoriale, livello del fabbisogno sanitario nazionale, maggiori costi determinati dall’incremento dei costi dell’energia.

Tra i maggiori nodi da sciogliere, la riforma della governance di farmaci e dispositivi medici, l’aumento del Fondo Sanitario, il problema della carenza di personale, unitamente a indicazioni chiare per adeguare le modalità di gestione della pandemia allo scenario epidemiologico in continua evoluzione.

I principali punti per il settore farmaceutico

Il documento evidenzia il completamento della riforma dell’AIFA come un tassello strategico per la governance del settore farmaceutico e dei dispositivi medici, così come appare fondamentale rivalutare nel complesso e condividere la modalità di determinazione e di ripartizione del payback volto al superamento del tetto della spesa farmaceutica e della spesa per l’acquisizione dei dispositivi medici, con l’esigenza di limitare il contenzioso e dare certezza ed esigibilità degli importi dovuti alle aziende fornitrici, individuando un Ente regolatore centrale, ovvero ministeriale.

La preoccupazione delle Regioni

Dal canto loro, le Regioni vogliono sottolineare i maggiori costi e la necessità di raggiungere un equilibrio economico finanziario per l’anno in corso. Desta inoltre preoccupazione il fatto che le previsioni per la spesa sanitaria contenute nel DEF 2022 presentino dal 2022 al 2025 un rapporto spesa sanitaria/PIL in riduzione di 0,8 punti percentuali, per un ammontare pari a circa 15 miliardi di euro.

Le Regioni sottolineano inoltre che una copertura finanziaria appare necessaria per l’attuazione di nuovi standard e modelli organizzativi e per la conseguente necessaria implementazione del personale. Difatti, la carenza di personale rappresenta un nodo cruciale per la tenuta stessa del Sistema Sanitario Nazionale nella sua complessità, ben oltre l’implementazione della medicina territoriale contenuta nel DM77. Il personale è difatti cruciale per assicurare le migliori cure a tutti i cittadini, tempi di accesso e qualità delle prestazioni e equità territoriale.