La carenza di medicinali in Italia interessa attualmente circa 3 mila prodotti, stando alle più recenti rilevazioni di Aifa. Si va dagli antidepressivi agli antiepilettici, dagli antipertensivi ai diuretici. I problemi che determinano queste carenze sono molteplici, ma i farmacisti sono in prima linea per fare la loro parte

Sulla base dei più recenti dati forniti dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). la carenza di medicinali interessa nel nostro Paese circa 3 mila prodotti: si va dagli antidepressivi agli antipertensivi e agli antiepilettici. Sono interessati anche i diuretici e l’ibuprofene da 600 e da 800 (ma ci sono problemi di approvvigionamento anche per la versione in sciroppo.

Le ragioni delle carenze

Le motivazioni alla base di queste carenze sono molteplici: alcune categorie di farmaci sono state particolarmente richieste per la gestione domiciliare del Covid-19. Non solo: la guerra, la crisi internazionale, la scarsità di materie prime e gli aumentati costi di trasporto hanno impattato in modo significativo sullo slittamento delle consegne.

«Già prima dell’estate avevamo segnalato alle istituzioni la carenza di alcuni farmaci di uso comune, in particolare antidolorifici e antinfiammatori, dovuta a un maggior utilizzo di questi prodotti per il trattamento domiciliare dei sintomi del Covid. L’aumento delle richieste si somma agli effetti della crisi internazionale che penalizzano tutta la filiera del farmaco, causando evidenti disagi per i pazienti» ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), intervistato da Espansione TV.

A questo si aggiunge, inoltre, il disallineamento dei prezzi dei farmaci in Italia rispetto agli altri Paesi, che può aver determinato problemi di approvvigionamento, come ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, secondo quanto riporta la Federazione.

«Le difficoltà di approvvigionamento  riguardano i principi attivi, ma anche i materiali necessari per il confezionamento dei prodotti farmaceutici come il vetro delle fiale, la pellicola di alluminio che chiude il blister o la plastica conformata per alloggiare le compresse – ha aggiunto Mandelli – C’è poi il problema dell’aumento dei costi dell’energia e del caro carburante che si riversano sulle imprese produttrici e sulla catena distributiva, non essendo possibili fluttuazioni del prezzo dei farmaci che è deciso dallo Stato».

La risposta delle farmacie

Le farmacie, dal canto loro, si sono subito attivate per poter sopperire alle carenze mettendo in campo preparazioni galeniche, come è stato per l’ibuprofene per uso pediatrico, che ha rimesso al centro dell’attività dei farmacisti la galenica, essenziale per non far mancare ai cittadini i medicinali di cui necessitano.

«Abbiamo segnalato prontamente il problema e ci siamo attivati per sopperire alle carenze di alcuni medicinali di origine industriale, in particolare di uso pediatrico, allestendo i preparati in laboratorio e dispensandoli senza necessità di ricetta medica» ha spiegato a tal proposito il presidente di Fofi.

Un altro elemento, questo, che ha mostrato la centralità della farmacia all’interno del nuovo assetto del Ssn come primo presidio di salute di prossimità. «I farmacisti, ancora una volta, si sono dimostrati un elemento fondamentale per realizzare la prossimità delle cure, prossimità che è un’esigenza reale del Paese. L’invito ai cittadini resta quello di evitare inutili corse per l’accaparramento dei medicinali e di rivolgersi al farmacista di fiducia che è sempre a disposizione per informare e orientare sulla scelta del farmaco» ha concluso Mandelli.