Spesa sanitaria, il report della Ragioneria Generale dello Stato

spesa farmaceutica

Pubblicato l’ottavo report della Ragioneria Generale dello Stato sulla spesa sanitaria dal titolo “Il monitoraggio della spesa sanitaria 2021”. Nell’anno del Covid, la spesa sanitaria ha sperimentato un autentico boom, con +6,5 miliardi di euro. A crescere tutte le voci, ad eccezione di acquisti da privato e spesa out of pocket

Nell’anno del Covid la spesa sanitaria, complice la pandemia, ha sperimentato un aumento senza precedenti, pari al +6,7% rispetto al 2019, mentre fino al 2019 i tassi di variazione erano stati inferiori al 2%. In termini assoluti, nel 2020 la spesa sanitaria ha raggiunto i 123,4 miliardi di euro (nel 2012 era pari a 110,4 miliardi), con un +6,5 miliardi di euro rispetto all’anno prima. Un leggero incremento ha interessato anche la spesa relativa al personale sanitario che, tuttavia, in rapporto al totale, è scesa a un livello inferiore al 30%. Complici le restrizioni pandemiche, in calo le prestazioni da privati, così come la spesa out of pocket dei cittadini, eccezion fatta per farmacie e parafarmacie.
È quanto emerge dal nuovo rapporto della Ragioneria Generale dello Stato “Il monitoraggio della spesa sanitaria 2021” relativo all’anno 2020.

Innanzitutto, ricorda il rapporto, la spesa sanitaria si divide in 4 macro componenti: redditi da lavoro dipendente, consumi intermedi, prestazioni sociali in natura corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market e altre componenti di spesa. Nel corso degli anni l’incidenza delle singole componenti è variata: negli ultimi 9 anni, alla contrazione dei redditi da lavoro dipendente e della farmaceutica convenzionata si è contrapposto un aumento in altri aggregati, specialmente nei consumi intermedi. Nel 2020, i maggiori costi connessi alla pandemia hanno determinato una rimodulazione delle diverse componenti rispetto a quello che era stato un sostanziale stallo rilevato nell’ultimo triennio.

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Una crescita a più velocità: le differenze regionali

La crescita registrata nel 2020 ha evidenziato, ancora una volta, un Paese a più velocità: Val d’Aosta, Emilia Romagna e Provincia Autonoma di Bolzano hanno sperimentato tassi di crescita superiori al 9%, mentre Friuli Venezia Giulia e Calabria si sono assestati su incrementi più modesti, pari al 2%. Il disavanzo delle Regioni nel 2020 è stato di 912 mln, in calo rispetto all’anno prima in cui era stato di 1,027 miliardi. Solo 7 tuttavia regioni e province autonome in attivo, a fronte di 13 realtà in rosso.

La spesa per i lavoratori della sanità

Nel periodo 2012-2020 la spesa è cresciuta del 2,8%, con un incremento medio annuo dello 0,4%. L’ultimo anno tuttavia, con la crescente richiesta di personale sanitario necessario a far fronte all’emergenza, l’incremento è stato del 3,3%. L’aumento è stato generalizzato, anche se più marcato in alcune aree, come la Val d’Aosta (+7,3%) e la PA di Bolzano (+7,1%). Di contro, Molise, Calabria e Basilicata hanno fatto registrare contrazioni nella misura del 2,5%, dell’1,1% e dello 0,3%, rispettivamente. A fronte di questo, tuttavia, si è registrato un decremento della spesa per il personale rispetto alla spesa totale, passata dal 30,3% del 2019 al 29,7% del 2020.

La spesa per i farmaci

La spesa per i farmaci, sia quelli erogati in regime ospedaliero, sia quelli acquistabili nella distribuzione diretta e per conto – è cresciuta anche durante l’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2. La spesa nel periodo 2012-2020 è cresciuta di oltre il 50%, passando da 7.856 a 12.131 milioni di Euro, con un incremento medio annuo del 5,6%.
La crescita nell’anno del Covid è stata generalizzata, anche se gli aumenti più consistenti hanno interessato Basilicata e Campania (oltre il 13%). Puglia e Marche in leggero calo (-3,3% e -1,1% rispettivamente), stabile il Molise.

Consumi intermedi diversi dai farmaci

La spesa è aumentata nel periodo 2012-2020 del 18,3% passando da 22.090 a 26.132 milioni di Euro, con un incremento medio annuo del 2,1%. Questo importante tasso di crescita appare fortemente influenzato da quello dell’ultimo anno, pari al 14%, determinato dalla pandemia. Alcune Regioni hanno evidenziato livelli di incremento superiori al 25%, come Emilia Romagna e PA di Trento. In lieve riduzione solo Basilicata e Molise (-1,5 e -1,1%)

La spesa per la farmaceutica convenzionata

Dal 2012 al 2020 la spesa convenzionata è diminuita del 17,8%, passando da 8.891 a 7.304 milioni di Euro, con una riduzione media annua del 2,4%. La spesa fino al 2017 aveva sperimentato contrazioni del 3% circa per poi assottigliarsi in modo significativo nel biennio successivo. La riduzione ha assunto nuovamente un impatto più consistente nell’ultimo anno molto probabilmente per via delle restrizioni imposte dalla pandemia. La riduzione più consistente è stata registrata nella regione Marche, con un -11%.

Altre prestazioni sociali in natura da privato

Nel periodo considerato (2012-2020) questa componente di spesa ha registrato un aumento del 7,4% passando da 22.534 a 24.195 milioni di Euro, con una crescita media annua dello 0,9%. La diminuzione del 3,3% sperimentata nel 2020 è causa del minor numero di prestazioni erogate durante l’emergenza Covid a causa delle restrizioni imposte per il contenimento dei contagi. Il calo non è stato tuttavia omogeneo a livello nazionale: alcune regioni hanno registrato un calo più marcato Abruzzo (-12,1%), Molise (-11,7%) e Lombardia (-10,8%). I tassi di variazione positivi più consistenti sono stati, invece, rinvenibili in Lazio (+5,4%), in Umbria (+2,9%) e nelle Marche (+2,6%).

Calo per l’out of pocket

Nell’anno del Covid, la spesa sanitaria privata ha registrato una battuta d’arresto rispetto a tutti gli indicatori considerati. Si è infatti passati dai 34,4 miliardi del 2019 ai 30,4 miliardi del 2020. Uniche eccezioni: farmacie e parafarmacie, che hanno segnato un andamento in controtendenza (+3,1% le farmacie; +11,8% le parafarmacie).