A Varese si mettono a punto gli strumenti per sviluppare la professionalità dei farmacisti

Federfarma e Ordine dei farmacisti di Varese continuano a sviluppare strumenti di formazione e di sostegno alla professionalità dei farmacisti. Lo spiega a Farmacia news Luigi Zocchi, presidente di Federfarma Varese e vicepresidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia, convinto che la scelta di alcuni farmacisti di snaturare il proprio ruolo per ottenere vantaggi commerciali nel breve periodo è del tutto legittima ma, sul lungo periodo, può rivelarsi fatale per il mantenimento dell’attività e per il futuro dell’intera categoria.

Luigi Zocchi

Qual è la situazione delle farmacie dal suo punto di osservazione?

Siamo in presenza di due situazioni parallele: da un lato c’è la politica, che sembra non amare molto la nostra categoria e certamente non ci agevola con le sue decisioni a volte optando per scelte che sembrano contraddire anche il comune buon senso e le più basilari regole economiche. Dall’altra parte ci sono i cittadini che, al contrario, apprezzano profondamente la nostra professionalità e disponibilità: tutte le ricerche al riguardo hanno immancabilmente evidenziato che, tra i servizi sanitari, le farmacie sono ai massimi livelli di gradimento con percentuali che variano tra l’80 e il 90%. A seguire, vi è la categoria dei medici di base con indici di gradimento intorno al 60%, mentre gli altri servizi pubblici sanitari sono molto lontani con gli ospedali al 30% e pronti soccorso o guardia medica a livelli minimi.

Le motivazioni di questo successo appaiono ovvie se valutiamo il binomio professionalità-disponibilità nei diversi servizi pubblici. Per fare un esempio, l’anno scorso, a Natale, tra festivi e prefestivi non si è avuta disponibilità di medici di base per quattro giorni consecutivi mentre una farmacia aperta si trova in qualunque giorno dell’anno.

Non è l’unico caso in cui I farmacisti suppliscono alle carenze del servizio pubblico. In un calcolo del 2015 abbiamo stimato che, per prenotazioni di esami diagnostici eseguite in farmacia per conto del SSN e per le certificazioni riguardanti le nuove esenzioni regionali entrate in vigore l’anno scorso, le farmacie hanno elaborato oltre 1.300.000 pratiche in Lombardia; un equivalente di circa 125.000 ore di lavoro (cioè più di 40 giorni lavorativi).

All’inizio di quest’anno Lei aveva espresso preoccupazione per la prevista apertura di 33 nuove farmacie in provincia di Varese: per quali motivi?

La legge emanata dal governo Monti ha reso possibile l’istituzione, almeno nominale, di molte nuove farmacie in Regione (anche grazie all’incompletezza di alcune sue parti), ma questa decisione si scontra con la realtà dell’attuale scenario economico. Il settore delle farmacie sta risentendo della pesante flessione di redditività determinata soprattutto dall’ampia diffusione dei generici. In pochi anni, di fatto, il valore medio delle ricette in provincia di Varese si è quasi dimezzato passando da una media di €27-28 euro a meno di €18 e, in alcune aree, anche sotto i €15. Dato che mole di lavoro e spese di gestione non sono diminuite, ci troviamo di fronte a un margine lordo di circa €4 per ricetta dai quali vanno trattenute tasse e costi per circa €3-3.5. Con entrate ridotte del 30,40 o anche 50%, appare evidente che nessuna attività può ormai reggersi solo sul servizio mutualistico.

Prevede che le nuove farmacie verranno comunque aperte?

Penso che ne verranno istituite una ventina, non di più. Se ne parlerà comunque dopo la prima metà del 2017 perché le imprecisioni della legge del 2012 hanno permesso una moltitudine di ricorsi sia da parte dei concorrenti del concorso sia da parte dei farmacisti già presenti per i dubbi legati all’applicabilità del concetto di “pianta organica”.

Che impatto avranno sul mercato?

Alcune nuova farmacie sono previste in cittadine della provincia piuttosto popolate e potranno essere facilmente assorbite dal mercato mentre per altre sarà molto più difficile, in particolare nei comuni molto piccoli. Nel comune di Varese, per esempio, sono previste due aperture e, anche ipotizzando qualche difficoltà iniziale, è immaginabile che vengano facilmente integrate. In altre situazioni non è così. Anche se a volte lo spazio teoricamente esiste, non è certo che il titolare sia in grado di far sopravvivere l’attività. La nostra provincia da questo punto di vista è forse meno a rischio di altre che hanno previsto un numero incredibile di nuove farmacie anche in centri con meno di 1.000 abitanti. Ma, secondo i nostri calcoli, il minimo bacino di utenza affinché una farmacia possa sopravvivere è di circa 1.200-1.300 abitanti.

In questa situazione è chiaro che le farmacie non sopravvivono solamente del farmaco del sistema sanitario nazionale. Come dovrebbero muoversi a suo parere?

La strategia vincente per una farmacia dovrebbe essere quella di sottolineare le caratteristiche di professionalità e disponibilità senza snaturare il proprio lavoro. Noi di Federfarma Varese (come molti altri colleghi), cerchiamo di sostenere i farmacisti in questo processo e fornirli di strumenti adeguati in modo da mantenere ai massimi livello la loro professionalità. Da questo punto di vista sono molto fiducioso anche se molti colleghi stanno prendendo strade diverse. La ricerca di vantaggi commerciali sul breve termine può rivelarsi nociva per l’insieme della categoria sul lungo periodo. Noi sosteniamo quindi la necessità di mantenere la professione ai massimi livelli convinti che, proprio questo fattore, sarà quello di cui si sentirà maggiormente la mancanza in futuro.

Anche perché i cittadini diventano sempre più informati (o sono convinti di esserlo) e le loro richieste si fanno via via più complesse e articolate. Questo richiede una controparte preparata e consapevole che resti a stretto contatto con i bisogni dei clienti. Cosa difficile se, per esempio, si fa parte di una catena di farmacie dirette con logiche di profitto commerciale ed economie di scala dai piani alti di un palazzo situato in un’altra città.

Che iniziative avete avviato da questo punto di vista come Federfarma e come Ordine nella provincia?

Le nostre iniziative mirano tutte a offrire ai farmacisti strumenti per il rafforzamento della loro professionalità sia tramite l’aggiornamento delle loro competenze sia con l’offerta di servizi avanzati alla clientela.

Uno dei progetti più rilevanti che abbiamo promosso, è quello dello «Psicologo in farmacia» attivo dal 2009 e svolto in collaborazione con una scuola di psicoterapia molto affermata (la Slop, Scuola Lombarda di Psicoterapia Cognitiva Neuropsicologica) e i Servizi Sociali dell’Ats di Varese. Si tratta di un progetto che applica criteri unici in Italia e, probabilmente, in Europa: al cittadino vengono garantiti cinque colloqui gratuiti con uno psicologo (il cui costo è sostenuto in gran parte da Federfarma e le farmacie, con un piccolo contributo dell’Ats a cui, nel 2017, dovrebbe subentrare la Asst) e anche qualcuno aggiuntivo se necessari a concludere il percorso. Nel caso, invece, in cui la situazione richieda l’intervento di competenze di tipo psichiatrico, il paziente viene indirizzato ai centri che la Asst mette a disposizione. Questa collaborazione permette di individuare ogni anno almeno 5 -10 persone che, pur avendo problemi neurologici e psichiatrici abbastanza gravi, non hanno mai avuto contatti con i servizi specialistici dell’Asl. Le farmacie aderiscono soprattutto per spirito di servizio dato che non solo non traggono alcun guadagno economico ma devono contribuire con una quota di circa 450 euro all’anno.

Un’altra nostra iniziativa è stata l’attivazione di un servizio a domicilio gratuito nelle ore notturne. Questa attività prevede il coinvolgimento di una società di guardie notturne che, attivate dal presidio della guardia medica, ritirano le ricette e si recano in farmacia per prelevare le medicine e recapitarle al paziente. Anche in questo caso si tratta di un’iniziativa presente unicamente nella provincia di Varese senza addebiti aggiuntivi per i clienti salvo il costo del ticket a tariffa diurna. I costi sono completamente a carico di Federfarma Varese.

Per l’aggiornamento dei farmacisti organizziamo corsi di aggiornamento gratuiti che contribuiscono al raggiungimento dei 50 crediti annui necessari a mantenere l’iscrizione all’Ordine. Questi corsi sono svolti quasi esclusivamente dall’Ordine della Provincia e da Federfarma Varese. Da circa 12 anni stampiamo anche una rivista intitolata “Farmacia e fiducia” che distribuiamo gratuitamente ai cittadini in circa 25.000 copie a numero e nella quale trovano spazio articoli di farmacisti e di specialisti presenti sul territorio.