Il rapporto pubblicato annualmente dal Ministero in collaborazione con Regioni e Province Autonome offre una panoramica sull’utenza, i servizi pubblici per le dipendenze e il personale che lavora al loro interno. Nel 2020 operanti in Italia 575 Servizi per le dipendenze – Ser.D. – che hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti dipendenti da sostanze

Dal Rapporto Tossicodipendenze pubblicato dal Ministero della Salute relativo all’anno 2020, i servizi pubblici per le dipendenze nel 2020 operanti in Italia sono stati 575 con una dotazione complessiva di personale dipendente nelle strutture di 6.200 unità. Gli infermieri hanno rappresentato la figura professionale prevalente, il 31%, seguiti da medici, 22,1%, psicologi, assistenti sociali ed educatori professionali.

Nell’anno in esame i Ser.D. hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 198.497 contatti) di cui: 15.671 nuovi utenti (12,5%) e 109.757 soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti (87,5%).
Circa l’86% dei pazienti totali erano di genere maschile, con un rapporto di 6 ad 1 rispetto alle femmine. I pazienti in trattamento erano prevalentemente di nazionalità italiana (91,3%), soprattutto le femmine (94,8%). Per quanto attiene agli stranieri, la quota prioritaria era proveniente dal continente africano o da altri paesi europei.

Classi d’età e occupazione

Tra gli assistiti, la maggioranza appartiene al target 35-54 anni. Tra i nuovi utenti la classe d’età più rappresentata è invece quella compresa tra 20 e 39 anni. Anche l’analisi dell’età media ha confermato che i nuovi utenti sono risultati più giovani, con un’età media di 33,5 anni rispetto ai 42,3 degli utenti già in carico o rientrati. Non sono emerse differenze significative rispetto allo stato civile.

Il rapporto ha inoltre rivelato che circa il 61% dei soggetti in carico ha una fissa dimora, sia tra i nuovi sia tra quelli già assistiti. Per quanto attiene al livello di istruzione, oltre il 70% degli utenti presentava un livello di istruzione secondario. Il 34,3% delle persone già in carico e il 26,9% dei nuovi utenti ha dichiarato di avere una occupazione stabile e, rispettivamente, il 9,3% e l’8,1% un’occupazione saltuaria. I disoccupati rappresentavano il 29,4% negli utenti già in carico e il 26,4% nei nuovi utenti.

Le sostanze di abuso

Il 63,9% dell’utenza in trattamento per droga è risultata in carico ai servizi per uso primario di oppiacei; tale percentuale scende al 28,8 % tra i nuovi utenti, mentre tra le persone già in carico o rientrate arriva al 68,9%. L’eroina è rimasta la sostanza primaria più usata, anche se la scelta come sostanza di elezione è diminuita negli anni a fronte della cocaina, sostanza primaria d’abuso per il 40,3% dei nuovi utenti.

L’accesso ai servizi per uso primario di cannabis riguardava nel 2020 circa il 27,9% dei nuovi utenti e il 9,7% dei pazienti già in carico ai servizi dagli anni precedenti (12% dei pazienti totali). Per la cannabis negli anni più recenti sono stati osservati valori tendenzialmente decrescenti per i nuovi utenti e crescenti per quelli già in carico. Per tutti gli utenti, la modalità di assunzione di uso primario della sostanza avviene per via iniettiva o fumata e inalata.

Modalità di accesso ai servizi

Il rapporto ha evidenziato che i pazienti già conosciuti richiedevano il trattamento prevalentemente in modo autonomo o attraverso familiari e amici (68,9% dei casi). I nuovi utenti, invece, giungono ai Ser.D in maniera differenziata: il 43,7% per accesso diretto o su richiesta dei familiari e amici, l’8,6% per invio dell’autorità giudiziaria, per invio da altri servizi per le dipendenze (9,8%) o da altri servizi sanitari (8,7%).

La frequenza di assunzione delle sostanze

Per quanto riguarda la frequenza di assunzione, pur se il dato è influenzato da un’elevata quota di informazioni mancanti, è stato osservato che oltre un quarto degli utenti, sia nuovi sia già in carico, usa la sostanza primaria di abuso su base quotidiana. È risultato inoltre che gli oppiacei vengono assunti quotidianamente da quasi la metà dei nuovi utenti e dal 35% di quelli già in carico; la cocaina viene assunta in genere 2-3 volte a settimana (27% circa) dagli utenti già in carico e quotidianamente (29%) dai nuovi utenti ma almeno il 20% degli utenti non l’ha consumata nell’ultimo mese; per la cannabis, anche se oltre il 30% dei pazienti la usa quotidianamente, un altro quarto non vi ricorre da almeno trenta giorni.

Le prestazioni erogate nei servizi per le dipendenze

A livello nazionale, ogni utente ha ricevuto mediamente 17 prestazioni di tipo sanitario, 214 prestazioni farmacologiche, 14 prestazioni psicosociali. Il 78% dei pazienti ha avuto prestazioni di tipo medico-infermieristico, il 73,1% ha avuto un intervento psicosociale, il 57,4% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici. A livello nazionale, il 66% degli utenti è stato sottoposto ad almeno 3 tipologie di prestazioni diverse.

Patologie concomitanti, malattie infettive e comportamento a rischio

Nel 2020 presentavano almeno una patologia psichiatrica 7.463 assistiti, pari al 6% degli assistiti in trattamento. Il 55,6% mostrava disturbi della personalità e del comportamento, il 13,2% sindromi nevrotiche e somatoformi, il 12,5% schizofrenia e altre psicosi funzionali, il 2,7% depressione e lo 0,8% mania e disturbi affettivi bipolari. Nel 2020 gli assistiti testati per HIV sono stati 38.892, pari al 31% del totale: sono risultati positivi 1.821 soggetti, corrispondenti all’1,5% del totale dei trattati. Se si considerano coloro che hanno usato la sostanza per via iniettiva almeno una volta nella vita, è risultato che oltre il 30% non è stato mai testato per l’HIV (36,5%); la stessa percentuale nei non iniettivi è pari al 58%.

Il costo dell’assistenza

Con riferimento all’anno 2020, il costo medio annuo dell’assistenza per le dipendenze, sia sia territoriale sia ospedaliera, è stata pari a 18,9 euro per residente, calcolo effettuato dividendo il costo complessivo dell’assistenza per le dipendenze per la popolazione residente nell’anno in analisi. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale il costo complessivo è stato di 1.085.047 euro di cui 731.868 per l’assistenza ambulatoriale, 44.311 per l’assistenza semiresidenziale e 308.868 per l’assistenza residenziale.