Sono 574 i servizi pubblici per le dipendenze Ser.D che nel 2021 hanno assistito complessivamente 123.871 soggetti dipendenti da sostanze, di cui 15.653 nuovi utenti e 108.218 già in carico o rientrati dagli anni precedenti. Oltre 8 su 10 sono soggetti di sesso maschile. Il 63,8% dell’utenza è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei, mentre l’eroina resta la sostanza più utilizzata dagli utenti in trattamento

Stando ai dati del Rapporto sulle Tossicodipendenze 2021 di recente pubblicazione da parte del Ministero della Salute, in Italia i Servizi pubblici per le Dipendenze, Ser.D  risultavano 574. Al 31 dicembre 2020 la dotazione complessiva del personale dipendente all’interno dei Ser.D risultava pari a 6.140 unità: quasi un terzo era rappresentato da infermieri (31,3%), seguiti dai medici (21,5%), dagli psicologi (14,1%), dagli assistenti sociali (13%), dagli educatori professionali (10%) e dagli OTA/OSS con l’1,6%. A livello nazionale, il rapporto tra infermieri e medici risultava pari a 1,5 così come il rapporto tra medici e psicologi.

Le caratteristiche dell’utenza

Assistiti complessivamente nell’anno oggetto di analisi 123.871 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 203.920 contatti): in 15.653 casi si tratta di nuovi utenti (12,6%) mentre 108.218 soggetti erano già in carico o rientrati dagli anni precedenti.

Circa l’86% dei pazienti totali era di genere maschile; tra quelli in trattamento, oltre il 90% era di nazionalità italiana (91%), percentuale che aumenta tra quelle di sesso femminile (94,5%).

Le classi d’età maggiormente rappresentate risultavano i target 35-54 anni. mentre i nuovi utenti appartenevano per lo più alla classe 20-39 anni. Anche l’analisi dell’età media conferma che i nuovi utenti risultano più giovani con un’età media di 33,9 anni rispetto ai 42,9 degli utenti già in carico o rientrati.

Relativamente allo stato civile non si riscontrano differenze significative tra le due tipologie di utenza: i nuovi utenti presentano valori più bassi nella percentuale di celibi-nubili (54,6% vs 57,6%) così come nella percentuale di coniugati (11,2% vs 13,7%).

Condizione abitativa, livello di istruzione e occupazione

La maggior parte degli utenti maschi vivono con la famiglia di origine (27,1%); diversamente, le femmine abitano con partner e figli (26,3%). Relativamente bassa la quota di quanti vivono da soli, 10%. Il livello di istruzione è mediamente basso: il 71,9% degli utenti presenta un livello di istruzione secondario. A livello occupazionale, il 34% di quanti già in carico e il 28,3% dei nuovi utenti dichiara di avere una occupazione stabile e, rispettivamente, il 9,3% e il 7,7% una occupazione saltuaria. Disoccupati quasi il 30% degli utenti già in carico (29,5%) e il 26,1% dei nuovi utenti.

Le sostanze di abuso

Il 63,8% dell’utenza in trattamento per droga è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei; tale percentuale scende al 26,3% tra i nuovi utenti, mentre tra le persone già in carico o rientrate arriva al 69,3%.

L’eroina rimane la sostanza primaria più usata dall’insieme degli utenti in trattamento; tuttavia la proporzione di persone sul totale dei trattati che la scelgono come sostanza di elezione diminuisce nel corso degli anni.

Tra nuovi utenti la cocaina risulta sostanza primaria d’abuso nel 43% dei casi, mentre per gli utenti già noti tale dato è pari al 20,4% (23,3% nei pazienti totali). La percentuale di dipendenti da cocaina è andata aumentando negli anni, tanto che tra i nuovi utenti rappresenta in assoluto il problema principale.

L’accesso ai servizi

Per quanto concerne l’accesso ai servizi, i pazienti già conosciuti richiedono il trattamento prevalentemente in modo autonomo o attraverso familiari e amici (69% dei casi) mentre i nuovi utenti arrivano ai Ser.D. in maniera differenziata: il 44,9% per accesso diretto o su richiesta di familiari e amici, il 9% per invio dell’autorità giudiziaria, per invio da altri servizi per le dipendenze (9%) o da altri servizi sanitari (8,8%). L’età rappresenta un fattore determinante per le modalità di accesso. Quanto più è avanzata, tanto più aumenta l’accesso volontario ai servizi.

Le modalità di assunzione delle sostanze

L’analisi dei dati sulla modalità di assunzione della sostanza di uso primario mostra che i pazienti già in carico utilizzano la sostanza prevalentemente per via iniettiva (32%) o fumata/inalata (36,6%). Quanto ai nuovi utenti, oltre la metà (54%) fuma o inala la sostanza mentre la percentuale di coloro che usano la via iniettiva scende al 6,4%.

In entrambe le categorie di utenti una quota assume la sostanza sniffandola (nuovi 21,2%; già in carico 13,4%). Tra i nuovi utenti l’uso per via iniettiva è dichiarato dal 23,6% degli eroinomani e dall’1,1% dei cocainomani, mentre tra gli utenti già noti ai servizi tale modalità di assunzione interessa il 45,8% degli eroinomani ed il 3,8% dei cocainomani.

Per quanto riguarda la modalità “fumata/inalata”, i nuovi utenti la utilizzano per l’eroina nel 43,1% dei casi e per la cocaina nel 40,6% dei casi, mentre tra coloro già in carico, questo utilizzo è più frequente per i cocainomani (40,7% vs 29%).

Infine la sostanza viene sniffata soprattutto dagli assuntori di cocaina, sia nuovi (45,8%) siagià in carico (42,7%).

Per quel che riguarda la frequenza di assunzione, essa risulta quotidiana per oltre 1 utente su 4, anche se molti dati sono mancanti a questo riguardo.

Le prestazioni erogate dai Ser.D.

A livello nazionale, ogni utente ha ricevuto mediamente 19 prestazioni di tipo sanitario, 163 prestazioni farmacologiche, 13 prestazioni psicosociali. Il 78,7% dei pazienti ha ricevuto prestazioni di tipo medico-infermieristico, il 73,3% ha avuto un intervento psicosociale, il 58,6% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici. A livello nazionale, il 67,3% degli utenti è stato sottoposto ad almeno 3 tipologie di prestazioni diverse.

Patologie psichiatriche e infettive

A presentare una patologia psichiatrica nel 2021 erano 8.790 assistiti pari al 7,1% degli assistiti in trattamento presso i Ser.D. Il 57,1% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento, il 13,6% da sindromi nevrotiche e somatoformi, il 13,1% da schizofrenia e altre psicosi funzionali, il 2,7% da depressione e il 2% da mania e disturbi affettivi bipolari.

Per quanto riguarda HIV, HBV e HCV, il test ha interessato poco meno del 30% dell’utenza. Di questi, il 4,3% è risultato HIV positivo, il 2,1% HBV positivo e il 39,4% HCV positivo, con una ampia eterogeneità interregionale. I consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva figurano tra i soggetti che corrono un rischio elevato di contrarre malattie infettive (HIV, epatiti).