Un documento promuove l’attività motoria

Crescono le persone sovrappeso, obese o con diabete in tutto il mondo. In Italia, secondo le più recenti stime Istat, è sovrappeso oltre 1 persona su 3 (36%, con preponderanza maschile: 45,5% rispetto al 26,8% nelle donne), obesa 1 su 10 (10%), diabetica più di 1 su 20 (5,5%).
Secondo i dati degli Annali 2012 dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd), oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 è anche molto sovrappeso o obeso, mentre lo è “solo” un quarto delle persone con diabete tipo 1, il 24%. In pratica, sono sovrappeso quasi 22 milioni di Italiani, obesi 6 milioni, con diabete quasi 3,5 milioni: “veri diabesi”, ossia contemporaneamente obesi e con diabete, circa 2 milioni.
«Questi numeri ci fanno capire come diabete e obesità si sostengano a vicenda. L’obesità è considerata l’anticamera del diabete e la combinazione tra le due malattie rappresenta una vera e propria epidemia dei nostri tempi, per la quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha persino coniato il termine diabesità», dice Paolo Sbraccia, presidente eletto Società Italiana dell’Obesità (Sio).
Spiega Sbraccia: «Il rischio di morte raddoppia ogni 5 punti di crescita dell’indice di massa corporea, il BMI: un diabetico sovrappeso raddoppia il proprio rischio di morire entro 10 anni rispetto a un diabetico di peso normale; per un diabetico obeso il rischio quadruplica».
Per questo motivo Italian Wellness Alliance e Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, in collaborazione con Società Italiana dell’Obesità (Sio), con gli auspici di Coni e Federazione Italiana Hockey hanno organizzato la 1st Diabesity Prevention Conference, dedicata alla promozione dell’attività motoria e dell’esercizio fisico per prevenire e curare l’obesità e il diabete di tipo 2. Dalla discussione di esperti di varie discipline, tra cui medici, esperti di politica ed economia sanitaria, sociologi, architetti, psicologi, esponenti delle istituzioni, rappresentanti del mondo dello sport, è scaturito un documento di raccomandazioni per promuovere efficacemente l’attività fisica.
«Il documento», espone De Feo, «suggerisce strategie di tipo sanitario, sociale ed economico per la promozione dell’esercizio fisico in diversi ambiti: a scuola, nelle famiglie e tra i giovani, al fine di educare fin dall’inizio a un corretto stile di vita che includa l’attività motoria come pratica quotidiana. Anche nel contesto urbano e nei luoghi di lavoro è fondamentale incentivare e creare le condizioni che favoriscono un maggior movimento». «In ambiente sanitario», conclude l’esperto, «è importante che l’attività fisica sia considerata uno strumento di cura e utilizzata per integrare dieta e terapia farmacologica. Infine il documento suggerisce strategie politiche ed economiche per la promozione dell’attività motoria nel tempo libero, nel contesto sportivo e per promuovere il turismo salutare».