Il rinnovato modello di farmacia che si sta delineando richiede delle conoscenze specifiche, che il farmacista deve poter acquisire all’interno del proprio percorso formativo

Alla luce del nuovo modello di farmacia che si sta delineando e del quale stiamo assistendo alle tappe evolutive (profilassi vaccinale e tracciamento pandemico), occorre avere in campo professionisti con un plus di competenze. È quanto afferma il dottor Francesco Carlo Gamaleri, farmacista territoriale e rappresentante del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Milano, Lodi, Monza e Brianza. «La valorizzazione del ruolo che ha assunto il farmacista durante il periodo pandemico richiede oggi un supporto che potrà arrivare dai prossimi laureati in Scienze del Farmaco e che permetterà alle farmacie di raggiungere l’obiettivo strategico che stanno perseguendo, ovvero quello di offrire, in primis, la tutela della salute della collettività, ma anche quella di soddisfare le numerose richieste di servizi sanitari innovativi».

Evoluzione già in atto

Si parla di farmacia del futuro, ma stiamo assistendo già da ora a mutamenti sostanziali che si stanno verificando anche attraverso la ricerca di farmacisti con nuove competenze. «La Federazione degli ordini dei farmacisti si sta confrontando con il Miur per aggiornare i contenuti del Corso di Laurea in funzione delle nuove esigenze reali quotidiane – prosegue il dottor Gamaleri – L’evoluzione della professione nell’ambito territoriale non può non prevedere, dunque, l’aggiornamento del Corso di Laurea in Scienza del Farmaco, per permettere ai neolaureati di lavorare in un settore in evoluzione accelerata e che richiede, di conseguenza, competenze sempre maggiori».

Le competenze utili

Oltre che soddisfare le esigenze dell’assistenza socio-sanitaria, oggi il farmacista deve acquisire competenze comunicative e relazionali «oltre che tecnico-scientifiche, sempre più avanzate, per potersi confrontare con la popolazione su tematiche di grande attualità (esitazione vaccinale, digitalizzazione in sanità, telemedicina), come pure gestionali, imprescindibili per l’esercizio della professione. Per raggiungerle, oggi è spesso necessario per gli studenti seguire master e corsi di aggiornamenti disponibili nel post-laurea. Confidiamo che in futuro l’auspicato aggiornamento del percorso di studi possa contemplare tali competenze» conclude il farmacista. Intanto, il traguardo della laurea abilitante è stato raggiunto dall’incessante impegno di Fofi, proprio per accelerare l’inserimento dei neolaureati nel mondo del lavoro.

Il Rapporto AlmaLaurea sui laureati

A proposito di neolaureati e mondo del lavoro, il XXIV Rapporto 2022 su profilo e condizione occupazionale dei laureati elaborato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea offre un quadro interessante sul tema. Il Rapporto è stato stilato attraverso il coinvolgimento di 660 mila laureati negli anni 2020, 2018, 2016 di 76 atenei, tra cui figurano anche i laureati in Farmacia e Farmacia industriale (LM-13, 14/S).

Il primo dato interessante da rilevare riguarda la condizione occupazionale dei neolaureati. Il 67,0% dei 4.467 laureati del 2020 ha trovato lavoro dopo un anno. Il dato sale al 79,6% per chi ha conseguito il titolo tre anni prima (nel 2018) e all’86,1% a distanza di cinque anni (2016).

Proseguendo con l’esame dei dati dei laureati, si può notare che resta costante l’età media, pari a 27 anni (dato stabile negli ultimi tre anni). Quanto al genere, aumenta in maniera sensibile il distacco tra uomini e donne a favore di queste ultime. Su 100 laureati, il 76,2% è rappresentato da donne (vs il 73,4% dei laureati del 2019) e solo il 23,8 da uomini (vs il 26,6% del 2019).

Per quanto riguarda, invece, l’inquadramento contrattuale, se, dopo un anno, solo il 27,2% ha un contratto a tempo indeterminato, questa percentuale sale, e non di poco, a distanza di 3 anni dalla laurea (57,7%) e, soprattutto, dopo 5 anni dal conseguimento del titolo (75,6%). Discorso diverso, invece per i contratti a tempo determinato, il contratto di somministrazione del lavoro, il lavoro socialmente utile/di pubblica utilità, il lavoro intermittente o a chiamata. In questa categoria, le percentuali dopo 1, 3 e 5 anni, sono rispettivamente pari a 46,4%, 20,1%, e 12,9%.

Leggi l’approfondimento completo dedicato al Rapporto AlmaLaurea su Farmacia News di settembre

1 COMMENTO

  1. Al farmacista si chiede sempre più di approfondire ed ampliare le proprie conoscenze per stare al passo con i tempi ma nessuno si degna di corrispondere un adeguato salario come meriteremmo proprio per quello che facciamo.

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