Un ripasso di farmacologia

Lo scorso mese di agosto, come stabilito dal decreto legge 95 denominato Spending review, sono entrate in vigore le nuove norme sulla prescrizione dei farmaci in regime di SSN; il decreto, come è noto,  prevede che il medico indichi sulla ricetta la sola denominazione del principio attivo, fatta eccezione per le terapie croniche già in atto e altri casi particolari in cui  potrà applicare la clausola di non sostituibilità affiancata da una sintetica motivazione.

Il farmacista, salvo le eccezioni indicate, consegna al paziente il farmaco equivalente avente minor prezzo, ma rimane al paziente la facoltà di chiedere una marca specifica pagando un costo aggiuntivo, la cosiddetta differenza.

Secondo fonti del Ministero la manovra porterà a un significativo risparmio della spesa farmaceutica e contribuirà, soprattutto, a risollevare le finanze degli italiani che nel 2011 hanno speso 792 milioni di euro per pagare la differenza tra farmaco di marca e prezzo di riferimento.

Emanato nei caldi giorni che precedono Ferragosto, il provvedimento ha generato inevitabilmente qualche polemica, ma la nostra impressione è che gli ostacoli siano momentanei e perfettamente superabili da un dialogo costruttivo tra le parti.

In farmacia i dubbi dei medici o al contrario il loro eccesso di zelo (per es. l’indicazione del nome del principio attivo quando non esiste il generico) hanno creato qualche disservizio; ciò rende necessario un adeguamento rapido dei loro software ma potrebbe richiedere qualche modifica anche ai nostri gestionali. La dicitura del solo principio attivo per esempio, richiede un ulteriore sforzo da parte nostra nella ricerca del farmaco giusto e l’informatica ci potrebbe essere d’aiuto nella comprensione e nella analisi della prescrizione.

Spesso in questo primo periodo il buonsenso ci ha suggerito di chiedere aiuto al paziente, consigliandogli di portare la “vecchia scatoletta” per evitare errori, ma non sono poche le difficoltà nei pazienti, soprattutto anziani, che non hanno mai sentito il nome del principio attivo e sono abituati a chiamarlo con un nome di fantasia, entrato ormai nel linguaggio comune. Sapranno rinunciare alla compressa che assumono da anni per un’altra dal nome sconosciuto e impronunciabile? Per questo motivo spesso sono i pazienti a rifiutare la sostituzione del generico con il farmaco di marca, e tocca a noi tranquillizzarli, perché non sanno che la loro facoltà di scelta è rimasta intatta.

Come spesso avviene, alcune criticità legate all’aspetto umano sono sfuggite al legislatore e dovranno essere risolte con il tempo, ma in generale crediamo che la familiarità al principio attivo e una conoscenza rinnovata e approfondita della farmacologia potranno conferire un’immagine altamente professionale alla nostra categoria. Un farmacista esperto e competente saprà intensificare il dialogo con i medici e potrà essere individuato come la figura sanitaria dedita al controllo e alla verifica della terapia nel tempo.