Con l’incalzare della pandemia da Covid-19 le farmacie hanno riaffermato il loro ruolo preminente di supporto al cittadino andando al contempo verso una maggiore medicalizzazione e una più ampia offerta di servizi. Non soltanto in Italia
Se da una parte l’arrivo del Covid-19 ha riaffermato la centralità della farmacia come presidio di salute, dall’altro ha rimesso al centro del dibattito il ruolo stesso del farmacista e della farmacia, ampliandone i confini e le possibilità. Incluso un tema molto caldo, anche in Italia, portato avanti già in fase pre-pandemica dalle principali associazioni di categoria, circa la possibilità di effettuare le vaccinazioni anche in farmacia, da parte del farmacista. Del resto l’inoculazione in farmacia garantirebbe un migliore e più capillare coinvolgimento delle persone. Non a caso, dopo l’estensione alle farmacie d’oltralpe della campagna vaccinale antinfluenzale la sua penetrazione è passata dal 60 all’85% degli aventi diritto.
Non solo: tutto il panorama europeo sul fronte delle vaccinazioni ha mostrato ottimi risultati in termini di aumento delle adesioni dei cittadini. In alcuni paesi ormai le vaccinazioni in farmacia sono un dato assodato. Il siero antinfluenzale può essere somministrato, dai farmacisti stessi, in 8 Paesi: Danimarca, Irlanda, Francia, Grecia, Norvegia, Svizzera, Regno Unito e Portogallo. Lo scorso inverno la somministrazione è stata avviata, in via sperimentale, anche in alcuni Lander tedeschi. In altri Paesi è, invece, possibile ricevere la vaccinazione in farmacia da parte di operatori sanitari diversi dai farmacisti: è il caso della Croazia, dell’Estonia, della Finlandia e dei Paesi Bassi.
Cosa è avvenuto con il Covid-19
L’importanza delle farmacie come presidio capillare e di prossimità è stato un elemento cruciale nei mesi dell’emergenza. Con il venir meno dei servizi di elezione infatti, la farmacia è rimasta affianco ai propri cittadini garantendo loro supporto, consiglio e cura. In alcuni Paesi europei ai farmacisti è stata data l’opportunità di rinnovare le prescrizioni ripetute per i farmaci cronici e fornire soluzioni alternative in caso di carenze di determinati farmaci, mentre in altri Paesi è stata offerta loro la possibilità di dispensare farmaci prima accessibili solo attraverso gli ospedali.
È stata quindi valutata anche un’attiva partecipazione delle farmacie alla campagna vaccinale anti-Covid-19. In alcuni Paesi è stata estesa l’opportunità di somministrare il vaccino anti-Covid anche ai farmacisti; in altri, i professionisti della farmacia supportano con altri mezzi la campagna vaccinale, attraverso il deposito delle forniture, la preparazione dei vaccini per i centri vaccinali, la distribuzione dei vaccini alle strutture di cura oltre a fornire informazioni attendibili e aggiornate alla propria clientela.
Sono 8 i Paesi europei in cui le farmacie sono coinvolte in qualche modo nel processo vaccinale anti-Covid: Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo e Regno Unito. Di seguito alcuni insight.
Francia
La Francia ha avviato le vaccinazioni in farmacia lo scorso 15 marzo, anche se la Bretagna aveva iniziato con un progetto pilota con alcuni giorno di anticipo. Nelle farmacie d’Oltralpe vengono somministrati i vaccini alle persone che ne hanno diritto, per fascia d’età o, diversamente dall’Italia, a quanti presentano comorbidità.
Nell’ambito del progetto pilota le persone sono state contattate direttamente dai farmacisti, mentre tutti gli altri aventi diritto alla vaccinazione possono tuttora procedere prendendo l’appuntamento in farmacia tramite la piattaforma web preposta, telefonicamente o recandosi sul posto.
Belgio
In tutto il Paese, i farmacisti hanno da subito preso parte attiva nella sensibilizzazione dei pazienti alla vaccinazione anti Covid-19. Un sistema di pop-up segnala loro, per mezzo di un software, i pazienti che hanno avuto un invito a vaccinarsi al quale non hanno ancora dato riscontro o coloro che hanno ricevuto una sola dose. I farmacisti valutano così l’opportunità di sensibilizzare o meno alla vaccinazione. A questo sistema hanno finora aderito l’87% dei farmacisti. Ciò, già ad aprile, ha portato i farmacisti a condurre 228.732 interviste di sensibilizzazione e assistenza personalizzata per le persone interessate (ovvero oltre il 40% di coloro segnalati dal sistema di pop-up). Questi dati dimostrano hanno confermato la grande fiducia di cui godono i farmacisti nei confronti della popolazione e il ruolo propositivo che svolgono a questo livello.
Regno Unito
Oltre ai centri di vaccinazione, agli ospedali e alla rete di cure primarie, in UK anche le farmacie comunitarie sono coinvolte nel processo di vaccinazione di pazienti e operatori sanitari contro il coronavirus. Già ad inizio gennaio il Governo inglese aveva chiarito che la presenza di tre tipologie di siti vaccinali sul territorio (i centri di vaccinazione, con sedi di grandi dimensioni, come stadi di calcio, accessibili attraverso un servizio di prenotazione nazionale; gli hub ospedalieri, accessibili attraverso il National Health Service in tutto il Paese; i servizi di vaccinazione locali, costituiti da siti dove team di medicina generale lavorano insieme nelle reti di cure primarie e le farmacie comunitarie) era stata prevista per favorire l’accesso al vaccino a tutte le classi di età e alle diverse esigenze dei soggetti. Il coinvolgimento delle farmacie in UK può avvenire in due modalità: attraverso una collaborazione con il centro di cure primarie della zona o come vero e proprio centro vaccinale del NHS. In entrambi i casi, le farmacie dovranno assicurare un servizio dalle 8 alle 20, sette giorni su sette, garantendo la vaccinazione di almeno mille soggetti a settimana.
Germania
In Germania i farmacisti non vaccinano direttamente. Le farmacie giocano comunque un ruolo molto importante, in quanto rappresentano i destinatari della distribuzione delle dosi riservate ai medici di medicina generale che, oltre ai centri vaccinali, sono attualmente coinvolti nella vaccinazione anti-Covid.