Vaccini a vettore virale, aggiornamento da Aifa sulle complicanze tromboemboliche

Dall’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) arriva un aggiornamento relativo alle possibili reazioni avverse legate ai vaccini anti-Covid a vettore virale.

In seguito alla segnalazione di eventi trombotici in sedi atipiche (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico), associati a piastrinopenia e con decorsi clinici di particolare gravità, che si sono verificati in soggetti cui sono stati somministrati i vaccini Vaxzevria di Astra Zeneca e Janssen di Johnson&Johnson, l’Aifa aveva, infatti, nominato un Gruppo di esperti in patologie della coagulazione. Il Gruppo di Lavoro Emostasi
e Trombosi ha avuto il compito di «approfondire la plausibilità biologica degli eventi, identificare le eventuali strategie di minimizzazione del rischio e indicare le modalità più corrette per la gestione clinica di questi eventi rarissimi».

Ne è derivato un documento di approfondimento, consultabile sul sito di Aifa, strutturato sottoforma di domande e risposte, per fornire a medici non specialisti e personale sanitario «le informazioni attualmente disponibili per identificare precocemente e gestire nel modo più appropriato questo evento avverso rarissimo».

Le raccomandazioni d’uso in base alle età

Tra le risposte fornite dal documento, spazio anche all’indicazione delle fasce d’età in cui somministrare tali vaccini. Come specificato nel documento, «L’analisi dell’EMA ha confermato che il bilancio beneficio/rischio del vaccino Vaxzevria rimane complessivamente positivo». Viene ritenuto «progressivamente più favorevole al crescere dell’età, sia in considerazione dei maggiori rischi di sviluppare Covid-19 grave, sia per il mancato riscontro di un aumentato rischio degli eventi trombotici sopra descritti nei soggetti vaccinati di età superiore ai 60 anni». Pertanto, il Ministero della Salute, tenuto conto anche del parere della Commissione Tecnico Scientifico di Aifa, «ha raccomandato l’uso preferenziale del Vaxzevria in persone di età superiore a 60 anni». Per il vaccino Janssen sono previste le stesse condizioni di utilizzo, «tenuto conto delle analogie esistenti tra i due vaccini (Janssen e Vaxzevria), sia per quanto riguarda le piattaforme utilizzate (vettore adenovirale in entrambi i casi) che per la tipologia di eventi (in particolare relativamente al quadro clinico e all’età di insorgenza)».

Per la popolazione under 60 che ha già ricevuto la prima dose di Vaxzevria, nonostante il tema sia ancora aperto e permangano alcuni «margini di incertezza», «il Gruppo di lavoro Emostasi e Trombosi ritiene che il completamento della schedula vaccinale rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2 che garantisce il migliore livello di protezione».