La vaccinazione rappresenta un importante strumento di prevenzione delle infezioni da Herpes zoster, virus molto doloroso, che si associa a un elevato rischio di complicanze, talora anche invalidanti, e dunque anche a elevati costi per i sistemi sanitari. Se in giovane età si è entrati in contatto con il virus della varicella, infatti, questo resta latente nei gangli nervosi e ha la possibilità di essere riattivato come Herpes zoster, anche noto come Fuoco di S. Antonio. Il vaccino offre enormi potenzialità protettive in un contesto di prevenzione, mentre più ridotta, da studi di letteratura, è l’efficacia dei trattamenti in acuto. «Fino a qualche anno fa era disponibile un solo vaccino vivo attenuato, che, tuttavia, perdeva di efficacia nel tempo, soprattutto nelle persone anziane – spiega Giuseppe Bellelli, professore di Geriatria all’università di Milano-Bicocca e direttore della Unità Operativa Complessa di Geriatria dell’IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza – Criticità che è stata superata dalla messa a punto di un nuovo vaccino ricombinato che si compone di due parti: un antigene, costituito da una glicoproteina, e un sistema adiuvante che favorisce una risposta immunitaria importante».
Le ricerche sull’efficacia
Due studi condotti su una coorte di popolazione di 50enni e un secondo su persone di età pari o superiore a 70 anni, che hanno arruolato a livello mondiale oltre 14.800 individui, mostrano una risposta di efficacia intorno al 95-98%, con dati positivi sia nell’adulto sia nell’anziano, anche nell’anziano fragile, con un’ottima protezione nel tempo, mantenuta a distanza di 5-6 anni dalla somministrazione e un alto profilo di sicurezza, vale a dire con bassi/scarsi effetti avversi, per lo più transitori con una durate media non superiore ai 3 giorni. Efficace anche il controllo del vaccino sul dolore, che ne abbassa l’intensità a un livello inferiore, favorendo anche la riduzione del rischio di nevralgie post-erpetiche e/o altre complicanze.
Necessaria una maggiore promozione
In funzione di queste evidenze, il vaccino contro l’Herpes zoster è stato incluso dal 2017 nel Piano Nazionale Vaccinale (PNV) e fra i Livelli Essenziale di Assistenza. Ciononostante, le potenzialità di questa opportunità di salute non sono adeguatamente sfruttate. «È necessario avviare una stretta collaborazione fra la geriatria e i sanitari che lavorano a stretto contatto con gli anziani, le istituzioni, gli altri specialisti e la medicina del territorio, quali Medici di Medicina Generale (MMG), Case di Comunità, farmacie territoriali e di Comunità – dichiara Emanuele Monti, membro Cda Aifa, presidente IX Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione Lombardia e già presidente della Commissione Sanità, consigliere regionale Lombardia – per promuove una cultura vaccinale e favorire questi percorsi di prevenzione. È inoltre necessaria una campagna di sensibilizzazione anche fra la popolazione anziana che miri a migliorare i tassi di copertura vaccinale, purtroppo ancora sub-ottimali».
Il target della profilassi
Il vaccino è offerto gratuitamente in Lombardia agli individui a rischio che abbiano compiuto 18 anni di età, cioè quelli con immunodepressione o candidati a terapie immunodepressive, quelli con diabete complicato, cardiopatie, patologie respiratorie come la BPCO (BroncoPenumopatia Cronica Ostruttiva) e asma severo. L’opportunità di vaccinazione, inoltre, è estesa con le stesse modalità anche a persone con età >50 anni immunodepressi o candidati a terapie immunodepressive, a coloro con cronicità (diabete, cardiopatie e patologie respiratorie) e a tutti i cittadini con età >65 anni di età, come da prescrizione del Ministero della Salute.
Modalità di somministrazione
La vaccinazione richiede la somministrazione per via intramuscolare di 2 dosi, a distanza di 2/6 mesi una dall’altra: ha poche controindicazioni, può essere eseguita anche da chi ha già contratto il virus, può essere offerto in co-somministrazione con il vaccino antinfluenzale anche se, a differenza di quest’ultimo, può essere effettuato in qualsiasi momento dell’anno, essendo un vaccino destagionalizzato.
Il dettaglio delle Regioni
La Lombardia, insieme al Veneto, è fra le poche Regioni ad avere raggiunto il target vaccinale, favorito con molta probabilità dalla “ricetta” per le modalità di somministrazione. Una chiamata attiva, con l’invio nominativo o con lettera nella maggior parte dei casi ai soggetti interessati, l’identificazione di un setting di somministrazione basato sulle disponibilità dei servizi vaccinali, ma che potrebbe essere esteso anche ad altri stakeholder, quali medici di famiglia (in Lombardia da novembre 2023), farmacie e ospedali. Il Veneto, inoltre, per favorire il raggiungimento del target, ha incluso le coperture dell’Herpes zoster negli obiettivi dei Direttori Generali di strutture ospedaliere e ASL. La Lombardia è poi tra prime Regioni a offrire la vaccinazione a partire dai 18 anni in caso di specifiche condizioni patologiche: quindi la fragilità, indipendentemente dall’età è una condizione sufficiente per potere accedere a questa opportunità di salute, così come a persone sopra i 50 anni con fattori di rischio e di prassi sopra i 65 anni.
Un virus di ampia diffusione
Si stima che Italia tutta la popolazione sia entrata in contatto con il virus della varicella nel corso della propria vita e che un adulto su tre sia a rischio di sviluppare Herpes zoster. L’incidenza e la gravità aumentano con l’età, specialmente dopo i 50 anni, arrivando a interessare fino un individuo su due tra coloro con età ≥ 85 anni. «Colpisce in maggiore misura gli anziani a causa delle modificazioni che avvengono nel sistema immunitario con l’invecchiamento, note con il nome di immunosenescenza, a seguito della quale il sistema immunitario diviene meno efficace nel rispondere a agenti patogeni e eventi stressanti ed è quindi più esposto al rischio di contrarre Herpes Zoster che, di fatto, rappresenta la riattivazione del virus varicella Zoster che colpisce le strutture nervose» spiega Giuseppe Bellelli.
Sintomi e manifestazioni
La sintomatologia è importante, talvolta preceduta da manifestazione prodromiche quali cefalea, febbre, dolori muscolari. «Una volta contratto – prosegue il professore – l’Herpes zoster si esprime con una fase acuta con durata media di 2-4 settimane e le tipiche eruzioni cutanea che possono interessare varie aree della cute, in alcuni casi anche sedi particolarmente delicate come l’occhio, da cui la manifestazione dell’Herpes zoster oftalmico. A questa fase acuta può seguire una cronicizzazione, anche protratta per un arco temporale di mesi e tassi di recidiva elevati». Studi di letteratura e la pratica clinica attestano che questa condizione si accompagna a dolori brucianti e lancinanti, di intensità superiore a quella del travaglio e di interventi chirurgici.
Possibili complicanze
«La nevralgia post erpetica è un classico esempio di complicanza legata all’Herpes Zoster, con interessamento prevalente dell’area facciale. Le persone che sviluppano Herpes zoster hanno inoltre un rischio maggiore di sviluppare ictus, malattie cardiovascolari, problemi cognitivi, ansia, depressione, insonnia e isolamento sociale. Un problema rilevante, rispetto ai giovani, è che le persone anziane che sviluppano Herpes zoster hanno un rischio sensibilmente maggiore di andare incontro ad una perdita di mobilità e di autonomia nelle attività di vita quotidiana (con un impatto importante sulla qualità della vita) e di essere ospedalizzati con un rischio di circa 20 volte superiore rispetto ai giovani». Rischi che potrebbero essere pervenuti e/o contenuti con la prevenzione vaccinale.