Veicoli connessi e IoT, il nuovo business è a quattro ruote

Quando si parla di IoT e automotive spesso ci si limita alla narrazione dei veicoli a guida autonoma, ma lo scenario che si sta aprendo è decisamente più ampio e concreto, con vantaggi per utenti e fornitori.
Si può affermare senza dubbio alcuno che il mondo automotive sia uno fra i più avanzati nell’adozione dell’IoT, e i motivi sono facilmente comprensibili. Questa tecnologia abilitante, infatti, consente di realizzare una vasta gamma di funzioni e servizi che sarebbero altrimenti impossibili.
Un primo e quasi automatico esempio potrebbe essere quello dei sistemi di sicurezza contro il furto dei veicoli.

Facile comprendere l’enorme valore aggiunto offerto dall’IoT in questo ambito: un dispositivo connesso rende rintracciabile il veicolo rubato in ogni momento, può indicarne la posizione con elevata precisione e perfino impedirne l’accensione o inviare alle forze dell’ordine informazioni preziose e utili al recupero dell’automezzo.
Altrettanto chiaro è il potenziale commerciale per questo tipo di servizi basati su sensori IoT, sia come offerta autonoma, sia nel quadro di un più ampio portfolio, proposto da società di fleet management, operatori telco o direttamente dalle stesse case automobilistiche.

 

Rimanendo sul solco della sicurezza, non meno importante è la possibilità offerta dall’IoT in ambito automotive per quanto attiene agli interventi in caso di incidente.
In questo caso, un dispositivo a bordo del veicolo è in grado rilevare in modo automatico e in tempo reale una collisione, valutando in tempo reale la gravità dell’evento e comunicando alla centrale operativa, dove gli operatori saranno in grado di intervenire tempestivamente.
Si tratta di un caso d’uso rilevante sia dal punto di vista delle possibilità di mercato, sia per il potenziale abilitante nella salvaguardia della salute fisica. Giova infatti ricordare che nel 2019 sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, dei quasi quasi 3.200 con esito fatale.

Sebbene sia oggettivamente impossibile quantificare gli effetti benefici di una diffusione capillare di questo tipo di implementazione dell’IoT nel settore automotive, è evidente a priori il beneficio sociale ottenibile.
Anche il sistema di assistenza stradale e le società operanti nel settore possono godere di ampi benefici dalle tecnologie IoT. Infatti la comunicazione bidirezionale con veicolo e conducente rendono molto più interattiva e tempestiva l’attività di soccorso all’automobilista rimasto in panne.
In queste situazioni l’utilizzo di sensoristica e sistemi di gestione IoT minimizza disagi e tempo perso: niente più affannose ricerche di carri attrezzi, magari in pieno inverno o sotto il caldissimo sole agostano. Facile immaginare un gran numero di potenziali clienti per un servizio di questo tipo, così come numerosi canali di vendita.

La manutenzione dei veicoli, peraltro, è da sempre un tasto dolente per ogni fleet manager di organizzazioni con centinaia o anche migliaia di automezzi.
In questo caso tecnologie IoT sono un vero supporto, dato che in modo proattivo comunicano quando è tempo di effettuare interventi di manutenzione programmata, sulla base di parametri preimpostati: ad esempio, i chilometri percorsi o gli anni di servizio.
Questi dispositivi, inoltre, possono contribuire in modo decisivo a una concreta applicazione del concetto di manutenzione predittiva: grazie alla capacità di calcolo erogata da sistemi di edge computing, analizzano i parametri del veicolo e avvisano gli operatori di eventuali criticità.
Questo permette di avvisare tempestivamente il conducente ed evitare l’insorgere di danni gravi, oltre a preservare l’incolumità stessa di chi si trova a bordo.

Ci troviamo, quindi, oltre che di fronte a un eclatante esempio dell’efficacia della tecnologia IoT, in una classica situazione cosiddetta win-win: benefici per tutti, utenti e fornitori del servizio.
Anche le ormai famose scatole nere che sempre più compagnie assicurative propongono (o anche impongono) ai propri clienti altro non sono che dispositivi IoT.
Poter contare su dati oggettivi in caso di incidente (ad esempio, la velocità cui viaggiava un veicolo, oppure se era fermo) mitiga i rischi di frode assicurativa e al tempo stesso tutela i conducenti che agiscono correttamente, agevolando rimborsi puntuali e precisi, facilitando l’attribuzione delle responsabilità coerenti con le dinamiche.
A tutte queste applicazioni della tecnologia IoT al settore automotive se ne possono aggiungere altre, ipotizzando nuovi business model.
Sono tutti quelli basati sul modello a consumo, connotati da un utilizzo saltuario dell’autovettura.
Un esempio per tutti: l’IoT è applicabile per la gestione assicurativa delle auto presenti nelle seconde case di non pochi italiani, che sarebbero sicuramente felici di poter pagare solamente in funzione del reale utilizzo del veicolo.
In tutti gli utilizzi che abbiamo descritto emerge un comune denominatore: il beneficio per tutte le componenti di questo mercato.
Infatti, in ambito automotive l’IoT è un vero abilitatore di vantaggi: per il conducente, che può avere maggiore sicurezza e assistenza, per il proprietario del veicolo, più garantito da ogni punto di vista, si tratti di sicurezza, assistenza o furto, per fleet manager, compagnie assicurative, case automobilistiche e telco, che hanno di fronte un vasto mercato per cui creare servizi.