Trattamento farmacologico di Covid-19

Allo stato attuale non esiste nessuna terapia che si sia dimostrata efficace nella cura dell’infezione da SARS-CoV-2. Il trattamento della patologia è individuale e varia a seconda della gravità e della condizione del paziente

Sars-CoV-2 è il nome dato al nuovo coronavirus che si è diffuso a livello mondiale nel gennaio del 2019. Covid-19 è il nome della malattia associata al virus. La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto sanitario rilevante in buona parte del pianeta e ha colpito in modo particolarmente significativo le popolazioni più fragili. Nella regione Lombardia nel mese di febbraio 2020 si è registrato il primo cluster epidemico del virus Sars-CoV-2 facendo partire, di fatto, l’epidemia a livello italiano. Dall’inizio della pandemia, i ricercatori e i medici di tutto il mondo hanno cercato un’intesa per lo sviluppo di protocolli terapeutici efficaci nel combattere l’infezione con la ricerca di nuovi potenziali farmaci. Sono stati fatti sforzi scientifici immensi, a livello internazionale, soprattutto per la messa a punto di un vaccino. Attualmente non esiste nessuna terapia che si sia dimostrata sicuramente efficace nella cura dell’infezione da SARS-CoV-2. Il trattamento della patologia è individuale e varia a seconda della gravità e della condizione del paziente (patologie pregresse, ospedalizzazione, età).

Non solo farmaci sintomatici

La prima fascia di farmaci adoperati riguarda quelli sintomatici. Tra essi abbiamo il paracetamolo (max 4 g/dì) e l’ibuprofene alla dose minima efficace, che sono adoperati in caso di febbre, dolori articolari e/o muscolari. Poi vi sono altri farmaci che possono essere adoperati in condizioni specifiche associate all’ossigenoterapia in pazienti con sintomatologia respiratoria importante. Tra essi si annoverano innanzitutto i corticosteroidi, che costituiscono, insieme all’anticoagulante eparina, il trattamento cardine della malattia da nuovo coronavirus. A giugno 2020, dai dati del trial Recovery, il più importante studio clinico mondiale, è emerso che il desametasone, un corticosteroide economico e di semplice somministrazione, riduce di un terzo la letalità da Covid nei pazienti con forme gravi di infezione. Esso è raccomandato nei casi che necessitano di supplementazione di ossigeno. Il desametasone andrebbe utilizzato al dosaggio di 6 mg una volta al giorno per non più di dieci giorni. Rientra in questa categoria anche l’interferone beta. Gli interferoni sono un gruppo di proteine di segnalazione rilasciate dal corpo umano in risposta a tutti i virus. Da tempo è noto che i pazienti che non producono quantità sufficienti di un tipo di interferone, il beta, sono più suscettibili ai danni polmonari dovuti a infezioni virali. Da qui l’idea di testare la sostanza contro Sars-CoV-2: in un piccolo trial clinico condotto nel Regno Unito, i pazienti ospedalizzati per Covid che avevano ricevuto inalazioni di interferone beta hanno visto ridurre il rischio di sviluppare gravi conseguenze infiammatorie del 79% rispetto a chi aveva avuto un placebo. Occorrono però studi più estesi per capire l’efficacia di questo trattamento rispetto ad altri.

Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo completo su Farmacia News di febbraio