Antibioticoresistenza: all’Italia un primato negativo

L’Italia detiene il primato, nel contesto europeo, della mortalità per antibioticoresistenza:  dei 33mila decessi che avvengono in Europa ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre 10mila sono nel nostro Paese

Oggi 22 novembre il Ministero della Salute promuove, con Aifa, Istituto Superiore della Sanità e Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), un incontro dal titolo ‘Giornata sull’uso consapevole degli antibiotici’.  Il focus è su tre temi principali: l’evoluzione dai batteri ai superbatteri, il ruolo dell’informazione e della comunicazione, le strategie e le azioni per combattere l’AMR (Antimicrobial resistance).

antibioticoresistenza

L’incontro si svolge nell’ambito della Settimana mondiale della consapevolezza sugli antibiotici (18–24 novembre 2019). “In Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate d’Europa e costituisce un serio problema di sanità pubblica. Va assolutamente rafforzata la sorveglianza del fenomeno su tutto il territorio nazionale, aumentando la partecipazione dei laboratori dedicati a questa attività, come previsto dal Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza del 2017”, ha  dichiarato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici, il 18 novembre. “L’abuso e l’utilizzo inappropriato degli antibiotici facilita lo sviluppo di batteri resistenti, che rendono inefficaci le terapie. L’antibiotico va assunto solo dietro prescrizione medica e solo per curare le infezioni di origine batterica”.

I dati ISS sull’antibioticoresistenza

I dati della Sorveglianza Nazionale dell’antibiotico-resistenza (AR-ISS) e della Sorveglianza delle CPE (batteri resistenti agli antibiotici carbapenemici), coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, dicono che in Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species) si mantengono più alte rispetto alla media europea, pur nell’ambito di un trend in calo rispetto agli anni precedenti.

Inoltre, gli oltre 2.000 casi diagnosticati nel 2018 – anche questo un dato costante – di infezioni nel sangue causate da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE), ovvero di enzimi che distruggono i carbapenemi (una classe di antibiotici ad ampio spettro) evidenziano la larga diffusione nel nostro Paese di tali batteriemie.

“Purtroppo, il nostro Paese detiene il triste primato, nel contesto europeo, della mortalità per antibioticoresistenza”, dichiara Annalisa Pantosti, Responsabile della Sorveglianza AR-ISS. “Infatti, dei 33mila decessi che avvengono in Europa ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre 10mila sono in Italia”.

Il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, in attuazione, affronta il problema con una strategia ‘One Health’ con azioni di monitoraggio, sorveglianza e contrasto del fenomeno sia nel settore umano sia veterinario, in linea con i piani delle agenzie internazionali.

Patogeni super resistenti

Le percentuali di resistenza allecefalosporine di terza generazione (29%) e ai fluorochinoloni (42%) in Escherichia coli si sono confermate di gran lunga maggiori rispetto alla media europea, anche se in leggero calo rispetto agli ultimi anni. Si è osservata una diminuzione significativa nella percentuale di isolati di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi, che sono passati dal 37% nel 2016 al 30% nel 2018, mentre per E. coli, anche se il valore si è confermato molto basso (0,6%), è risultato in leggero aumento rispetto agli anni precedenti. La resistenza ai carbapenemi è risultata frequente, anche se in diminuzione, nelle specie Pseudomonas aeruginosa (16%) e Acinetobacter (82%). Per Staphylococcus aureus, la percentuale di isolati resistenti alla meticillina (MRSA) si è mantenuta stabile intorno al 34%, mentre incrementi significativi si sono riscontrati nella percentuale di isolati di Enterococcus faecium resistenti alla vancomicina, passata dal 6% nel 2012 al 19% nel 2018. Per Streptococcus pneumoniae si è osservata una tendenza alla diminuzione sia per la percentuale di isolati resistenti alla penicillina che per quelli resistenti all’eritromicina.

Leggi anche:

AIFA: nel 2017 meno antibiotici ma si deve fare meglio per contrastare l’antibioticoresistenza

Antibioticoresistenza al centro di un’iniziativa Agifar Milano