Una campagna per incoraggiare chi è affetto da sclerosi multipla a diventare genitore

“Genitori si può, anche con la Sclerosi Multipla” è il nome della campagna di sensibilizzazione e informazione promossa dal Centro per la Sclerosi Multipla della Seconda Università di Napoli e supportata da Merck. Obiettivo dell’iniziativa: aiutare e incoraggiare chi è affetto da Sclerosi Multipla (SM) riguardo la possibilità di diventare genitori.

gravidanza

Protagoniste della campagna sono  5 giovani coppie “in attesa” e con diagnosi di SM di uno dei due futuri genitori.  Attraverso il racconto delle loro storie, consultabile sul sito www.genitoriconsclerosimultipla.it, la campagna intende dare un incoraggiamento a tutte quelle coppie che vorrebbero intraprendere la strada della genitorialità.  Un racconto coinvolgente ed emozionante, condotto attraverso reportage fotografici realizzati nel loro ambiente quotidiani e videoracconti in cui parlano della loro scelta di diventare genitori. Sul sito è anche consultabile un libretto informativo dal linguaggio semplice e dai contenuti basati su evidenze scientifiche, per rispondere ai dubbi di chi, con una diagnosi di SM, vorrebbe avere un figlio.  Affinché l’esempio potesse essere il più efficace e accessibile possibile, è stato scelto come mezzo di comunicazione il web.  Anche l’adesione all’iniziativa è avvenuta tramite il web. Carmen e Massimo, Giusy e Vinod, Debora e Loreto, Federica e Giulio, Francesca e Nino, hanno infatti risposto all’invito diffuso tramite i principali social network da parte dal Centro per la Sclerosi Multipla di Napoli.

L’iniziativa prevede anche una mostra itinerante.

La SM è una malattia cronica e progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello, nervi ottici e midollo spinale) e che riguarda in Italia circa 68.000 persone, n prevalenza giovani donne in età fertile. “Vi è un forte pregiudizio secondo il quale chi è affetto da SM non possa diventare genitore, e in particolare una donna non riuscirebbe a sopportare il peso fisico e psicologico della gravidanza e del parto. L’obiettivo della campagna è proprio quello di smentire questo pregiudizio”, ha commentato Gioacchino Tedeschi, professore ordinario di neurologia e direttore della I Clinica Neurologica della Seconda Università di Napoli.

“Gli studi condotti di recente hanno stabilito che il decorso nel lungo periodo della SM non viene influenzato dalla gravidanza; anzi, l’aumento degli estrogeni ha un effetto protettivo per quanto riguarda le ricadute cliniche della malattia”, ha dichiarato Luigi Lavorgna, Neurologo del Centro di Napoli.

La decisione di intraprendere una gravidanza va comunque ponderata e pianificata. “Un primo aspetto da considerare è quello relativo alle terapie modificanti il decorso di malattia. In alcuni casi selezionati si può continuare la terapia per tutta la gravidanza senza rischi per il bambino. Per altri farmaci, invece, non vi sono dati sufficienti e, pertanto, ne viene consigliata la sospensione prima di intraprendere la gravidanza. È importante quindi parlare con il proprio neurologo nel momento in cui si desidera una gravidanza per capire quali possano essere le scelte terapeutiche compatibili”, ha spiegato Simona Bonavita, professore associato di Neurologia della Seconda Università di Napoli.

È comunque importante prendere in considerazione anche gli aspetti più strettamente legati alla malattia: l’età di esordio, la velocità di progressione, la presenza o meno di periodi di remissione lunghi. Occorre inoltre considerare l’eventuale  presenza di altre malattie autoimmuni, spesso concomitanti con la sclerosi multipla, che possono compromettere la fertilità della donna,  la capacità personale della donna di affrontare la gravidanza in presenza della malattia, il tipo di supporto che il partner, la famiglia e il medico sono in grado di assicurare”, ha affermato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano.

“Si ipotizza che individui predisposti dal punto di vista genetico sviluppino la malattia a seguito dell’esposizione, nel corso della loro vita, a fattori di rischio ambientale. Questo non significa però che la sclerosi multipla si possa considerare una malattia ereditaria monogenica, in quanto non esistono evidenze che supportano una trasmissione della malattia dai genitori ai figli secondo leggi di ereditarietà”, ha spiegato Federica Esposito del laboratorio di genetica delle malattie neurologiche complesse dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Infine, una volta diventati genitori, vanno comunque considerate e gestite con attenzione le conseguenze che questa scelta potrà avere sul bambino. “Diversi studi concludono che i bambini che vivono con un genitore affetto da SM riescono ad affrontare meglio questa condizione se supportati da risorse e specifici programmi informativi a loro dedicati”, ha concluso Pietro Vajro, direttore della Cattedra di Pediatria del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno.