Omeoimprese: Usa ed Europa sono due realtà non equiparabili sugli omeopatici

Così il presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga, interviene sulla notizia della circolare dalla Federal Trade Commission che invita i produttori di rimedi omeopatici negli Stati Uniti a riportare sull’etichetta la segnalazione che non ci sono studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia: “Negli Stati Uniti esiste una commistione fra farmaco omeopatico e rimedio naturale, cosa che non accade in Europa. Oltre 20.000 medici in Italia usano i nostri prodotti, che dal 2019 saranno in farmacia con l’AIC, ossia l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio. Esattamente come è richiesto a tutti i farmaci allopatici”.

Giovanni Gorga presidente Omeoimprese

“Innanzitutto”, spiega Gorga, “va precisato che l’oggetto di cui si è tanto discusso è una circolare, non una norma, anche perché la Federal Trade Commission è una sorta di Federconsumatori. In secondo luogo qui si deve considerare che il medicinale omeopatico oltreoceano non è considerato un vero farmaco, come avviene nel nostro Paese e nel resto d’Europa, dove le norme peraltro già prevedono che i medicinali omeopatici riportino l’indicazione ‘senza effetti terapeutici approvati’”.

Prosegue il presidente di Omeoimprese: “Negli USA sono autorizzati dalla Federal Drug Administration, l’equivalente della nostra Agenzia del Farmaco, ma non vengono sottoposti a un processo di registrazione, come invece accade qui. Esiste un controsenso: la legge obbliga il produttore a inserire le indicazioni terapeutiche in confezione, seppure queste non sono sostenute da nessuna procedura di registrazione, come generalmente accade per tutti i farmaci, compresi gli allopatici. Non speculiamo su una non notizia perché le due realtà non sono equiparabili. In America abbiamo ‘non farmaci’ che riportano indicazioni terapeutiche, mentre in Europa si distribuiscono farmaci che attualmente non possono segnalare sulla confezione le indicazioni d’uso”.

“Questa polemica non ci appassiona”, conclude Giovanni Gorga, “ci preme, piuttosto, ricordare che in questi mesi le aziende sono impegnate in un complesso lavoro di allestimento di dossier per la registrazione dei medicinali omeopatici da consegnare ad AIFA, esattamente come accade per gli allopatici. Un traguardo frutto di battaglie per la regolamentazione di un settore che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente considerato come strategico. Riconoscimento confermato dagli 8 milioni di italiani che nel nostro Paese si curano con l’omeopatia, come ci dimostra un sondaggio condotto nel marzo 2016 da EMG Acqua per conto di Omeoimprese”.