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Sanità territoriale: proficuo dialogo tra farmacisti e medici di medicina generale

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«I problemi della Sanità italiana non si potranno mai risolvere costruendo “cattedrali nel deserto”. Serve invece un lavoro certosino che realizzi un sistema di cura e di assistenza sempre più capillare e prossimo al cittadino». È quanto ha affermato di recente il segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, ribadendo l’importanza di una riorganizzazione del territorio con investimenti sul personale, perché «non sono certo le Case di Comunità la soluzione».

Il dialogo con i farmacisti

A tal proposito, Scotti ha evidenziato l’instaurarsi e di un proficuo dialogo con il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani Andrea Mandelli. La sinergia tra le due Federazioni è volta a individuare dei modelli basati sulla collaborazione tra medici di famiglia e farmacie per la realizzazione di un’assistenza sempre capillare e prossima al cittadino. «Modelli di assistenza disponibili in tutte le realtà, non solo nei “deserti” urbani dove sorgeranno le Case di Comunità» ha aggiunto Scotti.

L’importanza delle sinergie interprofessionali

Andrea Mandelli ha confermato la proficua collaborazione in atto con i medici di medicina generale, «per costruire una sanità che metta davvero al centro i bisogni di salute dei cittadini. La pandemia ha fatto emergere chiaramente la necessità di fare squadra sul territorio: le sinergie interprofessionali, che trovano un rilevante supporto nella sanità digitale, non possono che essere la direttrice per realizzare la prossimità scritta nel PNRR e offrire ai pazienti un’assistenza capillare e continuativa».

Il presidente Fofi ha rinnovato, dunque, la piena disponibilità «a proseguire il percorso condiviso tra farmacisti e medici delle cure primarie per realizzare l’obiettivo comune di assicurare agli italiani le migliori risposte possibili sul fronte della tutela della salute».

Lo stress mette a rischio la salute dei caregiver familiari, soprattutto se donne

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Prendersi cura di un familiare non autosufficiente mette a rischio la salute dei caregiver familiari, in particolar modo se donne. È quanto emerge da uno studio pilota presentato all’Istituto superiore di sanità in occasione di un convegno su stress, salute e differenze di genere nel caregiving familiare organizzato dal Centro di riferimento per la medicina di genere, in collaborazione con il centro per le scienze comportamentali e la salute mentale

Lo stress dovuto al caregiving di un familiare non autosufficiente a causa di una patologia cronica o di una disabilità mette a rischio la salute dei familiari che se ne prendono cura, in particolar modo se donne. A evidenziare questo aspetto i dati di uno studio pilota presentati all’Istituto superiore di sanità, in occasione del convegno su stress, salute e differenze di genere nei caregiver familiari organizzato dal Centro di riferimento per la medicina di genere in collaborazione con il Centro per le Scienze comportamentali e la salute mentale.

Lo studio pilota

I dati emersi dallo studio, relativi alla compilazione dei questionari da parte di 201 campioni nella regione Lazio, hanno evidenziato quanto lo stress rappresenti un fattore di rischio per l’insorgenza di diverse patologie, con i sintomi depressivi in prima linea soprattutto per quanto concerne le donne che percepiscono un livello di stress più elevato rispetto agli uomini (34% vs 31%).

Allo stesso modo, il progetto pilota ha sottolineato quanto le donne che si occupano del caregiving di un familiare risultino maggiormente esposte a rischi per la salute, tanto che le stesse manifestano un disturbo insorto dopo l’avvio dell’attività di caregiving nel 65% dei casi rispetto al 42% degli uomini e mostrano una salute non buona nel 67% a fronte del 53% dei caregiver maschi.

A ciò si aggiunge che le donne tendono ad avere un’alimentazione irregolare più degli uomini (44% vs 33%), con una significativa inversione di tendenza rispetto alle donne della popolazione generale; gli uomini mantengono invece la loro caratteristica nel maggior consumo di alcool (38% vs 22%).

Accrescere la consapevolezza dei rischi di salute genere-specifici

«Lo scopo del convegno – ha spiegato Marina Petrini, responsabile dell’evento – è di accrescere nei “caregiver” familiari la consapevolezza dei possibili rischi per la salute associati allo stress da carico assistenziale, considerando anche le differenze di salute genere-specifiche».

«Mettere in evidenza le differenze di sesso e genere nello stato di salute dei “caregiver” familiari – ha sostenuto Elena Ortona, direttrice del Centro di riferimento per la medicina di genere – è fondamentale perché sono prevalentemente le donne ad assumersi il ruolo di cura e assistenza in famiglia, ma anche perché le disuguaglianze di genere possono causare a loro volta disuguaglianze di salute. Alla luce di ciò, le politiche socio-sanitarie regionali, nel programmare interventi di sostegno diretti ai caregiver familiari, dovrebbero considerare le differenze genere-specifiche evidence-based ai fini della prevenzione delle malattie associate allo stress».

Farmacia dei Servizi: avviata la sperimentazione nelle Marche

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Dal 1° giugno al via i nuovi servizi nella farmacia di comunità in oltre 270 farmacie territoriali della Regione Marche. L’iniziativa interesserà circa 40 mila utenti, ottimizzando anche la spesa farmaceutica attraverso l’uso corretto dei farmaci e il monitoraggio dell’aderenza alla terapia per il diabete e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il plauso di Fofi

“Farmacia dei servizi” al via: dal 1° giugno più di 270 farmacie delle Marche hanno avviato la sperimentazione dei nuovi servizi nella Farmacia di Comunità. Grazie al progetto, le Marche diventeranno un importante “osservatorio”, per poi replicare le best practices messe in campo anche in altre Regioni.

L’attività di sperimentazione

L’attività di sperimentazione interesserà circa 40 mila utenti, ottimizzando anche la spesa farmaceutica attraverso l’uso corretto dei farmaci e il monitoraggio dell’aderenza alla terapia per il diabete e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si prevedono, tra l’altro, servizi di telemedicina come l’holter pressorio e cardiaco, elettrocardiogramma, autospirometria, ma anche un rafforzato supporto allo screening per la prevenzione del tumore del colon retto e l’avvio del fascicolo sanitario elettronico.

Il farmacista sempre più protagonista della salute

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, Andrea Avitabile, presidente di Federfarma Marche, ha sottolineato come «questa fase rappresenta un’evoluzione dell’attività professionale nell’ambito delle cure primarie, in cui il farmacista, nel Servizio sanitario, diventa sempre più protagonista nell’erogazione di servizi correlati alla salute ed alla prevenzione. Il farmacista acquisisce nuove funzioni, soprattutto sul fronte della prevenzione e della presa in carico del paziente, anche grazie al rafforzamento della telemedicina e a un nuovo modello di collaborazione con gli altri professionisti sanitari».

Il commento di Fofi

«Esprimo grande soddisfazione per l’avvio della sperimentazione della Farmacia dei Servizi nella Regione Marche, prima Regione italiana a implementare in maniera organica tutti i servizi erogabili dai farmacisti di comunità e a introdurre la somministrazione del vaccino contro l’herpes zoster in farmacia – ha commentato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), intervenuto alla conferenza stampa – La Farmacia dei Servizi è oggi una realtà che riscontra un’amplissima adesione sia da parte dei cittadini sia degli stessi professionisti, come testimoniano i circa 40mila farmacisti italiani che si sono abilitati all’inoculazione dei vaccini.

Vaccinazioni, test diagnostici, prestazioni di telemedicina ci vedono sempre più protagonisti accanto alla tradizionale attività di dispensazione dei medicinali, alimentando al contempo una crescente aspettativa dei cittadini e del sistema nei confronti della rete dei farmacisti di comunità per rafforzare le attività di prevenzione e cura sul territorio, con particolare riguardo alla gestione delle cronicità. L’introduzione della vaccinazione anti-zoster nelle farmacie marchigiane ci auguriamo possa fare da apripista verso ulteriori evoluzioni della Farmacia dei Servizi, a conferma della nostra volontà di continuare ad accrescere le nostre competenze e ampliare il nostro contributo alla realizzazione di una sanità di prossimità in grado di garantire la miglior assistenza possibile ai cittadini».

Banco Farmaceutico e farmacie territoriali, una collaborazione di successo

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Una serata per ringraziare formalmente le farmacie che ogni anno rendono possibile un proficuo svolgimento della Giornata di Raccolta del farmaco. La serata, organizzata da Fondazione Banco Farmaceutico onlus con il sostegno incondizionato di EG-STADA Group, si è svolta nei giorni scorsi in provincia di Verona, alla presenza tra gli altri di Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, Matteo Vanzan, coordinatore regionale della Fondazione Banco Farmaceutico onlus e Salvatore Butti,General Manager & Managing Director di EG STADA Group.

«Anche quest’anno i dati della raccolta dei farmaci in occasione della XXIII Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco sono stati più che positivi, dimostrando ancora una volta quanto i nostri cittadini siano sensibili alla donazione che consente di raggiungere tramite le associazioni e gli enti del territorio chi ha bisogno, soprattutto in periodi di crisi come l’attuale» è stato il commento del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha augurato buon lavoro alla Fondazione per le future progettualità.

«Federfarma è da sempre al fianco della Fondazione Banco Farmaceutico onlus dimostrando la storica sensibilità delle farmacie italiane. Facciamo nostro lo slogan della serata “I poveri non si contano, ma si abbracciano”, a conferma che al centro dell’attività delle farmacie territoriali si trova l’interesse per i meno fortunati» ha dichiarato Roberto Tobia.

«Durante la Giornata di Raccolta del Farmaco 2023 in tutto il Veneto sono state donate 52.500 confezioni di farmaci, pari a un valore di 432.000 euro, in 575 farmacie, che sosteranno 125 realtà assistenziali. A Verona e provincia, in 170 farmacie sono state raccolte 17.500 confezioni (+35% SUL 2022), pari a un valore di 146.500 euro che serviranno ad aiutare 25 enti del territorio- – ha aggiunto Matteo Vanzan – Di anno in anno cresce il numero di farmacie e cittadini che desiderano partecipare attivamente a questa corale raccolta di prodotti farmaceutici contro la povertà sanitaria. Inoltre, durante tutto l’anno in 24 farmacie veronesi è attivo il “Recupero farmaci validi non scaduti” che fino ad ora ha reimmesso nel circuito della fruizione medicinali per più di 1,1 milioni di euro in una logica di solidarietà sanitaria e tutela ecologica».

«Andare incontro alle esigenze di salute delle persone più fragili e vulnerabili, che si trovano in una condizione di povertà sanitaria, è un modo per rispondere alla nostra purpose. Per questo, siamo lieti di avere offerto, anche quest’anno, il nostro contributo incondizionato alla Fondazione Banco Farmaceutico onlus» ha affermato infine Salvatore Butti.

Per garantire accesso alle cure, puntare sulla prossimità

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Accessibilità e prossimità rappresentano due concetti chiave per garantire il migliore accesso alle cure ai pazienti e ai loro caregiver. In particolar modo per gli anziani, i cronici e per coloro che vivono nelle aree interne del Paese. Sulla scia di quanto avvenuto con gli antivirali orali contro il Covid-19, Andrea Mandelli (Fofi) ha suggerito l’opportunità di riportare sul territorio tutti i farmaci non destinati all’uso ospedaliero

La pandemia Covid-19 ha segnato un momento di grande ripensamento per il sistema salute, che è uscito dall’emergenza guidato da due parole chiave: territorio, e quindi medicina di prossimità, e digitalizzazione. La prossimità e i nuovi strumenti messi a disposizione dal digitale consentono oggi di assicurare al paziente un più facile accesso alle cure e una più efficace gestione delle patologie, anche al domicilio garantendogli, al contempo, una migliore qualità della vita.

In questo quadro di rinnovamento, la farmacia ha assunto crescente importanza come primo presidio sanitario di prossimità riconosciuto anche dal DM77. È dunque questo il percorso intrapreso, semplificato anche dall’introduzione della ricetta dematerializzata, che va perseguito per assicurare una migliore e più capillare qualità dell’assistenza soprattutto ai pazienti fragili, ai cronici, agli anziani e a quanti vivono nelle aree più remote del Paese.

Riportare i farmaci sul territorio

«L’attivazione della ricetta elettronica e il ricorso alla distribuzione per conto (DPC) per la dispensazione dell’antivirale orale contro il Covid-19, adottate durante la pandemia grazie all’impulso e all’apporto determinanti dei farmacisti italiani, hanno dimostrato che la disponibilità di un medicinale nelle farmacie territoriali è sinonimo di accessibilità per i pazienti e che la capillarità del servizio farmaceutico è essenziale per garantire il diritto alla salute dei cittadini, in particolar modo degli anziani e di coloro che vivono nelle aree più interne, consentendo di ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver.

È quindi di tutta evidenza l’opportunità di riportare sul territorio tutti i farmaci che non sono riservati all’uso ospedaliero» ha sottolineato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), nel suo intervento in occasione della presentazione della Raccomandazione Civica di Cittadinanzattiva “Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche. Focus sul grado di accesso alle terapie antivirali per la cura del Covid-19”.

Ricetta dematerializzata, ma anche Fse e dossier farmaceutico

«Il DM 77 è il punto di partenza per progettare un’assistenza di prossimità che metta realmente al centro il cittadino, favorendo l’interconnessione tra i sistemi sanitari regionali e una maggiore collaborazione tra i professionisti» ha aggiunto. In questa direzione si è inserita la ricetta dematerializzata, introdotta in pandemia e destinata ora a diventare una misura strutturale, come stabilito dal DDL Semplificazioni.

«Di estrema rilevanza sono anche il Fascicolo sanitario elettronico e il Dossier farmaceutico, del quale non si parla nonostante sia previsto dalla legge. La loro piena e omogenea implementazione potrà consentire ai cittadini di beneficiare non solo di un servizio farmaceutico più accessibile, ma anche di un maggior supporto, offerto dal farmacista di comunità, ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza alla terapia. Si tratta di un obiettivo prioritario per il Ssn, sul quale è altissima l’attenzione dei farmacisti, per migliorare la salute e la qualità di vita cittadini» ha concluso Mandelli.

Piano caldo 2023, al via la campagna del Ministero della Salute

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Con alle porte la stagione estiva, che sarà particolarmente torrida stando alle previsioni, il Ministero della Salute ha provveduto a lanciare la campagna “Piano caldo 2023”, per prevenire gli effetti negativi delle ondate di calore che possono verificarsi soprattutto nei soggetti più fragili

Anche quest’anno, con l’avvicinarsi della stagione estiva, caratterizzata da temperature molto elevate stando alle previsioni, come e forse peggio degli ultimi anni, il Ministero della Salute ha lanciato la campagna “Piano Caldo 2023”, che si focalizza in particolar modo su una corretta nutrizione, per prevenire e scongiurare gli effetti nefasti del caldo eccessivo che può colpire prevalentemente le persone più fragili, come anziani e bambini.

Consigli per una corretta alimentazione

Il ‘Decalogo alimentazione estate 2023’ del Ministero si articola in 10 punti e raccomanda di rispettare i pasti, nel numero e negli orari, di bere costantemente nella misura di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, di consumare 5 porzioni di frutta e verdura di stagione. Il decalogo suggerisce inoltre di privilegiare cibi freschi e ricchi di acqua, di evitare piatti elaborati e un consumo eccessivo di sale.

Evitare le ondate di calore

Altri consigli riguardano come difendersi dalle ondate di calore, evitando l’esposizione al sole nelle ore più calde, tenendosi lontani dalle zone trafficate e prediligendo parchi e giardini, proteggendo la pelle con creme solari ad alto fattore protettivo, facendo attenzione alla corretta conservazione dei medicinali e indossando abiti leggeri e di colore chiaro.

Bollettini sulle ondate di calore e i livelli di rischio

Inoltre, parte integrante della campagna sono i bollettini sulle ondate di calore, realizzati grazie al sistema nazionale di previsione allarme. Il sistema operativo è dislocato in 27 città italiane (Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo) e consente di individuare, giornalmente, le condizioni meteo-climatiche a rischio per la salute.

Il sistema si articola in quattro livelli di rischio, che vanno da 0 a 3, con il livello zero che indica “nessun pericolo” per la popolazione, e il livello tre che delinea condizioni di “allarme” e possibili effetti negativi delle ondate di calore sia sulle persone sane che per la popolazione fragile, come anziani, bambini molto piccoli, donne in gravidanza e persone con malattie croniche.

La cura del capello, una sana abitudine

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I capelli sono uno specchio del nostro benessere, sia fisico sia mentale. I periodi di stress, malattia, stanchezza si riflettono sulla nostra chioma, che può apparire spenta o con forfora o si possono manifestare zone più o meno ampie di alopecia

Le fasi del capello

Le fasi di vita del capello sono tre e comprendono tutto il processo che va dalla nascita alla caduta fisiologica.

  • La prima fase è detta Anagen, in cui il follicolo è attivo e il capello cresce in lunghezza fino a 0,4 mm al giorno. Questa fase dura dai 2 ai 7 anni.
  • La seconda è la fase Catagen. È un momento di riposo per il capello e dura circa tre settimane.
  • L’ultima è la fase Telogen, in cui il follicolo capillifero diviene inattivo. In questa fase il capello presenta un legame molto debole col follicolo tanto che viene facilmente spinto via dal nuovo capello che sta nascendo. Il follicolo da cui nasce il nuovo capello sarà lo stesso, ma a quel punto sarà entrato nuovamente in fase Anagen e si sarà riattivato.

Alcune cause della caduta dei capelli 

Normalmente una capigliatura è formata da circa 250-300.000 capelli, che sono sottoposti a un continuo ricambio. Si stima che una perdita “normale” si aggiri dai 30 ai 100 capelli al giorno. Stress, ansia, depressione, sono fattori psicologici che intervengono pesantemente sulla salute del capello. Si parla di Alopecia psicogena. La mancanza di energia e di interesse, l’umore sempre cupo, possono indebolire l’individuo e ridurre l’attività fisica e l’esposizione al sole, necessari per il benessere fisico e mentale.

Il sole e i suoi raggi a contatto con la nostra pelle migliorano lo stato emotivo e sono implicati nella produzione di vitamina D, la cui carenza indebolisce l’apparato osteoarticolare, il sistema immunitario e può predisporre a una maggiore caduta dei capelli. La riduzione delle ore luce sarebbe infatti uno dei motivi per cui proprio durante l’autunno e l’inverno la caduta dei capelli si intensifica.

Anche le carenze vitaminiche più in generale e le problematiche ormonali ed endocrinologiche, quali la Sindrome dell’Ovaio Policistico, la menopausa, la gravidanza e l’allattamento, le disfunzioni della tiroide, l’aumento dei livelli nel sangue di Prolattina, di Cortisolo o degli androgeni (tra cui il Testosterone), sono spesso responsabili dell’indebolimento capelli. Non sono meno rilevanti i fattori ambientali, tra cui lo smog e le polveri sottili che, depositandosi sui capelli, li rivestono impedendo una naturale ossigenazione.

Tutti questi elementi possono portare alla miniaturizzazione del capello, un processo che si evolve nel tempo, durante il quale il bulbo via via si atrofizza e il capello si devitalizza, si assottiglia e si accorcia, fino a diventare delle dimensioni di un pelo. A questo punto solitamente il capello cade e, date le condizioni del bulbo, non viene sostituito da un nuovo capello. 

Carenze di medicinali: una guida dall’Ema

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A causa del perdurante problema relativo alle carenze di medicinali, Ema ha pubblicato delle raccomandazioni per l’industria sulle buone pratiche per garantire la continuità della fornitura di farmaci per uso umano, prevenire le carenze e ridurne l’impatto

La carenza di farmaci rappresenta un grave problema sanitario che sta interessando sempre più i Paesi europei, complici prima la pandemia e quindi la situazione di grave tensione geopolitica connessa alla guerra in Ucraina. Le carenze possono portare a un razionamento dei farmaci e a ritardi nei trattamenti critici, con un impatto significativo sull’assistenza ai pazienti. Inoltre, i pazienti possono essere costretti a ricorrere ad alternative meno efficaci andando incontro a un rischio maggiore di errori terapeutici.

Garantire la disponibilità dei farmaci autorizzati nell’Unione Europea rappresenta una priorità fondamentale per l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e per la rete europea di regolamentazione dei farmaci.

Una guida dall’Ema

A tal proposito, Ema ha pubblicato delle raccomandazioni per l’industria sulle buone pratiche per garantire la continuità della fornitura di farmaci per uso umano. La guida descrive i vari attori coinvolti nella catena di approvvigionamento dei farmaci e le loro responsabilità e ruolo nella prevenzione e gestione delle carenze di medicinali.

Fornisce, inoltre, dieci raccomandazioni per i titolari di autorizzazione all’immissione in commercio, i grossisti, i distributori e i produttori per ridurre al minimo il verificarsi di carenze di medicinali e il loro impatto.

Le raccomandazioni

Le raccomandazioni includono:

  • informare il prima possibile le autorità nazionali competenti di potenziali o effettive carenze e fornire informazioni dettagliate per prevedere meglio il possibile impatto e attuare misure preventive;
  • stabilire solidi piani di prevenzione e gestione delle carenze;
  • ottimizzare i sistemi di qualità farmaceutica e aumentare la resilienza di catene di approvvigionamento complesse e multinazionali;
  • comunicazione tempestiva tra i vari attori della catena di approvvigionamento dei farmaci;
  • principi generali per promuovere una distribuzione giusta ed equa dei farmaci per soddisfare le esigenze dei pazienti.

S basano sull’analisi delle cause delle carenze e sull’esperienza diretta dei regolatori nel coordinare la gestione delle carenze.

La guida è stata sviluppata dalla Task Force HMA/EMA sulla disponibilità di medicinali autorizzati per uso umano e veterinario, un gruppo di lavoro congiunto istituito da Ema e dagli Heads of medicines agencies (Hma) che si occupa della disponibilità di medicinali autorizzati, ed è stata presentata in occasione di un workshop sulle carenze tenutosi il primo e il 2 marzo 2023.

Il documento integra la guida in formato PDF per le organizzazioni di pazienti e operatori sanitari pubblicata lo scorso anno per aiutare a prevenire e gestire le carenze di medicinali per uso umano.

Generici-equivalenti in crisi, va meglio per i biosimilari. Il report Egualia sull’andamento 2022

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Momento critico per il settore pharma: da un lato le carenze, che mettono a dura prova farmacie e territorio, dall’altro il mercato dei generici, in stallo, su cui i cittadini esprimono ancora in parte “perplessità”. Prova ne è l’orientamento del consumatore, pronto a sborsare di tasca propria per un farmaco brand off patent, più costoso, rispetto a una formulazione generico-equivalente di pari efficacia terapeutica. Vanno meglio invece i biosimilari, anche in relazione al panorama europeo. Lo attestano i Rapporti del Centro Studi di Egualia che tracciano lo stato dell’arte, in maniera unitaria, di entrambi i mercati nel contesto italiano per l’anno 2022.

Il consumo di generici-equivalenti nel canale farmacia

Lo si monitora con attenzione in funzione dei dati rilevati nel corso degli ultimi 12 mesi: il comparto fa osservare una “depressione” generalizzata, a fronte di qualche numero “illusorio”. Infatti, sebbene i generici-equivalenti abbiano assorbito il 22% del totale del mercato a confezioni, corrispondente ad appena il 14.81% del mercato a valori, e facciano registrare una crescita in valore assoluto del numero delle confezioni vendute, pari a 1,8 mld contro 1,7 del 2021, fa da contrappeso una flessione in termini di incidenza percentuale, stimata dello -0,6% dovuta alla crescita maggiore del segmento branded. Il farmaco “griffato” dunque sembra destare più fiducia da parte del consumatore.

Inoltre il rapporto Egualia evidenzia che l’89% delle confezioni vendute è in Classe A, dove si concentra anche l’82% del giro di affari del comparto, corrispondente a 1,6 miliardi di euro. Segmentando ulteriormente il dato del mercato italiano dei generici è possibile assegnare agli equivalenti il 29% del mercato complessivo dei farmaci fuori brevetto contro il 71% detenuto dai brand a brevetto scaduto.

Panoramica sulla Classe A

Totalmente rimborsabili dal Ssn, i farmaci di Classe A riferiscono una crescita del numero delle confezioni ritirate in farmacia nel 2022, mentre perdono terreno i prodotti esclusivi, cioè protetti o senza generico corrispondente. Avanzata lenta, invece, per i generici equivalenti, che rappresentano il 3,.1% delle confezioni di Classe A, dove la spesa rimborsata in farmacia fa osservare nell’anno una crescita del +1.4%, a fronte di una flessione relativa ai prodotti esclusivi in funzione dell’andamento del mercato, pari a -6.3%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In definitiva: i generici-equivalenti rappresentano il 26.4% della spesa di Classe A.

Generici: rischio desertificazione industriale in UE

Il quadro italiano non tradisce l’andamento denunciato dal comparto dei produttori europei del settore: l’intera filiera dei farmaci generici, secondo l’analisi e il dichiarato della stessa Egualia, è sotto forte pressione a partire dai prezzi spinti al limite della loro sostenibilità, che aprono la prospettiva di ulteriori e nuove carenze rispetto alle attuali.

Biosimilari

Il comparto registra un andamento migliore a confronto con i generici-equivalenti, con dati di mercato più performanti rispetto al trend registrato in ambito europeo. I biosimilari, in generale, registrano una nuova crescita, assicurandosi il 43% del mercato di riferimento, con 15 molecole che nel 2022 hanno trainato il settore.

Sulla “positività” del mercato incide la territorialità: l’analisi dei consumi relativi alle differenti molecole in commercio, fa osservare un “gradimento” a macchia di leopardo con a sorpresa la Lombardia tra i fanalini di coda. Dettano le leggi di mercato cinque Regioni: Valle d’Aosta e Piemonte, con una quota di biosimilari pari al 73.6%, Marche (68.8%), Liguria (61.2%), Sicilia (59%) e Toscana (58.1%). Chiudono, insieme alla Lombardia (25.3%), con percentuali tra le più basse la Sardegna (32,6%) e la Calabria (36,4%).

Remunerazione aggiuntiva per le farmacie: il decreto in Gazzetta Ufficiale

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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo della Legge di Bilancio che prevede il riparto della remunerazione aggiuntiva alle farmacie fino a un tetto di 150 milioni di euro annui. A tutte le farmacie è dovuta una quota fissa aggiuntiva per singola confezione di 0,08 euro da applicare a tutti i farmaci rimborsati dal Ssn e una quota premiale aggiuntiva di 0,12 euro applicata a ogni confezione di farmaci generici e originator con prezzo pari a quello di riferimento

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 25 maggio il decreto con il riparto della remunerazione aggiuntiva alle farmacie (prevista dalla legge di Bilancio approvata lo scorso dicembre) a decorrere dal 1° marzo 2023 per il rimborso dei farmaci erogati in regime di sistema sanitario nazionale e fino a un massimo di 150 milioni di euro annui.

Monitoraggi e tetti per le Regioni

In sede di applicazione, si legge nel decreto “le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano monitorano con cadenza temporale periodica l’effettiva spesa sostenuta per il riconoscimento della remunerazione aggiuntiva di cui all’art. 2. Al fine di rispettare il limite di spesa fissato all’art. 1, comma 534, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono a riconoscere la remunerazione aggiuntiva fino a concorrenza delle risorse loro assegnate per il singolo anno e, qualora dalla rendicontazione prodotta dalle farmacie risulti che le somme erogate siano superiori alle risorse disponibili, procedono al recupero delle somme eccedenti secondo termini e modalità da concordarsi in sede locale con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle farmacie”.

Farmacie e riparto: le specifiche

Il decreto prevede che a tutte le farmacie venga riconosciuta una quota fissa aggiuntiva pari a 0,08 euro su tutti i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e una quota premiale pari a 0,12 euro per ogni confezione di farmaco generico e originator con prezzo pari a quello di riferimento.

Inoltre, alle farmacie che godono della riduzione del 60% del multi-sconto del Servizio sanitario nazionale, ai sensi dell’art. 1, comma 40, quinto periodo, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, è dovuta una ulteriore quota “tipologica” aggiuntiva per singola confezione di 0,12 euro da applicare a tutti i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.

Quote aggiuntive per le farmacie rurali

Il decreto prevede, inoltre, che alle farmacie rurali sussidiate che godono dello sconto forfettario 1,5% – ai sensi dell’art. 1, comma 40, quarto periodo, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 – venga riconosciuta una ulteriore quota aggiuntiva per singola confezione di 0,14 euro da applicare a tutti i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.

Infine, viene stabilito che alle farmacie rurali e urbane con fatturato del Servizio sanitario nazionale inferiore a 150 mila euro che sono esentate dallo sconto del Servizio sanitario nazionale, ai sensi dell’art. 1, comma 40, sesto periodo, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, “è dovuta una ulteriore quota aggiuntiva per singola confezione di 0,25 euro da applicare a tutti i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale”.