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La farmacia nel metaverso

Passione, ispirazione e impegno trovano un punto di incontro nel progetto iGo4Life, presentato a Cosmofarma Exhibition 2024, in cui si respira aria di cambiamento e non solo in farmacia.

L’ineccepibile moderatrice Emanuela Belloni, economista aziendale e docente di retail marketing, apre il convegno con i dati di WeAreSocial: scende l’utilizzo dei social da 44 milioni di utenti a 42 milioni. Un disamore che trova causa nei fake e negli haters cui consegue un bisogno differente di socialità e a ripensare all’uso di canali differenti come le opportunità offerte dal Web3.

L’utilizzatore medio di internet ha 48 anni, naviga in prevalenza con lo smartphone, per 6 ore di utilizzo attivo, di cui trascorre 1 ora e 48 minuti sui social. 

La presenza delle farmacie nel mondo digitale

Per quanto riguarda le farmacie l’Indagine desk restituisce un dato monstre: il 44,4% non hanno presenza digitale mentre il 55% ha almeno un sito o un social o un e-commmerce.

Il profilo della farmacia italiana è cambiato: oggi ci sono molte più farmacie (19.997) di cui 18.311 private, con un fabbisogno maggiore di dipendenti e una superficie media di 74 mq, in cui si sviluppano tanti servizi sviluppabili grazie agli strumenti digitali.

Luca Sancricca, esperto di digital innovation e metaverso, individua il bisogno di strumenti di lavoro innovativi basati sulla user experience basati sulla raccolta dei dati e la comunicazione multi channel su internet.

Giorgio Grandi, architetto e designer, supera i limiti del mondo fisico per raggiungere gli spazi virtuali creando un nuovo mondo fatto di contaminazioni con il mondo del benessere e della farmacia.

Il nuovo DNA della farmacia

La natura è nei processi e nelle esperienze, l’ispirazione per questa visione innovativa testimonia il nuovo DNA della farmacia che si presta ad avvicinare il prodotto all’acquirente, con un layout davvero insolito nel mondo virtuale.

Gianluca Cammarata, farmacista, descrive come l’espansione del luogo fisico sia sodale con le necessità della farmacia in evoluzione che offre molti servizi, pur costretta ad operare nel limite di spazio ristretto che la individuano. Nel mondo virtuale viene ricreato uno spazio di cura e benessere per il paziente, dove si identificano chiaramente i prodotti e ci si informa, si prenota e si gestisce in autonomia l’acquisto, vivendo un’esperienza innovativa ed immersiva, in touch point da ponte tra il digitale e il fisico.

La farmacia del metaverso è sinergica con il punto vendita fisico, in quanto personalizzabile nell’allestimento, è funzionale all’organizzazione di eventi e servizi, programmabili grazie ad un calendario di prenotazioni, inoltre si possono ricevere gli ordini convogliati poi al grossista per far trovare il prodotto in farmacia al cliente il giorno successivo.

Il tutto senza un visore per accedere all’ecosistema digitale, in cui tuttavia il paziente è profilato per assicurare un’esperienza personalizzata e i dati sono integrabili con altre piattaforme di comunicazione della farmacia. Nel vocabolario alla voce opportunità da esplorare c’è sicuramente la metafarmacia.

 

Salute e inflazione in farmacia

A Cosmofarma Exhibition 2024 l’appuntamento con Ipsos ha avuto come focus l’impatto del contesto socioeconomico sul comportamento di acquisto del consumatore, i risvolti che ha comportato nei confronti della spesa per la salute e nello specifico delle farmacie.

Un convegno che si intreccia con l’ordito del valore umano, protagonista in questa edizione di Cosmofarma, raccontato nella declinazione al consumatore dall’impeccabile Stefania Fregosi, Responsabile della Service Line Healthcare presso Ipsos Italia.

Un sentimento comune di preoccupazione negli intervistati, evocato dall’ambito socioeconomico, occupazionale, i permanenti conflitti bellici e per il cambiamento climatico.

Consumatore attento

Si delinea un contesto difficile con previsioni poco ottimistiche: per il 45% degli italiani nel 2023, al bilancio, a non considerarlo un buon anno, in leggero miglioramento rispetto il 2022.

I dati per il 2024 non danno cenno di slancio verso il futuro, parsimonia e oculatezza sono temi centrali, tali da non contrarre tout court gli acquisti, ma nel soppesare le risorse economiche a disposizione senza sprecare.

Il consumatore è attento, oculato ed affarista, che soddisfa i suoi bisogni e trae gratificazione dal trovare il prodotto cercato ad un prezzo scontato. L’80% degli italiani ha, infatti, modificato il suo comportamento di acquisto nell’ultimo anno, con differenze sociodemografiche soprattutto le donne, le fasce dai 35 ai 54 anni, al Sud e nelle isole.

Il carico di spesa è coerente con il sostentamento famigliare, le fasce di età centrali hanno modificato maggiormente i comportamenti d’acquisto rispetto ai giovani 25-34 e ai senior (65-75 anni) che vivono in nuclei famigliari più piccoli godono quindi di una fonte di reddito utile al soddisfacimento delle proprie esigenze.

Strategie di acquisto contro il rincaro dei prezzi

I farmaci da banco sono nella classifica dei beni per cui il consumatore ha percepito il rincaro dei prezzi; tuttavia, la previsione futura è una minor contrazione di spesa per l’acquisto di farmaci per le persone e gli animali di famiglia, rispetto ad altre categorie di prodotto. 

I consumatori attuano strategie come il confronto di prezzi e l’uso dei farmaci generici, senza rimandare l’acquisto. Nelle farmacie cercano il prodotto migliore con prezzo migliore, per questo hanno un paio di farmacie di riferimento con cui diversificano l’acquisto e si affidano al farmacista.

Un consumatore su 2 ha risparmiato su OTC e integratori soprattutto nella fascia tra i 35-44 anni, meno i giovanissimi e i senior che tendenzialmente risparmiano su altri fronti, ma non sulla salute.

Farmacia dei servizi

Il prezzo non è il driver principale di acquisto del farmaco ma attenzionato e il farmacista gode della fiducia crescente del cittadino (88%), per la gestione dei piccoli problemi di salute e per l’erogazione dei servizi, con livelli di considerazione che crescono all’avanzare dell’età.

I servizi più utilizzati sono l’ordinazione di farmaci, prenotazione CUP e servizi di misurazione della pressione, inoltre iniziano a prendere piede le vaccinazioni a testimonianza della farmacia come centro polifunzionale, in grado di soddisfare le esigenze di salute sempre più articolate di diverse fasce di età.

La maggior parte degli italiani ha usato almeno un servizio in farmacia nell’ultimo anno e ne vorrebbe sempre più come screening gratuiti e vaccinazioni, oltre alla collaborazione di altre figure professionali a colmare le lacune del SSN verso cui il cittadino nutre un certo scetticismo.

 

Dalla SIPREC, l’importanza dell’aderenza terapeutica

Le patologie cardiovascolari rappresentano ancora oggi uno dei principali problemi di salute pubblica. Basti pensare che con quasi 20 milioni di decessi annui a livello globale rappresentano la principale causa di mortalità del Vecchio Continente, drenando ben il 25% delle risorse sanitarie complessive.

La situazione italiana

Il numero di over65 che nel nostro Paese presenta una patologia cronica è superiore al 60%: all’interno delle cronicità, le patologie cardio-metaboliche sono quelle più frequenti.

Una corretta gestione di queste patologie richiede non solo terapie efficaci ma un’attenta aderenza alle terapie da parte dei pazienti, chiamati ad attenersi anche a controlli periodici.

Ciò nonostante, circa un paziente su 2 non aderisce correttamente alle cure tanto che la scarsa aderenza terapeutica viene considerata un fattore di rischio cardiovascolare occulto che si aggiunge a quelli già noti: stili di vita scorretti, diabete, ipertensione, dislipidemia.

La campagna SIPREC

La Società italiana per la prevenzione cardiovascolare – SIPREC, insieme al Gruppo Servier Italia ha lanciato la nuova campagna di sensibilizzazione, “Affetti Desiderati” proprio per ribadire l’importanza dell’aderenza terapeutica per la gestione delle patologie cardiometaboliche.

La campagna utilizza la narrazione tipica delle dinamiche di coppia, solo che al centro della storia ci sono compresse e pazienti. Trascurate dai pazienti, le pillole si impegnano a renderli edotti del fatto che gli effetti indesiderati di una cattiva aderenza possono essere trasformati grazie a buone pratiche come costanza e impegno, in ‘affetti desiderati’ per la salute del cuore.

Al centro della campagna un video, ironico e divertente, e contenuti informativo-educazionali che verranno diffusi online fino a fine maggio attraverso i social aziendali e il portale ‘Al Cuore dell’Aderenza’ e, offline, con eventi ospitati a Napoli, Roma e Milano.

I ‘costi’ della mancata aderenza

Numerosi studi hanno dimostrato che una corretta aderenza consente di ridurre del 20% le malattie cardiovascolari e addirittura del 35% la mortalità per tutte le cause. Ciò nonostante, molti pazienti incontrano difficoltà a seguire correttamente i trattamenti prescritti, compromettendo così la propria salute.

Si stima che l’aderenza diminuisca progressivamente con il passare del tempo: il 20% dei pazienti non aderisce correttamente alle prescrizioni dopo 1 anno, percentuale questa che tocca l’85% dei pazienti dopo 5 anni di trattamento.

Le ragioni della ‘non aderenza’ sono molteplici e vanno dalla complessità a seguire le terapie alla loro durata, alla dimenticanza, oltre che alla scarsa percezione che i pazienti hanno delle ripercussioni che una scarsa aderenza terapeutica può avere sulla loro salute.

Peraltro, la presenza di comorbidità comporta terapie che prevedono l’assunzione di numerosi farmaci e con essa la crescente difficoltà dei pazienti di seguire correttamente il trattamento.

La non aderenza determina, oltre a ripercussioni sulla salute dei singoli, importanti ricadute di carattere economico-sociale, e costi a carico del SSN.

Si stima che aiutare i pazienti ad aderire ai trattamenti prescritti consentirebbe di salvare la vita a circa 200mila pazienti riducendo le spese sanitarie di circa 125 miliardi di euro l’anno in Europa.

L’importanza di educare e motivare i pazienti a seguire le terapie

«La corretta aderenza terapeutica è fondamentale per il successo nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Educare e motivare i pazienti a seguire le terapie prescritte è cruciale per migliorare la loro prognosi e la loro qualità di vita. – ha sostenuto Massimo Volpe, Professore di Cardiologia dell’Università La Sapienza di Roma e Presidente di SIPREC, Società Italiana Per la Prevenzione Cardiovascolare È importante che i pazienti comprendano appieno l’importanza della terapia e siano supportati nel loro percorso di cura, affinché possano ottenere i migliori risultati possibili nella gestione delle malattie cardiovascolari».

«Anche quest’anno il Gruppo Servier in Italia rinnova il suo impegno a sostegno dell’aderenza terapeutica nelle malattie cardiovascolari con la nuova campagna ‘Affetti Desiderati’: siamo una delle prime aziende che 7 anni fa ha posto questo tema al centro del suo impegno – ha dichiarato Gilles Renacco, Presidente Gruppo Servier in Italia – Oggi siamo spronati più che mai dalle recenti evidenze che stimano che in Europa circa 200.000 decessi e il 9% degli eventi cardiovascolari potrebbero essere attribuiti a una scarsa aderenza alle cure».

I rimedi fitoterapici che aiutano depurazione e linea

Vita frenetica e alimentazione scorretta sono tra le cause che possono portare a una alterazione delle normali funzionalità metaboliche, fenomeno che può sfociare in stanchezza, digestione difficoltosa, emicranie e malessere in generale.

I laboratori di Erba Vita hanno lavorato in questi mesi a nuove linee di integratori che aiutano proprio a depurare l’organismo, grazie anche alla presenza di cardo marianotarassaco e carciofo e grazie anche a estratti vegetali come lo Sinetrol®️Xpur C, multiestratto a base di polifenoli da agrumi e guaranà, alla gymnema, che favorisce il controllo del senso di fame, al bitter melon e al cromo.

«I rimedi fitoterapici trovano impiego come componente sinergica dei programmi nutrizionali, infatti, il tarassaco e il carciofo sono molto importanti per la normale fisiologia del digerente», sottolinea Diego Palazzini, nutrizionista presso la clinica Domus Medica di San Marino, «inoltre, i polifenoli contenuti negli agrumi trovano in letteratura degli effetti interessanti sul metabolismo lipidico, costituendo, insieme agli estratti di guaranà e gymnema, dei coadiuvanti un programma alimentare e motorio per il controllo del peso.

La stretta collaborazione tra il mondo ambulatoriale e quello della ricerca fitoterapica permette di individuare le sinergie migliori a beneficio della salute. Importante è personalizzare le terapie per non vanificare i rimedi con una autoprescrizione senza razionali, affidandosi a personale sanitario competente in materia».

Allarme microplastiche: raccomandazioni SIMI per proteggere la salute

L’inquinamento da plastica è una delle sfide ambientali e sanitarie più urgenti e impattanti del nostro tempo. La presenza pervasiva della plastica minaccia l’integrità dei nostri ecosistemi e la salute delle generazioni attuali e future.

Microplastiche e nanoplastiche, invisibili a occhio nudo, hanno letteralmente invaso il nostro pianeta, contaminando acque e cibi, con conseguenze molto rilevanti sulla salute umana.
«In un’epoca in cui la coscienza ambientale e i temi di One Health sono al centro del dibattito globale quello delle microplastiche resta un problema ancora largamente sottovalutato e misconosciuto, anche se profondamente impattante» – ha sottolineato il Professor Giorgio Sesti, Presidente della Società Italiana di Medicina Interna – SIMI, nel ribadire l’urgenza di mettere in campo azioni di consapevolezza e prevenzione ad ampio spettro.

L’insidiosità delle microplastiche per la salute umana

Le microplastiche sono particolarmente insidiose, anche per la loro capacità di accumulare sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti e altri inquinanti. Queste tossine inquinano l’ambiente e trovano la loro strada nella catena alimentare, andando così a rappresentare una minaccia diretta sulla salute.

Si assiste altresì a una crescita continua di studi scientifici che da una parte mettono in guardia circa l’allarmante grado di contaminazione di acque e cibo consumati quotidianamente e dall’altra mostrano i gravi rischi che l’ingestione di microplastiche determina sulla salute provocando danni a tutti gli organi e apparati: dai disturbi gastrointestinali e del microbiota, ai problemi riproduttivi, a effetti cancerogeni, problemi neurologici – è dimostrato che compromettono l’integrità della barriera emato-encefalica – e cardio-vascolari.

«Microplastiche sono state isolate persino nei vasi, all’interno delle placche di aterosclerosi e possono aumentare il rischio di infarti e di ictus. Presenti anche nell’aria che respiriamo, possono essere inalate e arrivare profondamente nei polmoni, causando problemi respiratori e aggravando condizioni come asma e bronchite» ha ricordato il Professor Sesti.

«Dovremmo cercare di adottare una serie di azioni individuali volte a limitare l’esposizione alle microplastiche, anche se è chiaro che servirebbero iniziative politiche di ampio respiro, coordinate a livello internazionale» ha enfatizzato il Professor Nicola Montano, presidente eletto SIMI.

Le auspicabili azioni da mettere in campo

Le azioni auspicate dalla comunità scientifica internazionale vanno da regolamentazioni rigorose per limitare la produzione e l’uso di plastica monouso, a investimenti in tecnologie avanzate di filtrazione per rimuovere le microplastiche dalle acque reflue, alla promozione di pratiche sostenibili di gestione dei rifiuti. Cruciale resta, tuttavia, il comportamento del singolo, che deve essere adeguatamente informato, educato e sensibilizzato sul tema.

L’importanza cruciale di consapevolezza ed educazione

«La consapevolezza del pubblico e l’educazione giocano un ruolo cruciale nel combattere l’inquinamento da microplastica. Migliorando la cultura di tutela ambientale e la consapevolezza dei rischi, si possono prendere decisioni informate mirate a ridurre il contributo delle singole persone all’inquinamento da plastica, adottando una serie di azioni volte a mitigare l’impatto delle microplastiche sulla loro stessa salute.

Mancare l’appuntamento con azioni di prevenzione e mitigazione del rischio potrebbe avere conseguenze terribili per le generazioni presenti e per quelle future» ha sottolineato il Professor Sesti.

Le 10 raccomandazioni SIMI

Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna hanno, quindi, proposto un decalogo di soluzioni che ciascuno può adottare per proteggere sé stesso e l’ambiente dalle microplastiche e ridurre gli impatti futuri del fenomeno.

La “regola d’oro” è quella innanzitutto di ridurre il consumo di plastica monouso, prediligendo alternative riutilizzabili, a partire dalle borracce o dai termos per l’acqua, shopper di tessuto per la spesa piuttosto che contenitori in vetro.

Un altro aspetto molto importante, sovente misconosciuto, è quello di optare per abiti in fibre naturali: i materiali sintetici, molto diffusi nella fast fashion in quanto estremamente economici, rilasciano difatti microplastiche sia in fase di produzione che di lavaggio.

Rilevante altresì installare nella lavatrice dei filtri contro le microplastiche per evitare che le stesse entrino nel sistema idrico, contaminandolo. Ancora, è importante evitare prodotti cosmetici contenenti microplastiche.

I microgranuli in polietilene – presenti in esfolianti, dentifrici, creme da barba e scrub a risciacquo – sono stati vietati nel 2020. Tuttavia, i cosmetici possono contenere altri polimeri insolubili; è dunque cruciale un attento controllo dell’etichetta per assicurarsi che non siano presenti nell’elenco degli ingredienti: PE (polietilene), PMMA (polimetil metacrilato), PET (polietilene tereftalato) e PP (polipropilene).

Per evitare contaminazioni, è importante bere acqua filtrata, ovvero installare un sistema di filtrazione dell’acqua in grado di rimuovere le microplastiche e gli altri contaminanti dall’acqua del rubinetto, ovvero ricorrere ad acqua e altre bibite in bottiglie, purché in vetro.

Per prevenire la contaminazione dei cibi con la plastica, gli esperti SIMI raccomandano di ridurre al minimo l’acquisto di cibi confezionati in imballaggi e contenitori di plastica, in favore di sacchetti in carta, contenitori in vetro e questo anche per quanto riguarda la conservazione dei cibi in frigorifero, evitando al massimo il ricorso a plastica e pellicole.

Viene raccomandato, inoltre, di mangiare alimenti freschi e integrali, evitando cibi confezionati e ultra-processati che, oltre a essere poco salutari tout-court, potrebbero presentare livelli più alti di contaminazione da microplastiche.

Per quanto riguarda il pesce, è fondamentale acquistare prodotti ittici provenienti da fonti sostenibili, riducendo così il rischio di ingerire prodotti contaminati da microplastiche.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, è importante un loro corretto smaltimento, separando la plastica dagli altri rifiuti e gettandola nei bidoni designati.

“Last but not least”, di cruciale importanza il buon esempio e la sensibilizzazione di familiari amici e colleghi circa gli effetti dannosi delle microplastiche e l’importanza di adottare comportamenti virtuosi.

Annuario statistico del SSN

Il Ministero della Salute ha pubblicato nei giorni scorsi un corposo documento: “L’Annuario statistico del sistema sanitario nazionale” con dati relativi all’anno 2022. Strutturato in 8 capitoli, cui si aggiunge un approfondimento relativo all’impatto della pandemia Covid-19, il documento ministeriale offre una panoramica a tutto tondo sull’SSN.

Strutture per tipologia di assistenza

Le strutture censite nel documento per le diverse tipologie di assistenza risultano complessivamente pari a 996 così suddivise: 9.085 per l’assistenza specialistica ambulatoriale, 8.045 per l’assistenza territoriale residenziale, 3.126 per l’assistenza territoriale semiresidenziale, 6.922 per l’altra assistenza territoriale e 1.180 per l’assistenza riabilitativa (ex. art. 26 L. 833/78). 

Per quanto riguarda la natura delle strutture, si tratta per lo più di strutture pubbliche che erogano assistenza ospedaliera (51,3%) e strutture che erogano altra assistenza territoriale (86,2%).

Sono in maggioranza le strutture del privato accreditato quelle che erogano assistenza territoriale residenziale (85,0%), semiresidenziale (72,3%) e le strutture che erogano assistenza riabilitativa ex art.26 L. 833/78 (78,6%).

Assistenza sanitaria distrettuale: MMG e PLS

I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono le figure di riferimento che gestiscono e coordinano l’accesso ad altri servizi del SSN sul territorio. Il contratto dei medici di medicina generale e di pediatria prevede, salvo eccezioni, che ciascun medico di medicina di base assista al massimo 1.500 pazienti adulti (di età superiore ai 13 anni) e ciascun pediatra 800 bambini (di età compresa fra 0 e 13 anni)”, si legge nel documento.

In media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.324 adulti residenti, con notevoli differenze di carattere regionale: Regione Lombardia e P.A. di Bolzano hanno rispettivamente 1.589 e 1.582 residenti adulti per medico di base (anche se il tetto fissato nella P.A. di Bolzano è di 2mila assistiti).

Fatta eccezione poi per la Sardegna, che attesta un carico potenziale di MMG superiore alla media nazionale, le restanti Regioni dell’Italia meridionale presentano un carico potenziale dei medici di medicina generale inferiore al valore medio nazionale, con il Molise al valore minimo di 1.090 assistiti per MMG.

Il carico medio potenziale per pediatra è a livello nazionale di 993 bambini, ma anche qui interviene una ampia variabilità regionale per cui si passa da 863 bambini per pediatra in Toscana a 1.281 bambini per pediatra in Piemonte, con una diffusa carenza di PLS in convenzione con il SSN in tutte le regioni.

La guardia medica

Il servizio di guardia medica garantisce la continuità assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, con interventi domiciliari per urgenze o in occasione di giornate festive e prefestive. 

Nel 2022 sono stati rilevati in Italia 2.831 punti di guardia medica con 10.671 medici titolari ovvero 18 medici ogni 100mila abitanti e, anche qui, forti disuguaglianze di carattere territoriale.

L’assistenza farmaceutica convenzionata

“L’assistenza farmaceutica convenzionata consiste nella fornitura di specialità medicinali e preparati galenici utili per la prevenzione o la cura delle malattie; essa rappresenta, nell’ambito dei Servizi erogati dal SSN, quella più suscettibile di variazione poiché è strettamente dipendente dalle disposizioni dettate dalle varie leggi finanziarie” si legge ancora nel report ministeriale.

In Italia nel 2022 sono state prescritte 567.315.316 ricette con un importo di quasi 8,5 miliardi di euro, con un costo medio per ricetta di 14,94 euro. Il costo medio per ricetta risulta però fortemente variabile sul territorio, registrando un’oscillazione importante tra il valore minimo della Calabria di 9,61 euro e quello massimo di 20,65 euro della Lombardia.

L’ADI

L’assistenza domiciliare integrata ricomprende al suo interno anche le cure palliative domiciliari e i casi di dimissione protetta.

Il piano assistenziale consiste nella definizione di un insieme organizzato di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi, necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita del paziente. In generale l’attivazione del servizio riguarda i malati terminali piuttosto che pazienti con incidenti vascolari acuti, anziani con gravi fratture e iter riabilitativi, malattie acute temporaneamente invalidanti, forme psicotiche gravi o dimissioni protette.

Nel corso del 2022 sono stati assistiti al proprio domicilio 1.244.891 pazienti, di cui il 78,2% rappresentato da pazienti over65 e il 9,6% da pazienti terminali. Ciascun paziente ha ricevuto una media di 18 ore annue di assistenza, erogata per lo più da infermieri. Più nello specifico, le ore dedicate a ciascun assistito sono state 16, mentre 25 quelle in favore di pazienti terminali.

Gli ambulatori-laboratori e altre strutture territoriali

Nel 2022 in totale sono state censite 9.085 strutture sanitarie di tipo ambulatorio/laboratorio con una grande variabilità di carattere regionale e una prevalenza nelle regioni del Centro-Sud di strutture del privato accreditato.

Le strutture di tipo Ambulatorio-Laboratorio pubbliche erogano nella maggior parte dei casi assistenza clinica, mentre quelle private accreditate erogano principalmente assistenza clinica (2.878 strutture) e prestazioni di laboratorio (2.311 strutture). 

Per quanto riguarda le altre strutture territoriali, nel 2022 sono state censite 8.045 strutture residenziali, 3.126 strutture di tipo semiresidenziale, 6.922 strutture di altro tipo, come centri di salute mentale, consultori, stabilimenti idrotermali. 

Si segnala nel computo delle strutture residenziali e semiresidenziali la presenza di rispettivamente 58 e 53 centri di assistenza di neuropsichiatria infantile e adolescenziale. Con riferimento alle strutture residenziali e semiresidenziali sono stati censiti 326.355 posti, pari a 553 per 100mila abitanti. Di questi il 70% sono stati dedicati all’assistenza agli anziani, l’11,7% all’assistenza psichiatrica, il 16,9% all’assistenza ai disabili psichici e fisici, 1,1% ai pazienti terminali e 0,3% all’assistenza di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. 

Le strutture riabilitative

Rilevate nell’anno in oggetto 1.180 strutture riabilitative con 14.577 posti per l’attività di tipo residenziale e 13.301 per l’attività di tipo semiresidenziale. Nel complesso in Italia sono presenti 47 posti in strutture riabilitative ogni 100mila abitanti. Nel 2022 le strutture riabilitative hanno impiegato 54.174 unità di personale di cui il 9% costituito da medici ed il 45,1% da terapisti e logopedisti.

Le strutture di ricovero e cura

Nel 2022 l’assistenza ospedaliera ha poggiato su 996 istituti di cura, di cui il 51,3% pubblici ed il 48,7% facenti parte del privato accreditato. 

Il 63,4% delle strutture pubbliche è costituito da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende Sanitarie Locali, il 10,4% da Aziende Ospedaliere, ed il restante 26,2% dalle altre tipologie di ospedali pubblici.

Il sistema sanitario nazionale dispone di oltre 203.800 posti letto per degenza ordinaria, di cui il 20,8% nelle strutture private accreditate, 11.906 posti per day hospital, quasi totalmente pubblici (89,1%) e di 8.253 posti per day surgery in grande prevalenza pubblici (76,9%). 

A livello nazionale sono disponibili 3,8 posti letto ogni 1.000 abitanti; i posti letto dedicati all’attività per acuti sono 3,2 ogni 1.000 abitanti con una distribuzione territoriale abbastanza omogenea. A livello nazionale i posti letto destinati alla riabilitazione e lungo degenza sono 0,6 ogni 1.000 abitanti con notevole variabilità regionale.

Il personale

Un altro elemento cruciale del sistema di assistenza è il personale, cui il report ministeriale dedica un capitolo ad hoc. Il personale dipendente SSN è costituito dalpersonale delle Aziende Sanitarie Locali, compreso quello degli istituti di cura a gestione diretta, dal personale delle Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere integrate con il Servizio Sanitario Nazionale e dal personale delle Aziende Ospedaliere integrate con l’Università”.

Nel 2022 il personale contava 625.282 unità ripartite come segue: il 72,3% con ruolo sanitario, il 17,8% con ruolo tecnico, il 9,7% con ruolo amministrativo e lo 0,2% con ruolo professionale. 

Nell’ambito del ruolo sanitario, il personale medico era costituito da 101.827 unità e quello infermieristico da 268.013 unità; il rapporto fra infermieri e medici, a livello nazionale, si attestava a 2,6 infermieri per ogni medico. Rispetto all’anno 2021 il personale risultava aumentato di 8.036 unità pari al 1,3%. 

A completare il documento una serie di tabelle con dati ripartiti per regione, tipologia di ricovero, specialistica e un focus sull’impatto del Covid-19 sull’SSN.

Il team: il vero volto dell’azienda 

“Non dire di nessuno dei tuoi dipendenti che non va bene. Sei tu che non vai bene, perché non sai collocarlo nel posto in cui può funzionare”, diceva San José Maria Escrivà de Balaguer. Per quanto questa frase possa far storcere il naso a molti, nella sua brutale schiettezza rivela candidamente l’amara verità che spesso affligge numerose aziende.

Un’impresa che punta al successo deve disporre di un gruppo di dipendenti impegnati, entusiasti e appassionati del proprio lavoro, poiché sono loro la parte cruciale della strategia di marketing e di successo di un’azienda.

Partendo dall’assunto secondo cui le persone si fidano di altre persone, il principio trova applicazione anche per quel che riguarda la reputazione di un’impresa, pertanto, non è difficile credere come i dipendenti soddisfatti siano i migliori ambasciatori di un’azienda. Che si tratti di clienti o potenziali clienti, la parola dei dipendenti dentro e fuori dal contesto lavorativo pesa come una sentenza, influenzando significativamente l’opinione del pubblico. Sempre secondo questo assunto, il percepito viene poi divulgato attraverso il passaparola che funge da cassa di risonanza.

Appare evidente come, quindi, l’azienda abbia il dovere di offrire ai propri dipendenti un ambiente di lavoro positivo in cui si sentano valorizzati. Il cuore pulsante di un’impresa è costituito dalle persone che ci lavorano, pertanto, dedicare tempo e risorse ai propri dipendenti può far prosperare significativamente l’azienda, aumentando la produttività, riducendo la rotazione del personale e migliorando il clima aziendale.

La leva per dare il meglio

Che piaccia oppure no, esiste una differenza ben definita tra un lavoratore efficiente, sorridente e puntuale rispetto a uno scostante, ombroso e ritardatario. Quella differenza si chiama “motivazione dell’individuo”, ovvero quella forza che porta a comportarsi in una certa maniera per arrivare al raggiungimento di uno scopo.

La motivazione è il motore trainante che spinge verso nuovi traguardi, facendo percepire il lavoro non più solo come fonte di guadagno, ma come strumento di realizzazione personale oltre che professionale. Ognuno di noi lavora per soddisfare differenti tipologie di bisogni, non solo economici, ma anche emotivi, relazionali e psicologici. Maggiori sono le mancanze che riusciamo a colmare e maggiore sarà la motivazione a lavorare con impegno. Per dare il meglio di sé, la motivazione è fondamentale, perché solo chi crede in ciò che fa e persegue l’obiettivo con il giusto spirito, potrà offrire una performance lavorativa adeguata.

Per questa ragione è necessario che l’imprenditore creda fermamente nelle possibilità dei propri collaboratori, poiché le aspettative che vengono loro trasmesse modellano l’atteggiamento nei loro confronti influenzando fortemente il clima aziendale. Credere nelle potenzialità e nell’operato dei propri collaboratori contribuisce a formare un ambiente lavorativo dove la motivazione personale conduce sorprendentemente al miglioramento dell’intero gruppo.

Per riassumere il concetto tornano utili le parole di Henry Ford: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”, sottolineando come investire sul capitale umano rappresenti oggi lo specchio di un’impresa, soffermandosi sulla necessità di aiutare i propri collaboratori a dare il meglio, coinvolgendoli nelle attività della farmacia con lo scopo di creare quel senso di comunità che caratterizza un autentico team. Però, il coinvolgimento non è qualcosa che si improvvisa, va costruito sapientemente e con opportuni metodi.

Un ambiente di lavoro positivo

I conflitti sul lavoro sono, oltre che sgradevoli, anche profondamente deleteri per il benessere dell’azienda. La regola del “chi fa da sé fa per tre” non deve trovare ragione di esistere in un’impresa, poiché creare una squadra coesa e con obiettivi precisi consente di dare un volto e un’identità all’azienda. Ogni dipendente possiede punti di forza unici che vale la pena scoprire al fine di consentire a ognuno di esprimere la propria autenticità, cogliendo l’opportunità di fargli mettere in pratica quelle competenze che più li caratterizza.

Scoprire i punti di forza dei collaboratori richiede un approccio attivo, personalizzato e aperto all’ascolto, mirato a creare un ambiente di lavoro in cui le persone si sentano valorizzate a tal punto da raggiungere con determinazione livelli di performance più elevati. Incentivare il talento e lo sviluppo delle competenze equivale ad aumentare il coinvolgimento e la motivazione del collaboratore. Tanto più le persone si sentono in grado di svolgere autonomamente ed efficacemente le proprie mansioni, tanto più si sentiranno realizzate come individui e come professionisti.

Contrariamente a quanto si possa credere, lo sviluppo del potenziale umano in azienda non è legato solo allo sviluppo di competenze e conoscenze, ma dipende strettamente dalla capacità di trovare un ambiente capace di favorire l’espressione delle caratteristiche di personalità e delle attitudini comportamentali che caratterizzano ogni singolo individuo. Mantenere un buon dialogo con i propri collaboratori, ascoltandoli e comprendendo le loro esigenze, anche in relazione alla flessibilità lavorativa è un dovere a cui un team leader non può sottrarsi. Favorire il corretto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata dei dipendenti è un tassello fondamentale per il raggiungimento della serenità dei propri collaboratori e il benessere aziendale.

L’attenzione verso il sistema dei diritti individuali, la comprensione reciproca e la valorizzazione delle potenzialità intrinseche di ogni collaboratore sono di vitale importanza per la realizzazione di un team vincente. Grazie a questi accorgimenti, ognuno con la propria specificità sarà in grado di offrire preziosi contributi alla generazione di nuove idee, regalando al pubblico la possibilità di riconoscere l’originalità e l’autenticità del gruppo che dà un volto inconfondibile all’azienda. Investire, quindi, nel benessere e nella soddisfazione dei propri dipendenti deve necessariamente essere percepito come un investimento a lungo termine, non come un costo.

Una iniziativa per sensibilizzare circa l’importanza della donazione

Nonostante lo scorso anno il numero delle donazioni di organi abbia superato per la prima volta quota 2mila, segnando un + 15% rispetto all’anno precedente, il numero degli organi che si rendono disponibili non è ancora sufficiente a coprire il bisogno e assicurare un trapianto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.

La conferma viene difatti dai numeri. Al momento circa 6mila pazienti sono in lista di attesa per un nuovo rene, poco meno di un migliaio per un fegato, circa 700 per un cuore, oltre 200 per un polmone e altrettanti per un pancreas. 

Sistema italiano trapianti: all’avanguardia per qualità di cura e assistenza

«Il nostro sistema trapianti è all’avanguardia per la qualità delle prestazioni erogate e per la capacità di cura e assistenza, ed è già proiettato verso le principali sfide tecnologiche e organizzative che stanno ridisegnando i sistemi sanitari di tutto il mondo. Nostro compito è accompagnare l’introduzione di queste innovazioni sempre a beneficio dei pazienti» ha sostenuto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti che quest’anno è stata celebrata il 14 aprile scorso.

«Eppure senza il Sì alla donazione, anche il sistema più avanzato dal punto di vista tecnologico non potrebbe procedere al trapianto. E ancora: senza quel Sì, gli sforzi dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari – a cui rinnovo il mio ringraziamento – sarebbero vani. Donare è una scelta naturale, un gesto che può fare la differenza per chi oggi aspetta un trapianto. Quando rinnoviamo la carta d’identità, facciamo una scelta di vita e diciamo Sì alla donazione», ha sottolineato ancora il Ministro.

L’iniziativa di informazione e sensibilizzazione sul valore della donazione

Per questa ragione, nei giorni scorsi, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti – CNT, hanno lanciato una importante iniziativa di informazione e sensibilizzazione.

Entro la fine del mese di aprile, verranno inviati a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi del Paese materiali informativi – roll-up, manifesti e locandine – grazie ai quali i cittadini in attesa per il rinnovo della carta di identità potranno ricevere informazioni corrette e affidabili sulla donazione, così da poter effettuare una scelta consapevole al momento del rinnovo del documento.

L’iniziativa verrà ampliata nei mesi successivi fino a raggiungere entro la fine del 2024 ben 1.500 sedi anagrafe e oltre 1.100 comuni, con una copertura territoriale di quasi 40milioni di cittadini residenti.

Cosmofarma Exhibition 2024: I numeri della 27esima edizione

Grande affluenza all’ultima edizione di Cosmofarma Exhibition 2024 di Bologna, conclusasi il 21 aprile.

30mila visitatori hanno preso parte a questa annuale manifestazione, punto di riferimento per quanto riguarda le novità e le innovazioni del settore health-care e beauty care, settori in piena crescita ed evoluzione.

Un evento patrocinato dalle principali associazioni di categoria FOFI, Federfarma, Fondazione Francesco Cannavò e Utifar.

Cura. Ispirazione. Evoluzione” sono stati i concetti attorno i quali hanno ruotato le oltre 101 conferenze che sono state allestite durante questa 27esima edizione. 

«Siamo orgogliosi che Cosmofarma sia stata luogo di confronto che ha favorito la trasformazione della farmacia da tradizionale a farmacia dei servizi e che si confermi un momento in cui le aziende vogliono esserci. E’ stata un’occasione per riunire la grande community che anima il settore, per mettere al centro il valore umano e guardare con slancio al futuro. Questo ci porta sin da ora a lavorare alla prossima edizione con entusiasmo», ha commentato Francesca Ferilli, direttore generale BOS.

«La straordinaria partecipazione dei colleghi farmacisti alla fiera e ai tanti appuntamenti convegnistici che hanno animato questa edizione di CosmofarmaExhibition conferma il valore di una comunità professionale appassionata, consapevole del ruolo svolto per la collettività e desiderosa di fare sempre di più per la tutela della salute degli italiani. C’è grande orgoglio per i risultati che abbiamo ottenuto e un rinnovato impegno per gli ulteriori obiettivi che insieme possiamo raggiungere per far crescere la professione, rilanciare la sanità territoriale e rendere più forte il nostro Servizio Sanitario Nazionale», ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI).

Il programma

Dalla tradizionale Business Conference, dove Guido Stratta, manager, founder e presidente dell’associazione Accademia della Gentilezza ha guidato una tavola rotonda sulla leadership gentile e su come estendere in tutti i settori della società l’approccio gentile, nella cultura, nello sport, nelle istituzioni, nella sanità e all’interno della farmacia, ai principali temi di attualità. 

Fra questi la “Violenza di genere: come approcciarla in farmacia”, gli aspetti e l’importanza della nutracutica, con due sessioni: “La nutraceutica: il suo regno in farmacia” e  Nutraceutica e sport.

Ampio spazio all’innovazione digitale con Cosmofarma digital e all’esercizio fisico con una serie di panel tenutosi all’interno della SportZone & Benessere.

Le novità di quest’anno sono state Lab Galenica, un vero e proprio laboratorio galenico con workshop per approfondire le preparazioni e Silver Age, un’area con focus su prodotti e servizi per gli over 65. 

«Questo appuntamento continua ad essere una preziosa opportunità di incontro, riflessione e confronto tra i professionisti del settore, per analizzare il presente e progettare il futuro. Con la consapevolezza dell’importante ruolo che la rete delle farmacie ha nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale», ha dichiarato Marco Cossolo presidente di Federfarma nazionale.

«Le proficue sinergie già esistenti si sono ancor più consolidate nelle tre giornate congressuali che hanno registrato una straordinaria partecipazione di attori del settore. Anche per l’energica spinta di importanti processi di innovazione, le istituzioni, il mondo dell’impresa e la comunità scientifica e professionale hanno saputo delineare una prospettiva incoraggiante per il futuro del SSN, per il ruolo strategico del farmacista e per la funzione della farmacia italiana. La Fondazione Francesco Cannavò, in sintonia con Fofi, Federfarma, Sunifar e Utifar e in collaborazione con BOS e Bologna Fiere, ha fornito il proprio contributo progettuale per garantire il buon esito dei lavori e per il sostegno a questo straordinario ”rinascimento” che accompagna l’antica storia della farmacia», ha sostenuto Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente di Fondazione Francesco Cannavò.

Sostenibilità e trasparenza: spazio ai giovani

Ai giovani in farmacia è stato dedicato il Cosmetic Summit, che ha analizzato il rapporto della generazione Z con la farmacia, e il valore della sostenibilità sulle loro scelte d’acquisto, la coerenza e la trasparenza del linguaggio nella dermocosmesi.

«Cosmofarma si conferma un fondamentale momento di incontro tra colleghi e farmacisti, istituzioni e aziende. L’importante presenza ai convegni testimonia la necessità da parte della categoria di acquisire notizie sul futuro della professione e della propria attività», ha sottolineato Eugenio Leopardi, presidente di UTIFAR.

Le conferenze di Tecniche Nuove

Tecniche Nuove è stata uno dei protagonisti della manifestazione, che per celebrare i suoi 60 anni, ha programmato per Cosmofarma 2024 una serie di conferenze che hanno affrontato diversi argomenti: Digital Health e gli scenari della Farmacia con relatori esperti, la Nutraceutica e i super food, la dieta ipo-istaminica e la medicina di genere. 

L’appuntamento con la prossima edizione di Cosmofarma è dall’11 al 13 Aprile 2025.

Alcol in Italia: crescono i consumatori a rischio

Il consumo di alcol tra gli italiani invece di diminuire mostra dati di crescita, in particolare nelle fasce di popolazione maggiormente vulnerabili. Basti pensare che nel 2022, ben 8 milioni di connazionali di età 11+, che corrispondono al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne, hanno consumato bevande alcoliche tali da mettere a rischio la propria salute. 

Sono aumentati i consumatori a rischio, in particolare tra gli uomini. 3,7 milioni di soggetti hanno bevuto per ubriacarsi e per 770mila il consumo di alcol è stato tale da arrecare un danno alla loro salute, fisica o mentale, allontanando il traguardo fissato dall’ONU per il 2030 all’interno degli Obiettivi di Salute Sostenibile.

La fotografia dell’ISS

A scattare la fotografia è stato, come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha presentato i dati lo scorso 18 aprile, nel corso di un workshop internazionale ospitato presso la sede dell’Istituto.

«I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di aumento del rischio che dilaga nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani», ha sostenuto Emanuele Scafato, Direttore dell’ONA-ISS «Al fine di delineare la roadmap di una rinnovata prevenzione nazionale e regionale, la più efficace possibile, è necessario intercettare precocemente tutti i consumatori a rischio e assicurare alle cure quelli con danno e alcoldipendenti, a sostegno delle persone, delle famiglie e degli obiettivi delle strategie europee e globali in cui siamo impegnati».

Il consumo di alcol in Italia

Nel nostro Paese i consumatori di alcol sono circa 36 milioni con una netta prevalenza maschile (77,4%) rispetto a quella femminile (57,5%).

10,2 milioni di connazionali over18 hanno consumato alcol su base quotidiana. A preoccupare sono in particolare i giovani – 1,3 milioni tra 11 e 24 anni e addirittura 650mila minorenni – e le donne: 2,5 milioni, con un 15,5% di consumatrici a rischio minorenni di età compresa tra 11 e 17 anni.

Spiccano i 3,7 milioni di binge drinker, in particolare maschi, di cui 104mila minorenni. I consumatori ‘dannosi’ sono stati 770mila.

A preoccupare in particolare i numeri che spiccano tra le donne: 290mila con danno da alcol, fisico o mentale. Peraltro, dei 770mila con disturbi da uso di alcol, appena l’8,2% è in carico ai servizi del SSN.

A testimoniare uno scenario allarmante, i dati del sistema EMUR del Ministero della Salute che riportano 39.590 accessi in Pronto Soccorso per ragioni legate all’alcol nel corso del 2022, di cui il 10,4% richiesto da minori, con un +12,1% rispetto all’anno precedente.