Accordo con la parte pubblica e informazione ai clienti, due aspetti da affrontare a Padova

Patrizia Zennaro,  presidente dell’Associazione titolari della Provincia di Padova, ha disegnato per Farmacia news un breve quadro della situazione in cui operano le farmacie nel territorio padovano.

Dottoressa Zennaro, in che situazione lavorano i farmacisti che lei rappresenta e quali accordi sulla distribuzione per conto caratterizzano la provincia di Padova?

La situazione purtroppo è quella di tutte le farmacie d’Italia. Le numerose difficoltà economiche sono poi aggravate dagli impegni onerosi a cui le farmacie devono far fronte.  Si osserva, in particolare, che dal 3 giugno 2013 è in vigore per la provincia di Padova l’accordo DPC regionale (Distribuzione per conto). A pochi mesi dall’introduzione di tale accordo possiamo osservare che è inefficace, in quanto molto spesso i pazienti sono costretti a tornare dal medico per farsi rifare la prescrizione corretta sulla ricetta rossa, anziché bianca, al fine di vedersi consegnare i farmaci DPC senza costi aggiuntivi. L’utilizzo frequente da parte dei medici della ricetta bianca per le prescrizioni dei farmaci DPC, infatti, impedisce alla farmacia di svolgere un servizio, dispensando il farmaco del PHT, e al paziente di scegliere liberamente se recarsi in ospedale o presso la propria farmacia.

La farmacia dei servizi è decollata nella sua provincia?

Innanzitutto è importante precisare il significato del termine “farmacia dei servizi” che consiste nelle attività e nei servizi che ciascuna farmacia è in grado di rendere per far fronte alle diverse esigenze per la salute dei pazienti. Attraverso un approccio professionale, il farmacia è infatti in grado di ascoltare il paziente e di consigliarlo al meglio. Chiarito questo, è importante sottolineare che accanto al servizio reso al cittadino è opportuno regolamentare l’attività delle singole farmacie stante le responsabilità e i costi che ne derivano. Sarebbe necessario all’uopo rinnovare l’attuale convenzione tra le farmacie e la parte pubblica. Poniamo poi  in evidenza una carenza di informazione sia dei medici sia dei pazienti-clienti. Tornando alla questione dell’accordo DPC, infatti, bisognerebbe adeguatamente informare i pazienti della necessità dell’utilizzo della ricetta rossa, da parte dei medici, per ritirare più comodamente nella propria farmacia di fiducia i farmaci del PHT.

Cornelia Pelletta