Alla facoltà di Farmacia la programmazione è diventata necessaria

A Padova esiste una forte tradizione universitaria risalente all’anno 1222 e le materie farmacologiche, pur rimanendo a lungo legate alla facoltà di Medicina, acquisirono nel 1874 una propria autonomia con l’istituzione della scuola di Farmacia, che divenne facoltà di Farmacia nel 1935.

Proprio a Padova, per la prima volta in Italia, venne introdotta la laurea in Farmacia nel 1931. Attualmente ricopre l’incarico di presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Padova Adriano Guiotto, docente di Chimica Farmaceutica e Tossicologica II, al quale Farmacia news ha domandato la sua opinione, con particolare riguardo al territorio di sua competenza, sulle questioni in discussione relative ai futuri laureati in Farmacia.

Professor Guiotto, cosa ci può dire riguardo al  problema occupazionale dei giovani farmacisti nella sua provincia?

Purtroppo,  essendo Padova città universitaria, abbiamo un surplus di laureati in tutte le discipline, tranne quelle a numero chiuso. In  questo momento particolare, non è facile per i  giovani farmacisti trovare lavoro.

La proposta del numero chiuso di cui si discute per la facoltà di Farmacia potrebbe essere quindi ragionevole?

Non parlerei di numero chiuso,  ma di un numero programmato su base nazionale  in relazione alle esigenze del territorio, che  riterrei assolutamente opportuno e  non solo quindi per la nostra regione. In base a un sondaggio del Ministero,  si è ipotizzato  un fabbisogno di circa 1.700 farmacisti all’anno. È un numero forse troppo prudente, perché probabilmente fino a 3.000 laureati all’anno potrebbero trovare impiego; ma con l’attuale numero di iscritti ai corsi arriveremo a molto più di 4.000  laureati all’anno, che sono davvero troppi.

E riguardo alla riforma del piano di studi di farmacia? Quali le funzioni professionali richieste?

Quelle che avvicinano alle conoscenze mediche , sempre precisando che non si tratta di invadere il campo di competenze professionali  del medico, oltre che alle competenze strettamente connesse all’esercizio della professione di farmacista. Si rende quindi necessario alleggerire i corsi propedeutici per poter implementare più corsi professionalizzanti. Alla facoltà di Farmacia di  Padova abbiamo fatto del nostro meglio, ma purtroppo i vincoli di legge hanno permesso di destinare ancora troppo pochi crediti  formativi ai corsi professionalizzanti.

Cornelia Pelletta