L’unico tirocinio legale e legittimo è quello prima della laurea. Approvate in Conferenza Stato Regioni linee guida in materia di tirocini dopo le richieste dell’Ordine dei Farmacisti del Lazio di fare chiarezza.
La Conferenza Stato Regioni stronca il lavoro accessorio con voucher e il tirocinio post laurea per i professionisti abilitati all’esercizio di professioni regolamentate. Si tratta di forme anomale che vanno oltre il limite della legalità, sostanziando forme di sfruttamento e concorrenza sleale contraria a tutti i principi della professione. Le linee guida in materia di tirocini ai sensi dell’art 1, commi 34-36, Legge del 28 giugno 2012 n. 92 sono state approvate nella seduta del 25 maggio. Un impegno che la Regione Lazio ha portato a termine, bloccando l’uso improprio di tirocini e stage formativi che dissimulano quelli che in realtà sono lavori di rapporto dipendente.
Il fenomeno in questi anni ha ovviamente riguardato i giovani laureati iscritti all’Ordine, ai quali era sovente proposto di affrontare un tirocinio di sei mesi per un compenso non superiore ai 500 euro (dei quali più della metà a carico della Regione). La questione era stata sollevata a seguito di un convegno organizzato dagli Ordini dei Farmacisti del Lazio organizzato presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico lo scorso giugno a Roma, cui avevano anche preso parte l’Assessorato al Lavoro della Regione Lazio, la Direzione territoriale del Lavoro di Roma e la Direzione regionale dell’INPS.
«Un primo ringraziamento per il risultato ottenuto va alla prof.ssa Lucia Valente, Assessore al Lavoro, Pari Opportunità della Regione Lazio, per aver recepito quanto gli Ordini dei Farmacisti del Lazio avevano richiesto», ha dichiarato il presidente dell’Ordine di Roma Emilio Croce. «Siamo riusciti», ha specificato Croce, «a ottenere il divieto di avvalersi di istituti contrattuali nati per altri ambiti e finalità. Avvalersi in farmacia del lavoro di colleghi laureati utilizzando forme contrattuali atipiche come tirocinio formativo, lavoro accessorio con voucher, collaborazioni coordinate e continuative, costituisce un’anomalia che va oltre il limite franco della legalità. Da qui la necessità di impedire l’impiego in farmacia di contratti che, in realtà, alla fine sostanziano forme di sfruttamento e concorrenza sleale contraria a tutti i valori e principi della professione». «Per questo», ha concluso Croce, «ringrazio tutti coloro che si sono adoperati al raggiungimento di questo importante traguardo».