Cef–Farpas, una fusione tra cooperative per tutelare l’indipendenza della farmacia

Farpas day
Da sinistra: Raffaello Recchia, presidente Farpas, Vittorino Losio, presidente Cef e Davide Gigola, direttore commerciale Cef

Una cooperativa di farmacisti con 1.250 soci, 830 milioni di fatturato, 7% di quota di mercato nella distribuzione del farmaco, 7 magazzini di respiro nazionale, base in Lombardia e presente in Toscana e ora anche in Puglia, 3 reti: Farmacia Insieme, Farmapiù e Farmondo con 1.000 affiliati in tutta Italia. Questa è la nuova realtà creatasi dalla fusione per incorporazione della storica cooperativa pugliese Farpas (200 farmacie socie e circa 400 clienti, da quarant’anni punto di riferimento per la provincia di Bari, Bat, e Foggia) con la Cef di Brescia, che per giro d’affari è il quarto player nazionale della distribuzione intermedia, il primo tra le cooperative di farmacisti e la prima cooperativa per anzianità. Un’operazione che avrà riflessi fiscali e legali nella prima metà del 2015, ma che è già operativa da inizio anno e che ha permesso di salvaguardare il sistema delle cooperative pugliesi. La notizia è stata data nel convegno dal titolo: “A gonfie vele verso nuovi traguardi: Farpas in Cef al fianco della farmacia pugliese”, in presenza di ospiti illustri – padrone di casa il presidente della Farpas, Raffaello Recchia, ospiti il vicepresidente della Fofi, sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, il presidente di Federfarma Servizi, Antonello Mirone, il presidente di Cef, Vittorino Losio , Giuseppe Capretti, direttore generale e Davide Gigola, direttore commerciale Cef – nel corso del Farpas Day, tradizionale evento di fine anno organizzato da Farpas tenutasi il 13 e 14 dicembre scorsi a Bari.

La messa in sicurezza

«La fusione con Cef», ha spiegato Raffaello Recchia, presidente Farpas «ha permesso di mettere in protezione il sistema delle cooperative di farmacie ed è una conferma della tutela che le cooperative forniscono alle stesse. La Puglia è stata interessata da un periodo di profonda crisi che ha investito il sistema farmacia con forti ripercussioni su quello delle cooperative. Sono stati mesi duri in cui abbiamo visto il sistema della cooperazione traballare, a forte rischio di scomparsa, e con esso il valore della democrazia economica, della sussidiarietà e dell’indipendenza. Ma la cooperazione in Puglia ha radici profonde e una storia nobile: abbiamo sentito come un richiamo la necessità di intervenire, di lottare contro ogni aspettativa. I sacrifici sono stati grandi – ricordiamo per esempio l’intervento di capitalizzazione effettuato da 42 soci– ma dalla coesione e dall’unità abbiamo raggiunto un traguardo fondamentale, siamo usciti dalla tempesta, bloccando l’effetto domino che si stava innescando nel sistema delle cooperative e adesso siamo qui per un nuovo inizio».

A tutela dell’indipendenza

«È stato proprio questo coraggio di rischiare, questa forte spinta alla cooperazione che ci ha fatto decidere di essere qui per un nuovo futuro insieme», conferma Vittorino Losio, presidente Cef. «E ci tengo a dire che Farpas si aggiunge al fianco di tutte le anime che compongono questa realtà sempre più di respiro nazionale, con tutto il suo bagaglio, di personale, patrimonio ed esperienza. È strategico, per le farmacie, governare una parte importante della distribuzione che deve crescere sempre di più per non retrocedere di fronte a competitor forti. È quanto mai necessario creare un polo di aggregazione forte per altre realtà come le nostre, per portare avanti i nostri valori. Solo così la farmacia può tutelare la sua libertà e indipendenza: nella cooperativa le farmacie sono tutte uguali, hanno tutte le stesse condizioni, sono tutti elettori e tutte eleggibili». Ma, continua Losio, «dalle farmacie è necessaria una scelta di campo, siamo noi che dobbiamo decidere con chi vogliamo stare. Quando un titolare seleziona il grossista cui appoggiarsi scrive il suo futuro: si può scegliere per lo “zero virgola” o si può scegliere per l’indipendenza della propria farmacia. Io sono figlio di farmacista e voglio lasciare una farmacia libera a mio figlio senza immaginarlo dipendente di una multinazionale».
«Il processo di aggregazione» commenta Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, «è un modello di riferimento che permette di non abdicare al principio del cooperazione e a quelli della libertà, autonomia, indipendenza della farmacia. Nel contesto in cui ci troviamo a operare, ci sono gruppi forti, guidati da stimoli finanziari, il cui interesse è il governo del mercato e il profitto, e non quegli obiettivi di sanità pubblica e professionali che stanno a cuore ai farmacisti. Siamo oggi chiamati, come farmacisti, a scelte di appartenenza, a scelte che segnano il futuro, facendo la differenza tra ipoteca e legittimazione: siamo in una fase storica per il mondo delle farmacie e progetti come questi rappresentano un futuro in cui credere». «La crisi che stiamo attraversando», è la riflessione di Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi, «investe la farmacia, ma in modo particolare il farmacista, chiamato a una profonda trasformazione culturale e a un cambio di passo. Credo che per i farmacisti sia arrivato il momento di interrogarsi su identità e futuro, anche perché il contesto economico finanziario, la rivoluzione digitale, la globalizzazione impongono un modo nuovo di stare sul mercato. L’aggregazione, tra farmacie e tra cooperative, è ormai un modello paradigmatico che riesce a dare certezza alla farmacia, alla nostra professionalità e a questo sistema assistenziale».