Consumo di alcolici in aumento tra i giovani

Pubblicato dal Ministero della Salute il documento che analizza i dati sull’andamento del consumo di alcolici in Italia. Nel 2019 i consumatori sono stati 36 milioni, con un forte aumento tra i giovani, tra i quali è sempre più diffuso il binge drinking

Nel 2019 in Italia i consumatori di alcolici sono stati 36 milioni. Si è trattato di 20 milioni di uomini, pari al 78% degli italiani con più di 11 anni di età, e 16 milioni di donne, pari al 56,5% della popolazione femminile al di sopra degli 11 anni. Dati allarmanti e in continua crescita, soprattutto tra le donne per le quali si è riscontrato un aumento progressivo negli ultimi anni. Ad aumentare è il consumo occasionale e fuori pasto, in continuità con quanto registrato negli ultimi anni, a fronte di una diminuzione nel consumo giornaliero. Sono questi alcuni numeri della Relazione al Parlamento 2020 curata dal Ministero della Salute in merito al consumo di alcolici in Italia.

Giovani e alcol

A destare particolare preoccupazione è il comportamento dei più giovani, in particolare la fascia d’età 18-24 anni, all’interno della quale è sempre più diffuso appare il fenomeno del binge drinking, ovvero lo sballo determinato da un consumo eccessivo di alcolici e superalcolici. Il fenomeno appare prevalente nei ragazzi, che sono quasi il doppio rispetto alle coetanee: 20% vs 11%, un dato rimasto stabile rispetto all’anno precedente.

La tipologia di prodotti consumati

Il consumo ha subito delle modifiche anche nella scelta della tipologia di prodotti: diminuiscono vino e birra, mentre aumenta il consumo di altre tipologie di alcolici. La quota di consumatori di alcolici di vario tipo, più diffusa nel Centro-Nord, aumenta al crescere del titolo di studio, soprattutto per quanto attiene alle donne e ai consumi fuori pasto. Di contro, il consumo quotidiano è crescente al diminuire del titolo di studio e interessa in prevalenza gli uomini.

I soggetti a rischio

Alla luce di un indicatore di sintesi che l’Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto da anni per monitorare i soggetti più a rischio, è emerso che nel 2019 i consumatori a rischio sono stati pari al 21,5% degli uomini e l’8,9% delle donne di età superiore agli 11 anni per un totale di 8,2 milioni di soggetti. L’analisi per classi di età ha mostrato che le fasce più a rischio sono quelle dei giovanissimi (16-17 anni), unitamente agli over 65.

La dipendenza dall’alcol è un fenomeno che continua a destare grande preoccupazione per le sue implicazioni sanitarie e sociali. Basti pensare che nel 2019 sono stati presi in carico dai servizi per le dipendenze 65mila soggetti, di cui il 28,5% rappresentato da nuovi utenti, mentre la quota restante è rappresentata da soggetti in carico da anni o rientrati dopo aver interrotto il trattamento. L’età media va dai 30 ai 59 anni, anche se ci sono un 8% di under 30 e un 18% di over 60.

I trattamenti prevalenti

Rispetto ai trattamenti, nel 2019 il 30,2% dei pazienti trattati è stato sottoposto ad un iter medico-farmacologico in regime ambulatoriale, circa il 26% al counseling e il 3,2% a gruppi di auto aiuto.
I dati dell’Agenzia italiana del Farmaco – Aifa, hanno mostrato nel 2019 una leggera flessione nell’utilizzo di farmaci per il trattamento dell’alcolismo (-1,2%) nell’ambito dell’assistenza convenzionata; più marcata la flessione (-9%) nell’ambito della spesa a carico del sistema sanitario nazionale.

Nell’anno sono stati registrati 43mila accessi in pronto soccorso attribuibili a un consumo eccessivo di alcol. Dai dati di dimissione ospedaliera sono riscontrabili 54mila casi caratterizzati da una patologia attribuibile all’alcol, sia come diagnosi principale (40%), sia come diagnosi secondaria (60%). Prevalenti le patologie epatiche come steatosi, cirrosi ed epatite, seguite da sindromi da dipendenza alcolica.
I decessi (dati 2017) imputabili all’alcol sono stati in Italia 1.200, e hanno interessato uomini in 8 casi su 10, anche se, come riscontrato in altri ambiti, forte è la variabilità regionale.
Inoltre, nel 2019 sono stati oltre 5mila gli incidenti stradali imputabili all’alcol, pari all’8,7% del totale e in linea con quanto registrato negli anni precedenti.

La fase del lockdown e l’importanza di un intervento tempestivo

L’approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause nel periodo del lockdown e il mercato ha rafforzato canali alternativi di acquisto meno controllati rispetto al divieto di vendita ai minori. Si stima che le bevande alcoliche abbiano conosciuto un’impennata nel 2020 tra il 181 e il 250% con l’home delivery.

L’isolamento ha portato a un incremento di consumo incontrollato, spesso in compensazione della tensione causata dalla pandemia e dai problemi di carattere lavorativo, economico e relazionale connessi.

Proprio per combattere l’alcolismo e le dipendenze nell’agosto 2020 è stato siglato un accordo Stato-Regioni per un piano di prevenzione 2020-2025. Tuttavia, un impegno capillare è fondamentale ad ogni livello, e soprattutto un intervento tempestivo, per il quale possono giocare un ruolo cruciale anche i farmacisti, da sempre più vicini al cittadino.