Corte dei Conti: rispettato nel 2016 il tetto della spesa farmaceutica territoriale

Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha presentato il proprio Rapporto sul coordinamento della Finanza Pubblica per l’anno 2016. Ovviamente non poteva mancare una sezione dedicata alla sanità all’interno della quale si trovano due importanti approfondimenti rispetto alla spesa farmaceutica, sia essa territoriale o ospedaliera, che per i dispositivi medici. Occorre subito precisare che nell’ambito dei medicinali le osservazioni dei togati amministrativi si riferiscono ai primi dieci mesi dell’anno, sulla base dei dati messi a disposizione dell’Agenzia italiana per il farmaco (AIFA) nella sua sezione “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale”, ma nonostante ciò sono presenti alcuni elementi che meritano l’approfondimento.

Monitoraggio spesa farmaceutica territoriale

Nel complesso emerge il rispetto del tetto di spesa, fissato per legge dall’articolo 15, comma 3, DL n. 95/2012 e pari al 11,35% del Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN), ma non per tutte le regioni la situazione è la stessa. Sono infatti ben 11 quelle che si posizionano al di sopra del vincolo normativo con enti come la Puglia e la Campania che hanno uno scostamento, in termini assoluti, al di sopra dei 100 milioni di euro. Sul risultato complessivo – riporta il Rapporto – incide la sensibile crescita della spesa diretta (+ 16,1%) con punte particolarmente elevate (superiori al 25%) in quattro regioni: Umbria, P.A. di Trento, Sardegna e Molise. In aumento anche la spesa da compartecipazione a carico dei cittadini (+1,1%) con alcune eccezioni quali Molise, Sardegna e Veneto.

Monitoraggio spesa farmaceutica ospedaliera

Qui, come consuetudine degli ultimi anni, la spesa non ha retto l’urto della presenza sul mercato di alcune categorie di farmaci cosiddetti altospendenti, una su tutte quella dei farmaci oncologici, che negli ultimi dieci anni hanno visto aumentare i costi anche di 5 volte. Nei primi 10 mesi del 2016 lo sforamento è stato di oltre 1,5 miliardi di euro con una proiezione per fine anno a ridosso dei 2 miliardi. Come nel caso della farmaceutica territoriale anche l’ospedaliera presenta realtà diverse. La Toscana doppia il tetto fissato a 3,5% del FSN, con un’incidenza pari al 7,2%, ma non sono poche quelle che lo sforano di oltre il 50% (Umbria, Calabria, Campania, Marche, Abruzzo, Liguria, Basilicata,Sardegna, Emilia – Romagna).

Revisione del sistema dei tetti

L’andamento della spesa, insieme alle non poche difficoltà di gestione del calcolo del pay back da stornare alle regioni, ha indotto il legislatore ad un cambio della normativa messo in pratica nella legge di bilancio 2017 (Art. 1 commi 398 e 399). Sarà interessante osservare l’andamento delle novità normative che, vale la pena sottolineare, prevedono l’inclusione dei farmaci di classe A in distribuzione diretta tra quelli ospedalieri e la conseguente modifica delle quote previste per i tetti di spesa, da 11,35% a 7,96% per la territoriale e da 3,5% a 6,89% per l’ospedaliera. I giudici della Corte dei Conti si sono spinti ad osservare come in questo modo potrebbe ridimensionarsi l’onere per il pay back per le imprese, lasciando alle strutture ospedaliere “l’onore” della valutazione dell’appropriatezza prescrittiva, soprattutto in considerazione dell’evoluzione della spesa a carico di queste ultime che cresce ad un ritmo medio annuo di 457 milioni di euro (fonte Aifa). Vedremo cosa riserverà il futuro nell’attesa che venga trovata una soluzione non solo per gli anni 2013-2015 ma anche per il 2016 dove i molti ricorsi presentati al TAR Lazio riguardano la determinazione dei budget da parte dell’AIFA.

Emiliano Calabrese